Minniti: “Il limite è raggiunto noi non ululiamo alla luna, l’Europa faccia sul serio”

Il ministro dell’Interno irritato con la Francia che rimanda in Liguria i profughi: “Macron dice che siamo soli? Agisca di conseguenza”

di CARLO BONINI www.repubblica.it

Alle 13.15 di martedì, l’aereo che portava il ministro dell’Interno Marco Minniti negli Stati Uniti per una serie di incontri fissati con figure di vertice dell’amministrazione Usa (John Kelly, segretario di Stato per la “Homeland Security”, l’Attorney general Jeff Session, Herbert Raymond Mc Master, National security advisor di Donald Trump), è rimasto sulla pista dello scalo tecnico di Shannon, in Irlanda, il tempo necessario a riempire i serbatoi di carburante e girare la prua nella direzione da cui proveniva. “Quello che stava accadendo nel Mediterraneo centrale e quello che accadrà nelle prossime ore nei nostri porti e lungo le nostre coste – dice il ministro – richiedeva la mia presenza qui a Roma. E delle decisioni immediate. Che sono state prese”. Ieri mattina, il nostro ambasciatore presso l’Unione Europea, Maurizio Massari, ha dunque informato personalmente il Commissario agli affari Interni e all’Immigrazione, Dimitris Avramopoulos, che le 22 navi impegnate nelle operazioni umanitarie di “search and rescue” che in queste ore incrociano di fronte alle nostre acque territoriali con a bordo 12.500 migranti recuperati a largo delle coste libiche segnalano che “il limite della sostenibilità è stato raggiunto”. Che al principio secondo cui tutte le navi che salvano vite umane nel Mediterraneo sia garantito di default l’approdo in Italia non si può più pedissequamente tenere fede. Lasciando che al nostro ministro dell’Interno resti solo il ruolo notarile di indicare, come accaduto in queste ore, semplicemente i porti di sbarco: Messina, Vibo Valentia, Palermo, Reggio Calabria, Trapani, Brindisi, Corigliano calabro, Porto Emepdocle.

Di qui in avanti, se non arriveranno segnali concreti di solidarietà dai Paesi dell’Ue, l’Italia non sarà più in grado di garantire gli approdi lungo le nostre coste alle navi non italiane e che non facciano parte delle missioni europee. Chiusa a nuovi ingressi per aver raggiunto la soglia macroscopica di 181 mila sbarchi nel 2016 e di 75 mila nei primi sei mesi di quest’anno. In totale oltre duecentocinquantamila anime. “Ho sempre detto e ripetuto – osserva Minniti – che non si può separare l’imperativo morale della salvezza in mare di vite umane dall’obbligo di provvedere alla loro accoglienza. Farlo significherebbe piegarsi a un’ipocrisia che non mi appartiene. Noi, arrivati a questo punto, ci troviamo a fronteggiare una pressione fortissima. Che sosteniamo da soli”. Per giunta, stretti in un collo di bottiglia. Da una parte, l’obbligo, che rispettiamo alla lettera, della compiuta identificazione e permanenza sul nostro territorio di ogni migrante che viene sbarcato sulle nostre coste. Dall’altra, i numeri di un flusso che continua ad essere in aumento. “Da tempo ripeto che la questione dei migranti è una questione europea. E non è un modo di dire. Oggi abbiamo deciso per un atto formale che non faccia più percepire questa affermazione come una semplice petizione di principio o, peggio, un ululato alla luna. Abbiamo dimostrato in questi mesi di essere persone serie sul problema dei migranti e dunque ora chiediamo che l’Europa faccia sul serio con noi”.

Auspico – conclude il ministro Minniti – che già oggi nel vertice europeo che prepara il G20 di Amburgo, ci sia un segnale di reale comprensione delle questioni che abbiamo posto. Abbiamo scommesso e puntato su un’accoglienza diffusa sul nostro territorio, sapendo però che l’accoglienza ha un limite nella capacità di integrazione. E quindi quel limite non verrà superato, perché farlo significherebbe non avere a cuore il presente e il futuro del nostro Paese “.

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