L’ondata di migranti dalla Sicilia alla Liguria e il sospetto di una «regia»

Il Viminale: gli antagonisti stanno sfruttando il caos. Agli stranieri avrebbero suggerito di dirigersi subito alla frontiera italo-francese. Il rischio è che la situazione possa degenerare di Fiorenza Sarzanini www.corriere.it

Potrebbe esserci una strategia dietro il continuo arrivo di migranti a Ventimiglia. Le verifiche effettuate dalla polizia sull’aumento delle presenze nell’area del valico con la Francia fanno emergere un flusso che dalla Sicilia porta direttamente in Liguria. Anche per questo si è deciso di intensificare i controlli, e soprattutto la vigilanza, in tutta la zona dove ormai da oltre un mese stazionano gli stranieri. E di farlo con pattuglie miste italo-francesi proprio per poter garantire un maggiore controllo del territorio con un sistema simile a quello applicato per i tifosi in occasione delle partite ad alto rischio. Il rischio è che la situazione possa degenerare, soprattutto dopo la decisione della Svizzera di applicare le norme sui respingimenti che di fatto stringe l’Italia in una morsa, visto che l’Austria ha già da tempo sospeso il trattato di Schengen.

Cento uomini al giorno

Tra gli stranieri accampati sugli scogli — molti sono sudanesi — c’è chi avrebbe addirittura ammesso di aver ricevuto il suggerimento di dirigersi direttamente alla frontiera con la rassicurazione che non ci sarebbero stati problemi per attraversarla. Le indagini avviate riguardano sia i terminali delle organizzazioni criminali che gestiscono gli spostamenti di chi ha pagato per arrivare in Italia e spesso per raggiungere altri Stati dell’Europa, sia i «No borders» che avrebbero deciso di sfruttare questi movimenti proprio per la loro protesta. Il potenziamento del dispositivo di sicurezza prevede anche un incremento dell’attività di prevenzione antiterrorismo. I responsabili dell’ordine pubblico hanno pianificato un presidio di 100 agenti al giorno, che ieri sono diventati 200 in occasione della prevista manifestazione dei «No borders».

Il doppio filtraggio

Uno spiegamento eccezionale nel timore che la situazione possa all’improvviso degenerare, ma anche che l’affollamento possa consentire a qualcuno determinato a compiere un’azione eclatante di mescolarsi tra la folla e poi agire. Un’eventualità che si è dimostrata più che possibile analizzando il video girato il 4 ottobre 2015 che mostrava l’attentatore di Nizza Mohamed Lahaouiej Bouhlel mentre protesta insieme ad altri migranti nel corso di una manifestazione organizzata proprio dai «No borders». Del resto sono state proprio le indagini sulla strage della Promenade ad aver dimostrato i continui passaggi dello stesso Bouhlel e dei suoi presunti complici tra la Francia e l’Italia. I poliziotti italiani e francesi si muovono dunque in maniera coordinata. Il sistema applicato è quello del doppio filtraggio, che prevede un primo controllo nelle stazioni dove i manifestanti e i migranti arrivano. E una seconda verifica prima che si avvicinino all’area del confine. Alcuni riescono a passare la frontiera a bordo dei treni che vanno verso nord e poi tornano indietro a piedi o in macchina proprio nella speranza di sfuggire all’identificazione. Ma sono davvero pochi quelli che riescono nell’impresa. Altri arrivano direttamente in pullman o in auto.

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