Il Nobel della matematica Alessio Figalli: «Fare calcoli è creativo. Tornare a casa? Chissà»

Ama lo sport e le passeggiate in città: «Ma sono un dormiglione». Sulla matematica: «Senza di noi non ci sarebbero cose come mp3, gps, tv, crittografia per i bancomat, motori di ricerca come Google o la Tac»

di Giovanni Caprara  www.corriere.it

«La scelta di diventare matematico raramente avviene da piccoli, dato che spesso le persone non immaginano neanche di poterne farne un lavoro. Nel mio caso, fin da piccolo mi piaceva la matematica però ho capito piuttosto tardi di avere una vera passione». Così scriveva Alessio Figalli, primo italiano premiato dopo 44 anni con medaglia Fields (una sorta di «Nobel» della matematica) su una rivista della scienza dei numeri raccontando la sua storia. «Un evento molto importante per me sono state le Olimpiadi della Matematica durante gli ultimi anni del liceo. Risolvendo gli esercizi mi divertivo, era un passatempo piacevole e mi dava un forte stimolo nello studiare di più». Nessun dubbio, quindi, nella scelta della Scuola Normale di Pisa e poi, a seguire, del dottorato, diviso tra Pisa e l’Ecole Normale Supérieure di Lione, seguito dai tutor Luigi Ambrosio e Cédric Villani (anche lui medaglia Fields e ora alla «corte» del presidente francese Macron). «Questo fu l’inizio della mia carriera francese»: concretizzata subito con un posto di ricercatore al Cnrs (il loro Cnr), e poi da professore a soli 24 anni all’Ecole Polytecnique di Parigi.

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