“Non siamo una forza politica irresponsabile ma rigorosa: se ci sono i presupposti, gli accordi si possono fare”. Con questa motivazione Pietro Grasso, leader di Liberi e uguali spiega aCirco Massimo su Radio Capital perché il suo partito ha deciso di sostenere il candidato del Pd Nicola Zingaretti nel Lazio e non appoggiare Giorgio Gori in Lombardia. Incalzato dalle domande di Jean Paul Bellotto e Massimo Giannini afferma poi che LeU non ha “nessuna pregiudiziale nei confronti dei Cinquestelle”. E accusa Renzi “di aver messo in pratica le politiche di Berlusconi”.

IN LOMBARDIA NON CI SONO PRESUPPOSTI PER INTESA
“Il confronto in Lombardia va avanti da molti mesi – spiega il leader di Leu – e la decisione di non sostenere Gori era già stata presa molto tempo fa. Invecenel Lazio ho avuto pieno mandato dall’assemblea regionale a trattare con Zingaretti per un confronto. Per me è stato molto importante sentire la base prima di prendere una decisione politica. Sono contro il personalismo della dirigenza”.

“Non c’è nessun rancore né odio nei confronti del Pd – continua il presidente del Senato –  Erano state proposte delle primarie e invece si è avuto un candidato imposto. Gori ha appoggiato il referendum autonomista di Maroni, non ha dimostrato nessuna visione in discontinuità rispetto alle attuali politiche del Pd. Tutto questo è stato valutato dalla base, che aveva il polso della situazione”. E precisa: “Il punto non è vincere o perdere ma che cosa andiamo a fare. Se c’è o meno una svolta nelle politiche regionali”.

RENZI HA ATTUATO LE POLITICHE DI BERLUSCONI
Poi aggiunge: “Su scala nazionale non ci sono i presupposti per un’intesa. Le politiche del Pd vanno da un’altra parte, lo stesso Renzi ha detto che è riuscito a fare quel che Berlusconi non ha fatto. Se si continuano a percorrere le direzioni che vanno fuori dal centrosinistra, non possiamo essere d’appoggio e di aiuto al Pd”.

NO A PREGIUDIZIALI VERSO IL M5S
Grasso chiarisce che le frizioni con Laura Boldrini in merito alla questione del rapporto con il M5S sono già risolte: “Per Leu il pluralismo è normale, le polemiche sono spesso giornalistiche e sono rientrate. Ci sono posizioni diverse da ricondurre a unità”. E definisce i Cinquestelle “un soggetto politico con cui fare i conti”, anche se sono “inaffidabili, ondivaghi, con loro è difficile trattare”. Non si sbilancia su possibili accordi, tuttavia afferma che Leu non ha nessuna pregiudiziale contro il Movimento: “Useremo lo stesso metodo adottato in Lombardia e Lazio, valuteremo il loro programma”. In ogni caso l’unica vera pregiudiziale culturale e ideologica “è nei confronti della destra”.