Governo, Salvini: “Di Maio riapre? Al voto prima possibile ma non a fine luglio”. Cottarelli vede Mattarella

Il leader della Lega a Pisa: “Il presidente risolva l’impasse. Ci dia la data delle elezioni”. L’ex commissario alla spending review al Colle per un incontro informale. Anche la Casa Bianca “tiene d’occhio” la situazione politica italiana. La Cei: “Rispettare volontà popolare e il capo dello Stato”

di MONICA RUBINO www.repubblica.it

In uno scenario di caos in cui si sommano tre crisi – politica, istituzionale e finanziaria – mentre Luigi Di Maio archivia l’impeachment contro il Colle e rilancia la proposta di ripartire da dove tutto si era interrotto, daMatteo Salvini arriva una sostanziale chiusura: “Di Maio riapre? Non siamo al mercato, al voto anche subito”. Poi si rivolge al capo dello Stato: “Noi abbiamo provato a fare un governo, ma a Mattarella non va mai bene – dice parlando con i commercianti al mercato di Pisa – Non può dire no a quel ministro (Paolo Savona, ndr) perché è critico con l’Europa. Allora che cosa andiamo A fare? Allora ti arrendi. Il presidente ci spieghi come si esce dall’impasse”. Aggiunge: “Anche io voglio un governo votato dal popolo, siamo alleati con chi sostiene il nostro programma”. E conclude: “Al voto prima possibile, ma non a fine luglio”.

COTTARELLI VEDE MATTARELLA
Intanto il premier incaricato Carlo Cottarelli è salito di prima mattina al Quirinale per un incontro informale con Sergio Mattarella. Poi, senza rilasciare dichiarazioni, è tornato al lavoro alla Camera (dove ha una stanza a disposizione). Sull’esito dell’incontro si affacciano due ipotesi: la prima è che l’ex commissario alla spending review si sia consultato con il capo dello Statosull’avanzamento del lavoro sui ministri, che si sta dimostrando più complicato del previsto. La seconda è che invece i due abbiano fatto il punto sull’opportunità di bloccare il governo neutrale e concedere un’ultima possibilità a Lega e M5s dopo la riapertura della trattativa giallo-verde.

COTTARELLI IN DIFFICOLTA’ SUI MINISTRI
L’ex commissario alla spendig review ha dovuto – secondo quanto trapelato da fonti parlamentari – far fronte a numerose rinunce di figure di primo piano che avrebbero dovuto entrare al governo. Per questo non ha sciolto la riserva, rinviando tutto a oggi.

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