Braccio di ferro Italia-Francia su Stx, ma a picco va Fincantieri

Parigi vuole il controllo a metà sui cantieri navali transalpini. Con Hollande era stata trovata la quadra sul controllo in mano italiana, Macron ha preteso di riaprire il tavolo. Calenda: “Non andiamo avanti senza condizioni”. Padoan: “No ragioni per cedere maggioranza”   www.repubblica.it

Il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, in occasione dell’assemblea generale di Assolombarda poche settimane fa aveva messo le cose in chiaro: “Tutti applaudiamo alla vittoria di Macron come possibile salva-Europa, ma le sue prime mosse sono state di difendere i cantieri Stx contro l’acquisizione da parte di Fincantieri. Non crediamo che possa essere lui a risolvere i nostri problemi”, aveva sostenuto in sintesi. A pochi giorni di distanza, tutto torna e a pagare il conto è il titolo dell’azienda italiana partecipata dallo Stato che crolla a Piazza Affari di oltre tredici punti percentuali nella mattinata, per poi chiudere a -8,7%.

Tra Roma e Parigi è infatti ripartito il braccio di ferro per il controllo dei cantieri Stx, che Fincantieri ha acquistato all’asta presentando l’unica offerta degna di aggiudicazione. Sotto la presidenza Hollande si era giunti a un accordo che avrebbe visto un nocciolo di azionisti italiani (oltre ai cantieri era scesa in campo la Fondazione Cassa di Risparmio di Trieste) alla maggioranza assoluta (66,7%) e il governo italiano ha sempre sostenuto che fosse un patto vincolante. Ma uno dei primi passi del neo presidente è stata proprio la richiesta di ridiscutere quella intesa.

Negli ultimi giorni, infatti, l’Eliseo ha rilanciato chiedendo un controllo paritario al 50% di Stx, proponendo in tal caso di allargare la collaborazione anche sul lato militare della cantieristica. Lo sviluppo sarebbe importante dal punto di vista industriale per Fincantieri, ma per parte italiana non si può scappare dal fatto che all’azienda partecipata dallo Stato tricolore siano date le chiavi della governance della nuova società. Proprio ieri, sul fronte francese, il ministro dell’economia, Bruno Le Maire, davanti alla Commissione degli affari economici del Senato, era venuto allo scoperto: “Aspettiamo la risposta del governo italiano” sulla proposta di un’azionariato diviso a metà fra Italia e Francia, ha detto ai senatori aggiungendo di sperare in una risposta positiva. In caso di esito negativo – è stata la sua conclusione – tutto si deciderà “entro la fine di questa settimana”. Ma ha mostrato i muscoli dicendo che se l’Italia dovesse rifiutare, Parigi sarebbe pronta a esercitare il diritto di prelazione.

Una posizione per la quale l’omologo italiano Pier Carlo Padoan ha espresso “rammarico”, ricordando che “non c’è motivo per rinunciare al controllo su Stx”. Dal canto suo, Calenda ha risposto a muso duro facendo presente che “su Stx siamo stati chiari fin dal principio. Il precedente Governo francese ha chiesto a Fincantieri di interessarsi, e Fincantieri lo ha fatto con un progetto industriale solido che ha alcune condizioni fondamentali. Queste condizioni sono conosciute dal Governo francese, dal precedente che ha firmato un accordo e dall’attuale: non abbiamo nessuna intenzione di andare avanti se queste condizioni non ci sono”.

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