Istituto Penitenziario di Isernia: documento congiunto delle sigle sindacali

carcere iserniaLa Casa Circondariale di Isernia è uno dei tre istituti di pena presenti nella Regione Molise oltre alla Casa di Reclusione Campobasso e la Casa di Reclusione di Larino. In termini di capienza detenuti la C.C. di Isernia è quella che ne può ospitare di meno ma in ogni caso, pur facendo registrare una presenza di 54 detenuti al 27 maggio 2014, la Direzione dell’Istituto deve garantire, rispetto alla gestione dei detenuti, tutte le previsioni della normativa di settore (ordinamento penitenziario) alla stessa stregua di un Istituto con capienza maggiore.

Per l’assolvimento dei compiti istituzionali è quindi previsto un reparto di polizia penitenziaria e la presenza di personale civile del comparto ministeri (assistenti amministrativi, contabili, educatori, funzionari di area giuridico pedagogica ecc) sulla base di apposite piante organiche, per tutte le attività amministrative connesse.
Le piante organiche non sono comunque attuali perché non rispondono ad una adeguata rilevazione dei carichi di lavoro degli operatori dei due comparti (sicurezza e ministeri) che molto spesso non sono contestualizzati alla normativa sia nazionale che comunitaria.
Ciò significa che il complesso dei diritti e dei doveri del personale previsto nei contratti diventa poco compatibile con l’obbligo di garantire i compiti istituzionali (esecuzione misure privative della libertà personale, ordine e sicurezza degli istituti, osservazione e trattamento, traduzioni e piantonamenti dei detenuti).
Affianco al suddetto personale troviamo poi molti altri operatori (volontari, insegnanti della scuola carceraria, medici, infermieri dipendenti e convenzionati con le ASL) che frequentano l’istituto e che inevitabilmente “fruiscono” degli spazi della struttura anche se gli stessi sono caratterizzati dalla sufficiente manutenzione.
Il sovraffollamento delle carceri è un argomento molto attuale tanto più se si considera che proprio in data 28 maggio u.s. è scaduto il termine concesso dalla CEDU (Corte Europea dei Diritti dell’Uomo) all’Italia per adeguare la situazione carceraria rispetto a quanto sancito nella sentenza del 3 maggio 2013 nota come sentenza “Torreggiani”, a seguito della quale è stato riscontrato nei penitenziari italiani, a fronte del sovraffollamento, un trattamento disumano e degradante del detenuto.
Sono noti i vari interventi in merito da parte del Presidente della Repubblica per trovare una soluzione idonea al problema (provvedimento di amnistia, indulto)
Comunque dal 2013 sono stati emanati vari provvedimenti legislativi (c.d. svuotacarceri) che hanno determinato un effetto deflattivo sulla presenza dei detenuti migliorando, di conseguenza, le condizioni detentive degli stessi.
Da non trascurare, però, che negli ambienti in cui sono reclusi i detenuti caratterizzati dalla scarsa manutenzione, sono presenti per i controlli, nell’arco delle 24h gli appartenenti alla polizia penitenziaria e, se tali ambienti non sono salubri ed igienicamente regolari per i detenuti, NON lo sono nemmeno per il personale.
Uno dei diritti fondamentali costituzionalmente garantito è quello relativo alla salute che come ben noto dal 2008, dopo il passaggio della Sanità Penitenziaria al Servizio Sanitario Nazionale, grava, per effetto distorto del principio di federalità, sul servizio sanitario regionale su cui insiste l’Istituto.
Premesso che l’Amministrazione Penitenziaria Dap (Dipartimento Amministrazione Penitenziaria) ha previsto per gli istituti dell’Abruzzo e Molise il riferimento territoriale del Prap (Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria) con sede di dirigenza generale in Pescara, si assiste, per effetto delle previsioni e degli stanziamenti diversificati dei due diversi servizi sanitari regionali (Abruzzo – Molise) ad una differente tutela del diritto alla salute dei detenuti che, come ben noto, trattasi di diritto costituzionalmente garantito.
Questa doverosa premessa era necessaria per affrontare le problematiche che sono state rilevate nell’incontro tenutosi il 20 maggio u.s. presso l’assessorato alle politiche sociali con il Vice Presidente della giunta Regionale Dott. Michele Petraroia che, grazie alla sua sensibilità personale ed istituzionale ha ritenuto, dopo una visita presso le carceri di Isernia di convocare le OO.SS. del personale di Polizia Penitenziaria per condividere soluzioni adeguate, anche alla luce della prossima visita del Pontefice presso l’Istituto di Isernia programmata al 5 luglio p.v..
E’ chiara la necessità di interventi sulla struttura per la manutenzione degli spazi comuni, delle celle e delle docce, proprio per aumentare la vivibilità per tutti (detenuti e operatori) del penitenziario e, nello stesso tempo, rappresentare un adeguato “biglietto da visita” del mondo penitenziario regionale in occasione della presenza del Papa.
Per rilanciare l’Istituto di Isernia potrebbe essere importante l’opportunità di utilizzo di un repartino composto di n. 4 celle che potrebbe ospitare, anche secondo il progetto dei circuiti regionali predisposto dal Prap di Pescara, almeno n. 8 detenuti affetti da patologie psichiatriche e ciò potrebbe costituire il polo regionale in tal senso, alla stessa maniera in cui gli istituti di Teramo e Pescara costituiscono analogo riferimento per la Regione Abruzzo.
E’ chiaro che la gestione dei detenuti suddetti necessita, così come già previsto per gli Istituti Abruzzesi, della presenza continua e regolare dei medici del SIAS (Servizio Integrativo Assistenza Sanitaria) e di personale infermieristico, oltre a quella di uno specialista psichiatra per un considerevole numero di ore giornaliere, tanto più se si considera che l’Ordinamento Penitenziario (Legge 354/75) all’art 11, prevede espressamente che in ogni istituto debba essere assicurato il servizio psichiatrico interno.
Inoltre, non potrà procedersi all’apertura del repartino se prima non sarà prevista l’assegnazione di personale di polizia penitenziaria da destinare alla sorveglianza.
In maniera analoga, cioè potenziando il personale di polizia e provvedendo all’installazione di impianti per la video sorveglianza, si potrà procedere all’attivazione dell’altro repartino (reparto zero) indicato nel verbale costituito da quattro camere (capienza 10 detenuti) che potrà essere destinato alla gestione di situazioni particolari quali quelle dell’isolamento giudiziario, isolamento sanitario e per motivi di opportunità penitenziaria.
Parallelamente dovrà essere previsto il potenziamento del personale dell’area pedagogica e l’aumento delle ore destinate agli esperti di cui all’art. 80 O.P. (Psicologo, Criminologo ecc).
Insomma è necessario attribuire la giusta attenzione alle problematiche sopra evidenziate per consentire un’adeguata gestione delle complesse situazioni dell’istituto di pena di Isernia, tra l’altro riscontrabili in ogni altro carcere, sia relativamente ai detenuti che al personale.

FP CGIL N. Farina
FP CISL M. Della Ventura
CISL FNS M. Laudati
UIL PA L. Di Michele

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