Isernia/ L’imprenditoria a sostegno del sociale: l’esempio di Carlo Izzi che assume un ragazzo della Lai

Un patto ambizioso, importante, sensibile. Oseremmo dire lungimirante. È quello siglato tra il mondo aziendale e quello sociale, che mette al centro un tema delicato: l’inserimento al lavoro delle persone diversamente abili. Succede a Isernia, in quello che è possibile individuare come il laboratorio molisano per eccellenza in questo campo: la cooperativa sociale Lai del presidente Antonio Santoro, che d’ora in poi viaggerà a braccetto con un privato dall’animo nobile, Carlo Izzi, titolare di un’attività di „bricolage e fai da te‟. Andando con ordine, il presidente di Confcooperative Molise, cav. Domenico Calleo, ha presentato l’iniziativa nazionale denominata “Fuori posto, il lavoro dove non te l’aspetti‟ che “punta forte sull‟inserimento nel mondo del lavoro delle persone diversamente abili con un progetto rivolto a ben 60mila persone occupate nelle cooperative sociali di tipo B”. C’è da dire che in 18mila sono impiegati in oltre duemila cooperative sociali e che i settori su cui si punta di più sul mercato sono l’agricoltura sociale, le costruzioni e soprattutto i servizi.

“In Molise, in 23 cooperative sociali diamo la possibilità di inserimento lavorativo a circa 100 soggetti svantaggiati – spiega il presidente Calleo –. Numeri da far crescere con l’aiuto di istituzioni e aziende. È una questione culturale, per esempio bisognerebbe prendere a modello la Lai. Confcooperative è al fianco di tutte le aziende che vogliano sposare progetti di questo tipo”. Ed ecco che entra in campo Antonio Santoro, consigliere di Confcooperative e presidente della cooperativa sociale Lai di Isernia, che occupa i ragazzi in attività come la lavorazione della ceramica, il giardinaggio, l’apicoltura, la coltivazione dei prodotti dell’orto: “Non potevamo non essere in prima fila. Con l’imprenditore amico Carlo Izzi abbiamo stilato l’idea “Adotta un posto in Lai‟, nuova forma di collaborazione tra privato e sociale. L’idea di adottare un posto in Lai e, se possibile, avere un ritorno anche per l‟imprenditore per noi è bellissima: il lavoratore è qui ed è seguito dalle nostre operatrici, esprimendo però un vero e proprio lavoro”.

Un progetto spiegato nel dettaglio dall’imprenditore Carlo Izzi: “La molla che ha fatto scattare la scintilla è stato un fatto avvenuto in azienda, quando una nostra collaboratrice ha avuto un problema familiare, il marito si è ammalato, e c’è stato un grande gesto di solidarietà, tutti hanno donato le proprie ferie alla collega. E noi azienda abbiamo aggiunto un 25% ulteriore. Un gesto solidale che ha fatto cambiare il vento in azienda. Ho incontrato Antonio Santoro, ci abbiamo lavorato insieme e abbiamo creato il brand “Izzi per il sociale‟ a sottolineare che nel nostro fare impresa il sociale deve essere quotidiano. E un ragazzo della Lai sarà nostro dipendente pur restando in cooperativa”. Dal punto di vista normativo, il riferimento fondamentale è la legge 68 del 1999.

A parlarne con dovizia di particolari è il dottor Angelo Maio, responsabile del Centro Impiego di Campobasso e referente delle categorie protette: “La norma ha messo a disposizione gli strumenti, primo tra tutti il comitato tecnico che valuta sulla base della scheda elaborata dalle commissioni Inps e Asl la possibilità di occupare un soggetto diversamente abile in una certa postazione. Inoltre, si pronuncia sulla stipula di convenzioni tra azienda e cooperativa sociale per l‟utilizzo formativo nella cooperativa o per l‟assunzione nell’azienda dello stesso. I tipi di convenzioni sono tre: l‟articolo 12 prevede un’attività formativa in cooperativa dopo l’assunzione all’interno dell’azienda; il 12 bis prevede il conferimento di una commessa da parte dell’azienda alla cooperativa sociale. Infine, il 237 è un’ulteriore possibilità di convenzioni quadro fatte sempre sulla base di commesse”. Spesso le aziende, che proprio per la legge 68 hanno l’obbligo di assumere persone diversamente abili, preferiscono pagare sanzioni piuttosto che adeguarsi alla normativa.

“In Molise nel 2002 nacque un comitato per gestire queste risorse, si parla di circa un milione di euro che però non si sa che fine abbia fatto. Spero che l‟assessore si faccia carico del problema e che porti in giunta la delibera dello schema di convenzione, fondamentale per instaurare rapporti tra aziende e cooperative sociali. Bisogna superare lo schema dell‟obbligatorietà e considerare il disabile un valore aggiunto. Serve uno scatto culturale. Ma ripeto, senza gli adeguati strumenti non è possibile. Bisogna applicarli al più presto”.

L’assessore regionale al lavoro, Luigi Mazzuto, prende un impegno con gli attori in campo: “Bisogna lavorare innanzitutto sulla cultura e quindi la formazione culturale delle aziende. Per quanto riguarda la Regione, posso assicurare che a breve porteremo in giunta la delibera che costituisce due comitati tecnici della provincia di Campobasso e della provincia di Isernia”.

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