Il commento/ Non finisce qui, arrivano le spiegazioni per le provinciali di Isernia

di Massimo Dalla Torre
I chiarimenti/spiegazioni sulla questione/imbarazzo che si e’ venuta a creare in merito all’elezione del presidente della provincia di Isernia sanno molto di “minestra riscaldata”, buona solo a buttare fumo negli occhi di chi ha volto la propria attenzione sulle varie prese di posizione, ma principalmente sui distingui che stanno agitando le acque politiche Molisane.

Distingui e prese di distanze che da giorni, tengono banco non solo nei palazzi del potere ma soprattutto sulla stampa che ha fatto da cassa di risonanza alla questione che si potrebbe titolare “svista anomala” senza sapere che un detto popolare che, ingentiliamo per non essere scurrili dice: che i fatti della pignatta li sa solo il cucchiaio.

Detto che abbiamo voluto abbinare alla questione che, ancora una volta, mette in mostra come “l’orto” non deve essere assolutamente “ricoltivato”, ma deve rimanere intatto perché usa “la sterilità” e il “non senso” come concime. Una spiegazione, che, non e’ assolutamente chiarificatrice in quanto, mai come questa volta le fazioni amiche, forse, aggiungiamo noi, sono uno contro l’altro sotto tutti i punti di vista, tant’e’ che chi siede ai vertici ha detto a chiare lettere “ci rivedremo a Filippi” cioè appuntamento alle prossime elezioni.

Minaccia che riserva eclatanti sorprese che sicuramente potrebbero vedere possibili ulteriori salti di fossi e di conseguenza rinnegare il credo politico, anche se questo e’ solo un titolo di facciata che può essere cambiato in qualsiasi momento. Un non credo che mette in evidenza come la guerra dei casati non si e’ mai interrotta. Una tenzone in cui i “jaccuse” non mancano tanto da far arroccare ancora di più chi crede di poter dominare i tanti feudi che caratterizzano la ventesima regione dello stivale. Realtà che presenta aspetti politici, caratterizzati da “moti perpetui”, ovviamente non musicali, anche perché la musica in questa fattispcecie e’ monotona e poco armonica.

Note scritte su di un pentagramma sbrindellato e rabberciato dove e’ difficile leggere gli accordi anche se l’orecchio musicale degli elettori da tempo si e’ affinato. Una situazione che ha assunto i toni del grottesco perché l’arrampicata sugli specchi dei vari attori della vicenda aumenta ancora di più l’impreparazione che in politica non necessita se si vuol veramente governare; evidentemente nel Molise questo non e’ essenziale anzi e’ superfluo; il che accentua ancora di più l’epilogo, cioè l’elezione di un candidato, anche se appartenente alle proprie schiere, non gradito, non vorremo di facciata e di conseguenza da non eleggere.

Elezione che molti hanno accomunato a quanto accaduto a Campobasso dove nonostante la corazzata schierata a salvaguardia del porto/fortilizio e’ stata affondata da un cacciatorpediniere battente cobandiera penta stellata/PD, proprio come quella che si appresta a sventolare sul Paese.

Elezione che avrà conseguenze che, per ora non sono evidenziabili, perché si e’ volutamente messo in mare per sfidare i marosi un “pilota” che la politica usa ogni qualvolta ci sono intoppi, imbarazzi e rinfacci; ecco perché qualche graduato dell’equipaggio ha cercato di correre ai ripari tramite una nota sui fatti anzi sui misfatti nonostante il ponte di comando indicava altro; comunque non finisce qui ne siamo più che sicuri…

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