Il commento/ Lotto zero e Nencini a Pettoranello

Riceviamo e pubblichiamo

E’ emblematico che durante la festa del Psi a Pettoranello, nel riedito clima della Milano da bere degli ’80 (quella che ha precorso il nefasto ventennio berlusconiano), con miliardi annunciati a destra e a manca per le cordate affaristiche pronte a mettervi le mani,  nessuno ha parlato dei trentacinque operai cantonieri part time precari della Provincia da stabilizzare, ad oggi rimasti senza lavoro a fronte di una manutenzione stradale e di piani neve che fanno acqua da tutte le parti.

Mentre il viceministro del Psi Nencini non ha esitato a vantarsi dell’avvio dell’ormai famigerato  “progetto  Lotto zero”  nel 2019 inutile e dannoso, facendo un generico riferimento alla delibera CIPE del 7/8/2017 tratto dal “Fondo Coesione Sociale” (il che suona beffardo a fronte dei suddetti cantonieri che hanno perso il lavoro  e delle tante opere utili reclamate e non previste).

Invero delibera CIPE del 7/8/2017 ancora non è stata pubblicata e  v’è solo una comunicazione dell’esito della seduta, dal quale tuttavia non pare evincersi un riferimento al nostro “lotto zero” : nell’ambito del FSC si indicano  3,4 miliardi per la banda larga; 1,3 miliardi per “giovani imprenditori del sud”; fondi non specificati per “aree degradate” e “piano periferie”;  162 milioni per infrastrutture dell’Emilia Romagna.  Né detti riferimenti vi sono nelle altre voci diverse dal FSC.

Insomma vedremo meglio: ma dai siti del CIPE e dell’ANAS nulla risulta, né alcuno ha mai esibito questa delibera fantasma, il che rende ancora più torbida tale intricata vicenda sotto il profilo  della trasparenza e delle camarille di quella borghesia del cemento che l’attornia.

L’unico dato pubblicato è il finanziamento regionale (preso dal FSC) di circa 4 milioni di euro per i tre progettisti uniti nell’ATI in buona parte già incassato dagli stessi (cui si sarebbe aggiunto un milione e mezzo stante una dichiarazione dell’assessore regionale Nagni), concesso in due tranche su richiesta della ex Giunta comunale di Isernia di destra, frutto di un intricato iter partito nel 2004 da circa 258 mila euro e giunto al 2008 a circa 4 milioni (iter peraltro sotto inchiesta).

Per il resto esiste solo un quadro economico prospettato dal Comune di Isernia (capofila per Miranda e Pesche) anch’esso lievitato per motivi oggetto di inchiesta dai 18 milioni del 2005 a circa 170 milioni attuali.

Vieppiù l’assessore regionale ai LL.PP. Nagni – dello stesso governo Frattura con cui Nencini vanta di sancire stretta alleanza – nella seduta del 2 maggio scorso dichiarò che non v’era alcun finanziamento CIPE in vista per il Lotto zero e comunque anche in tal caso sussiste la assoluta contrarietà della Regione Molise al progetto del Lotto Zero (risposta orale ad un’interrogazione di Petraroia !

Sicché Nencini si vanta di sostenere questo scempio ambientale ed erariale: 175 milioni e mezzo per collegare 5 Km tra Miranda e Pesche (35 milioni a Km) con otto viadotti e due gallerie (!!!), che peraltro sono già collegati con la strada attuale mai trafficata se non con pochissime auto, che li collega in 3 minuti alla superstrada verso Castel di Sangro. Una follia.

E su tutto questo, ribadiamo, pende anche inchiesta penale, erariale  e presso l’ANAC.

Noi proponiamo un’alternativa.

Recupero all’erario dei 5,5 milioni destinati alla sola progettazione, riconversione dei 170 milioni CIPE per il FCS (se davvero ci sono)  per un piano straordinario per la vera occupazione locale, a partire dall’edilizia per opere di cui c’è veramente bisogno: messa in sicurezza del territorio locale a partire dalle frane, bonifiche ambientali e fluviali, messa in sicurezza ed efficientamento energetico degli edifici pubblici e privati, abbattimento delle barriere architettoniche, manutenzione e rinforzo dell’attuale rete stradale, tanto per citare alcuni esempi.

Insomma il “LOTTO ZERO” non solo è inutile, ma soprattutto è dannosa: il grosso è come al solito ai soliti speculatori e  non all’occupazione; al folle spreco erariale, si aggiungono le interferenze con le sorgenti San Martino, la cementificazione selvaggia, il consumo  enorme del verde, distruzione dell’agricoltura,  il deterioramento del paesaggio, tanto per citare qualcosa.

L’opera non è dunque “pubblica” poiché manca, appunto, l’interesse pubblico alla stessa.

E allora a chi interessa ? Lasciamo all’intelligenza dei lettori la risposta.

IL COORDINATORE Tiziano Di Clemente

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