sabato, Dicembre 13, 2025
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Il Pcl denuncia polemiche elettoralistiche sulla vertenza ex cantonieri a Isernia

Riceviamo e pubblichiamo

La stampa locale ha dato gran risalto all’uscita fatta da un consigliere della maggioranza di destra del Comune di Isernia, che ex abrupto si è preoccupato solo ora di intervenire sulla vertenza in corso per la stabilizzazione degli ex operai cantonieri precari della Provincia di Isernia per dire che essa sarebbe “frutto di manovre pre elettorali”. Questi operai stanno solo rivendicando con una lotta assidua un loro diritto al lavoro, connesso ad un interesse collettivo alla viabilità e al piano neve, per il quale invero il predetto consigliere non ha mai mostrato alcun interesse. Ci pare perciò evidente il carattere ipocrita, strumentale e fuori luogo dell’uscita del consigliere comunale, che dovrebbe semmai biasimare se stesso e la sua maggioranza comunale di destra, non avendo mai mosso mai un dito per sostenere tale importante vertenza lavorativa; e quando ci fu l’assemblea dei rappresentati comunali sul tema presso la provincia, non una parola fu pronunciata dal Comune di Isernia. Invero proprio noi, da sempre, ed insieme al comitato operaio dei cantonieri, denunciamo anche a Isernia la finta democrazia borghese per i condizionamenti esercitati sul momento elettorale, laddove nel sistema capitalistico il lavoro è anche fonte di ricatto: ma non pare che l’area politica di destra a cui appartiene il suddetto consigliere non si possa annoverare tra le più prestigiose maestre di politiche clientelari.

Ma se questa vertenza è stata mantenuta in vita, è solo grazie alla lotta continua e alla tenacia del “Comitato ex operai cantonieri Osvaldo Pallotta”, a parte il nostro sostegno come Pcl Molise nei limiti delle nostre modestissime forze, nel disinteresse diffuso tra Comuni e consiglieri provinciali che pure dovevano avere a cuore la viabilità e il piano neve, e delle burocrazie sindacali (l’unico intervenuto con prontezza e coerenza sul piano sindacale è a tutt’oggi solo quello segretario regionale del CSA Di Schiavi). Ed è pur vero che le vie di soluzione immediata su cui si sta muovendo adesso la Regione si sono aperte solo ora a seguito di ultime novelle normative: ma sempre in mezzo ai soliti assurdi paletti antisociali ed antioperai posti dal governo dei padroni, all’ostracismo e alla mala gestio dei suoi epigoni locali. Ostilità di classe che finiranno solo quando si riuscirà a costruire un governo dei lavoratori In conclusione, caro consigliere comunale di Isernia: da un lato non hai detto o fatto nulla per sostenere tale vertenza, dall’altro diffondi solo ora un’improvvisa sparata, quasi a dispiacerti del momento in cui si aprono spiragli; sicché il combinato disposto di queste due condotte fanno ritenere che abbia posto le tue ipocrite diatribe elettoralistiche, di bassa lega, al di sopra i questa lotta per il lavoro. Ma agli operai in lotta questo teatrino di camarille fra le varie fazioni della borghesia locale di destra o del PD, espresse anche da questo consigliere, non interessano per nulla, né consentiremo che esse si consumino sempre sulla pelle dei lavoratori e delle loro lotte.

 Partito Comunista dei Lavoratori – Sezione MOLISE

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Comune di Cagliari: 95 Posti di lavoro a tempo indeterminato

Nuove assunzioni in Comune a Cagliari per oltre 100 figure professionali. L’amministrazione comunale del capoluogo sardo, ha aggiornato il proprio piano assunzioni per il triennio 2017/2019 annunciando l’intenzione di inserire ben 95 risorse di personale. Saranno quindi indetti nuovi bandi di concorso mirati a nuove assunzioni a tempo indeterminato in diverse aree funzionali del Comune di Cagliari.Ecco tutto quello che c’è da sapere sulle assunzioni in arrivo a Cagliari.

La Giunta comunale di Cagliari ha quindi approvato l’aggiornamento del piano di assunzioni valido per il triennio 2017 – 2019, come confermato da una recente nota pubblicata sul sito internet del Comune di Cagliari.

Ricordiamo che il piano di assunzioni si era reso necessario per far fronte alla grande carenza di personale che il Comune e i cittadini lamentano da tempo, favorito dallo sblocco del turn over da parte del Governo. Le assunzioni totali saranno quindi 95 entro il 2019, con inserimenti stabili a tempo indeterminato. Vediamo quindi quali saranno i settori interessati da tali assunzioni.

Profili ricercati

Delle assunzioni previste, 42 saranno effettuate nel corso del 2018 e 53 nel 2019. Le figure ricercate saranno le seguenti:

  • Istruttore Direttivo di Ragioneria;
  • Assistente Sociale;
  • Istruttori Amministrativo Contabili;
  • Commessi Custodi;
  • Istruttori Agenti di Polizia Municipale;
  • Istruttori Tecnici, profilo Geometra / Perito Edile.

candidatura

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La Polizia di Isernia aumenta i controlli su territorio pentro

Questi primi venti giorni del 2018 hanno fatto emergere un dato da non sottovalutare.

I controlli su strada ad opera degli equipaggi della stradale di Isernia ed Agnone, hanno registrato, oltre a tante altre infrazioni al codice della strada, la mancanza della copertura assicurativa di oltre 20 veicoli in transito sul territorio della provincia di Isernia.

Di fronte a tale preoccupante fenomeno, la Polizia stradale ha aumentato gli sforzi per contrastarlo, mettendo in campo un numero maggiore di pattuglie, in particolare nelle localita’ turistiche molisane.

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Diocesi di Isernia-Venafro, in arrivo Procedimenti Canonici

Riceviamo e pubblichiamo

Alla luce del momento difficile che stiamo vivendo e proteso al futuro di questa Chiesa, desidero condividere con Voi alcuni pensieri ed alcune decisioni in merito a diversi fatti che hanno visto coinvolti in vario modo dei sacerdoti di questa Diocesi. Le mie parole non scaturiscono in risposta al clamore mediatico che si è generato in queste ultime settimane nei confronti di uno dei fatti su menzionati; sono generate dall’amore per la giustizia e la verità. È vero: me ne starei volentieri in silenzio, come un padre che sta di fronte ad un figlio che è caduto in qualche genere di disgrazia.

E il figlio, in questo caso, ha il volto della nostra Chiesa locale. Come suo membro, non posso negare che queste vicende mi addolorano profondamente proprio per questo: perché tornano a far sanguinare una ferita tuttora aperta. Sebbene sia qui da poco più di tre anni, posso dire di conoscere quanto accaduto in passato: conosco i fatti che sono documentati e conosco anche tutto il cammino che questa Chiesa ha fatto e continua a compiere nello scegliere la verità e la trasparenza. Vorrei che sia chiaro questo: la Chiesa che mi onoro di servire sa guardarsi dentro e fare i conti con i propri errori; la Chiesa di cui sono padre nella fede e della quale mi sento figlio sceglie di stare senza se e senza ma dalla parte delle vittime (siano esse singole persone o intere comunità ecclesiali) e di trattare secondo giustizia i responsabili.

Questo accade quotidianamente e costantemente, anche per fatti che non sono ancora di dominio pubblico e che non per questo sono meno importanti. In nessuna circostanza ho pensato di esimermi dalla responsabilità legata al mio servizio. Ho piuttosto scelto di farlo con particolare premura e attenzione. E questo ha richiesto il silenzio, almeno in una prima fase, in questa come in altre circostanze. Provo a spiegarvi perché. Ho ritenuto fondamentale tutelare la riservatezza, verificare l’attendibilità, collaborare con la Magistratura nel vagliare le responsabilità personali. Ho ascoltato il più possibile: i sacerdoti coinvolti in varie forme, i fedeli della Parrocchia presenti in alcuni dei fatti accaduti, altre persone interessate per vari motivi. Non ho potuto confrontarmi solo con chi ha scelto la via mediatica, a scapito della possibilità di 2 dialogo e di collaborazione. Ma, nonostante questo, la mia scelta è stata chiara fin dal principio: ho cercato un costante confronto con la Magistratura.

Incredulo e addolorato da quanto stava accadendo, ne ho preso atto. Seguendo l’esempio di Sua Santità, Papa Francesco, ho agito in comunione con lui. Perciò, ora posso dirlo a chiare lettere: a proposito dei fatti in questione anche se penalmente non ci fosse rilevanza, canonicamente, cioè secondo le regole che come Chiesa ci siamo dati, siamo in dovere di prendere provvedimenti disciplinari, perché non possiamo accettare fraintendimenti. Sappiate, dunque, che sono stati avviati o in procinto di esserlo dei Procedimenti Canonici.

Tuttavia, questo non mi impedisce di guardare con misericordia i sacerdoti coinvolti in queste vicende e i confratelli che hanno attraversato esperienze simili: la nostra fragilità non toglie nulla al Vangelo e alla sua capacità di servire la felicità della persona; la nostra fragilità non impedisce a Dio di operare cambiamenti e conversione anche nel cuore di chi sbaglia. Per questo, innanzitutto desidero chiedere perdono, anche a nome di tutta la Chiesa Diocesana: a chi soffre nel presente e a chi ha un passato di profondo dolore, alle singole persone e alle loro famiglie, alle Comunità parrocchiali coinvolte in vario modo. Chiedo perdono per le vicende passate e per quelle che hanno ancora forti ripercussioni nel presente. Sono qui per questo. Ma permettetemi di aggiungere ancora un’ultima parola: grazie. Grazie a chi ci aiuta a fare più trasparenza, per amore alla verità e alla giustizia. È mio profondo desiderio veder guarire questa Chiesa dai propri mali, attraverso opere di carità concreta e attraverso percorsi di formazione permanente del clero. Grazie a chi avrà il coraggio, dopo questi eventi, di presentare a me, come Vescovo, situazioni in cui sacerdoti o cristiani hanno tradito, non hanno dato buona testimonianza. Mi rivolgo a coloro che hanno visto la loro vita segnata per sempre: sappiano di trovare in me e nella Chiesa che mi onoro di servire ascoltatori attenti, disponibili a fare la propria parte fino in fondo e ad indirizzare alla Magistratura, lì dove le competenze del solo Tribunale Ecclesiastico non fossero sufficienti. Questo risulterà fondamentale per restituire a questa Chiesa la credibilità e l’onestà che le derivano dall’operato di tanti uomini e donne di buona volontà. Grazie, infine, per tutto il bene che silenziosamente e umilmente viene compiuto. Questa è la Chiesa che amo: quella che ha il cuore di tanti presbiteri di questa Diocesi che vivono con autenticità e piena dedizione il proprio ministero sacerdotale; quella che ha il volto di tanti religiosi e di tante religiose che si adoperano instancabilmente; quella che ha le mani operose dei diversi diaconi che si dedicano a qualunque servizio venga loro chiesto; quella che ha i tratti di tutti i gruppi, i movimenti e le associazioni laicali che, seguendo il proprio particolare carisma, rendono questa realtà più bella, oserei dire “profetica”. Questa Chiesa che amo e di cui non sono degno di essere pastore vorrei che avesse i lineamenti di Maria, Via Lucis, nostra Madre: gli occhi pieni di misericordia, la bocca capace di proclamare – cantando! – le lodi di Dio, le braccia spalancate per costruire quella Chiesa della Misericordia che osa dare la vita per uno solo: Cristo.

+ Camillo Cibotti, Vescovo

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Successo per il convegno: “Il basket in carrozzina, allenamento e prestazione sportiva”

Riceviamo a pubblichiamo

Ha avuto un grande successo il seminario dal titolo “Il Basket in carrozzina allenamento e prestazione sportiva, dall’aula al campo di gioco” che si è svolto al Cus Molise organizzato dall’Università degli Studi del Molise (corso di Laurea in Scienze e Tecniche delle attività motorie preventive e adattate) moderato da Anna Lemme (allenatore Fipic) che ha visto la partecipazione di ospiti illustri quali i vertici della Fipic (con in testa il suo presidente Fernando Zappile), il coach degli azzurri Carlo Di Giusto, tre cestisti della nazionale e ospite d’eccezione la signora Maria Stella Maglio, moglie del dottor Antonio Maglio, il neurochirurgo pioniere della riabilitazione e dello sport terapia. Al convegno hanno partecipato gli studenti Ampa. Con loro anche alcuni ragazzi dello Scientifico e dell’Ipia. E’ stata una mattinata all’insegna del confronto e dello sport vissuta a contatto con chi ha raccontato le proprie esperienze di vita e ha fatto della pallacanestro la sua ragione di vita. Ad aprire i lavori il professor Calcagno presidente del corso di laurea in Scienze Motorie Sportive ed Ampa. “Avere la possibilità di confrontarsi con relatori di un certo calibro è sicuramente importante. Come Università siamo sempre stati attenti e interessati a eventi di questo tipo e cercheremo di organizzare altri appuntamenti anche in futuro”. La signora Maria Stella Maglio ha sottolineato il valore degli atleti diversamente abili. “Ho sempre avuto una particolare attenzione per la disabilità – spiega la Maglio – termine quest’ultimo che non amo particolarmente. Gli atleti diversamente abili riescono a fare cose eccezionali. Un immenso grazie va al presidente Fernando Zappile e al coach Carlo Di Giusto per quello che fanno ogni giorno per la pallacanestro in carrozzina e per lo sport”. Il ricordo della signora Maglio è andato poi al marito Antonio Maglio pioniere dello sport paralimpico. “Lui ha fatto sempre tutto con amore e grande passione ed è probabilmente per questo che ha raggiunto dei risultati importanti”.

Il presidente del Cus Molise Maurizio Rivellino, padrone di casa, ha rimarcato l’importanza di questi appuntamenti. “Sono giornate che aiutano a crescere non solo dal punto di vista sportivo ma anche umano – ha detto – come Cus siamo orgogliosi di poterle ospitare. Siamo stati sempre pronti a promuovere eventi di questo genere. Collaboriamo molto con il Cip Molise e abbiamo chiesto, per i prossimi Campionati Nazionali Universitari, che organizzeremo a maggio, di inserire tra le discipline anche il basket in carrozzina. Speriamo che la nostra richiesta possa essere accettata”.

Riconosco che il basket in carrozzina è uguale a quello che si gioca in piedi – ha sottolineato il presidente della Federazione Zappile – anzi ci sono due differenze: la prima è che bisogna spingere la carrozzina e la seconda è che questa disciplina è trainante per tutte le altre discipline paralimpiche. La pallacanestro in carrozzina è uno sport spettacolare che nel corso degli anni ha regalato grandi soddisfazioni (gli azzurri hanno conquistato il pass per i mondiali che si disputeranno ad Amburgo nella seconda metà del mese di agosto ndr). Zappile, poi, coglie l’occasione per fare un appunto alle istituzioni pubbliche. “Ci sono contro – dice – e vi spiego anche il perché. Noi per promuovere questa disciplina non potremmo mai pensare di avvicinare un ragazzo che incontriamo per strada perché questo gesto sarebbe visto come violazione della privacy. Io credo, invece, che sia necessaria la promozione della disciplina per farla crescere ulteriormente”.

Quando ho iniziato a giocare io – spiega nel suo intervento il coach degli azzurri Carlo Di Giusto – un preparatore ricopriva tutti i ruoli. Nel Santa Lucia, invece, ho avuto con me un preparatore Isef che curava lavori specifici per chi gioca in carrozzina. Nello stesso tempo veniva svolto un lavoro didattico importante. Ho fatto inserire 18 ore di corso per nuoto e pallacanestro per permettere la formazione di nuove figure. Dico questo perché ritengo che sia importante la figura del preparatore così come è importante curare l’allenamento”. Il coach si è poi trattenuto con Domenico Miceli, Dario Di Francesco e Simone Maggi (tre atleti azzurri) a fare pratica sul campo dando anche la possibilità agli studenti presenti di provare il basket in carrozzina. Di Giusto ha spiegato alla platea l’importanza della tecnica di tiro e l’importanza della carrozzina, fondamentale in uno sport di contatto come la pallacanestro. A chiudere i lavori ci ha pensato il professore Calcagno. “Ringrazio tutti gli intervenuti, il Cus che ha ospitato l’evento, i vertici federali della Fipic e gli azzurri intervenuti. Sicuramente lavoreremo per organizzare altri eventi di questo genere in questa stessa sede”.

La parola ai giocatori – I tre azzurri presenti insieme al tecnico Di Giusto, nel corso del convegno, hanno raccontato le loro esperienze. “Ho iniziato a giocare perché sono stato contattato in un centro commerciale di Taranto – spiega Domenico Miceli – l’allenatore della squadra della mia città mi ha avvicinato chiedendomi se volevo provare la disciplina. Da allora non ho più smesso”. Dario Di Francesco, invece, ha cominciato nel 2005 a prendere confidenza con il basket in carrozzina. “Grazie al mio fisioterapista ho provato questo sport e mi è piaciuto. Ho iniziato nel Santa Lucia, poi sono passato al Porto Torres e ora gioco a Giulianova. Quando sei in campo hai grandi stimoli e provi una spensieratezza che nessuna altra disciplina riesce a darti”. Simone Maggi ha da sempre avuto la passione per la palla a spicchi. “Ho sempre giocato a basket – spiega – poi a 17 anni mi è stato diagnosticato un tumore osseo in seguito al quale ho dovuto subire l’amputazione di una gamba. Poi mi sono trovato ad andare a vedere una partita e il primo impatto à stato negativo, non ne volevo sapere. Poi ho cambiato idea e devo dire che è stato bello. A volte sono le barriere mentali che ci frenano. Dopo cinque minuti che sono saluto sulla carrozzina mi sono dimenticato che c’era e tutto è stato normale”.

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Al via la stagione dello Sci Club Amatori Fondo Campobasso

Riceviamo e pubblichiamo

Per la gioia degli appassionati della neve,sta per partire la stagione sciistica 2018 dello sci nordico! Non appena saremo in  condizioni meteorologiche favorevoli (Presenza di manto nevoso), avremo il piacere organizzare per voi e tutte le persone interessate , Corsi di 1° e 2° livello Sci di Fondo.  Vi ricordiamo che è necessario il rinnovo della tessera FISI (sede in Via Carducci a Campobasso)   :

·        € 35,00 adulti

·        € 20,00 bambini fino ai 10 anni di età.

Per gli interessati è gradito cenno di adesione con preiscrizione a questo indirizzo di posta o tramite WhatsApp  3475984097 . Sperando in un riscontro positivo e numeroso ,è per noi un grande piacere trasmettervi i nostri più calorosi saluti…

Sci Club Amatori Fondo Campobasso

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Consorzio di bonifica del Basso Molise, il Mam chiede garanzie economiche a Facciolla

Riceviamo e pubblichiamo

Dopo che il Consiglio Regionale ha approvato a maggioranza molto ristretta la legge di riforma dei consorzi di bonifica molisani, il Movimento agricolo Molisano (MAM) ha condotto un esame approfondito del testo normativo, i cui esiti si intende di seguito esporre, in modo che i consorziati tutti possono farsi una idea seria di cosa è successo e, soprattutto, di cosa accadrà a breve.

Se si parte dalla considerazione che il principale problema dei soppressi consorzi di bonifica del Basso Molise era economico finanziario, nella legge di riforma, pur sforzandosi, non si riuscirà a trovare nessuno stanziamento regionale straordinario per ripianare i debiti pregressi degli Enti di bonifica di Larino e di Termoli oppure per finanziare le spese di manutenzione delle opere di bonifica e di esercizio di impianti irrigui; c’è infatti unicamente una vaga dichiarazione di intenti da parte della Regione di poter istituire, con un successivo atto deliberativo di Giunta, un fondo a solo garanzia dei prestiti che sicuramente il nuovo Consorzio di Bonifica del Basso Molise dovrà stipulare per ripianare i debiti pregressi dei due Consorzi soppressi. Oltre al fatto che la Giunta non avrà i tempi tecnici per istituire e per disciplinare il funzionamento di detto fondo di garanzia, è evidente subito che non è per il momento previsto che la Regione metta mano al portafoglio a sostegno del nuovo Consorzio di Bonifica del Basso Molise, in quanto potrebbe tutt’al più intervenire come garante, ipotesi al momento normativamente impossibile per quanto detto, fermo comunque restando che a indebitarsi e quindi a ripagare il prestito dovrà essere certamente il Consorzio di Bonifica del Basso Molise: e dove il nuovo ente di bonifica troverà le somme necessarie per ripagare i prestiti che dovrà stipulare? La più semplice soluzione potrebbe essere quella di richiedere ai consorziati una contribuzione aggiuntiva rispetto a quella ordinaria richiesta loro annualmente; è una alternativa molto dolorosa, sicuramente insostenibile, che mostra la fondatezza delle denunce fatte dal MAM nei scorsi mesi, rimaste purtroppo inascoltate. Ora, la possibilità che quelli paventati fino a poco tempo come rischi si concretizzino è molto più elevata, in quanto adesso c’è un atto normativo a sostegno di questa tesi balorda.

Continuando l’analisi, la legge approvata attribuisce importanti e notevoli poteri al Commissario, tra cui l’adozione di un importante quanto delicato piano di classifica per il riparto della contribuenza consortile tra i consorziati dei due enti soppressi, oltre alla ricognizione della massa debitoria pregressa dei due consorzi di bonifica di Larino e di Termoli; entrambe queste attività, per quanto supportate dal personale del nuovo Consorzio, dovranno essere svolte da un soggetto terzo esterno, da retribuire a parte; detto questo, il MAM chiede all’assessore Facciolla di chiarire se il costo di queste importanti consulenze debba gravare sulle casse del Consorzio di bonifica del Basso Molise, ossia sui consorziati, oppure se intende finanziarle la Regione, in quanto al momento si fissano nella legge approvata solo dei tempi stringenti per lo svolgimento di queste attività, senza nessuna copertura economica.

Da ultimo, è risaputo anche dai non addetti ai lavori che il tallone di Achille dei due Consorzi soppressi è l’elevato costo energetico per il pompaggio del’acqua, costo che attualmente viene scaricato integralmente sugli utenti irrigui, e questo a prescindere dal reddito da essi prodotto con le colture irrigue praticate: è evidente quindi a tutti quanto sia elevato il rischio di impresa per gli agricoltori che prelevano acqua, in presenza di prezzi dei prodotti agricoli decrescenti, fattore che disincentiva di molto l’utilizzazione della risorsa irrigua nel Basso Molise. Ebbene, rispetto a questo grande e storico problema, il MAM si sarebbe aspettato che la Regione facesse qualcosa con la riforma, ma anche in questo caso le attese non sono state corrisposte.

Alla luce di tutte queste problematiche, il MAM chiede ancora una volta all’assessore Facciolla se la sua riforma del settore della bonifica e della irrigazione non sia un beffa per gli agricoltori del Basso Molise.l

DOMENICO ZEOLI SEGRETARIO MOVIMENTO AGRICOLO MOLISANO

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Mobilità in deroga: “Il ministro Poletti è pronto a sbloccare la nostra vertenza. E la Giunta regionale?”

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Il 18 gennaio a Roma abbiamo avuto ampie rassicurazioni sia dal Direttore Generale del Ministero del Lavoro, Ugo Menziani, che dal Capo della Segreteria Politica del Ministro Poletti, Bruno Busacca. Entrambi dopo aver visto che la Regione Molise a Dicembre 2016 anziché utilizzare i 20 milioni di euro stanziati in modo vincolato con la Legge 185 del 24.09.2016 per pagare la mobilità in deroga ai 1744 lavoratori aventi diritto avviando per loro anche misure di politiche attive del lavoro, aveva adottato la Delibera di Giunta n. 638 del 30.12.2016 in cui si inventava una nuova platea di beneficiari in contrasto con la Circolare Ministeriale n. 34 del 4.11.2016 che vietava questa possibilità, si sono messi a disposizione per trovare una soluzione alla vertenza di 1744 persone del Molise.

Il 18 gennaio a Roma siamo riusciti a superare lo scambio di mail del 10 e 12 gennaio tra l’Assessore Veneziale e lo stesso Ministero sulla questione, ottenendo un risultato positivo straordinario che ovviamente deve essere condiviso e sostenuto politicamente da Frattura e dalla Regione Molise. Ebbene se per il Ministero è sufficiente una lettera del Presidente della Giunta al Ministro Giuliano Poletti per aprire un confronto politico chiarificatore e risolutivo, perché il Presidente Frattura non intende avanzare la richiesta a nostro favore? Che senso ha aver votato la Delibera n. 242 in Consiglio Regionale sul nostro problema se poi quando si apre uno spiraglio positivo il Presidente Frattura decide di non intervenire e di non agire? Perché?

La Giunta Regionale sappia che non ci fermeremo fino a quando non raggiungeremo il risultato di vederci riconosciuti i nostri diritti. Il Presidente della Regione non può rivolgersi a noi dicendoci che è disponibile ad accompagnarci a Roma, perché noi a Roma ci siamo già andati da soli e abbiamo già parlato e bene con il Ministro del Lavoro, comprendendo che l’ostacolo non è Roma ma è la Regione Molise.

Ci spieghi perché è contrario e perché continua ogni volta a parlare d’altro anziché fare il proprio dovere, rivolgersi ufficialmente al Ministro Poletti e concordare con lui le modalità di risoluzione della nostra vertenza.

P/il Comitato La Portavoce

Carolina D’Antino

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Noi con Salvini Molise/ una sede della Lega a Bojano

Il nostro primo obiettivo nell’area matesina sarà quella di aprire a breve a Bojano una nostra sede, una sezione della Lega capace di avvicinare i cittadini ed informarli sui nostri programmi e i nostri progetti su una parte della Regione che ha sofferto tantissimo e continua a soffrire per via della chiusura della Gam e di tante altre piccole e medie attività produttive, un vero e proprio colpo mortale portato avanti quasi chirurgicamente dall’attuale giunta regionale che ha praticamente portato alla fame centinaia di famiglie, un colpo mortale che ha impoverito tutta la zona e dove non pochi giovani sono stati costretti a scappare via, un crollo dell’economia e di conseguenza un vero record di povertà. Con Nicola Campanella a coordinare tutta l’attività territoriale dell’area matesesina – ha detto Romagnuolo – con la nomina del prossimo coordinatore cittadino di Bojano e con l’apertura della nostra prima sezione voluta fortemente proprio da Nicola, sono certa che noi della Lega Salvini Premier riusciremo quanto prima non solo a ridare una speranza ai cittadini bojanesi, ma ci impegneremo sinceramente in prima persona a risollevare le sorti di una zona che merita molta attenzione, merita di essere aiutata, merita tutto il nostro sostegno e soprattutto tutta la nostra necessaria attenzione. Il nostro impegno per Bojano – ha continuato Romagnuolo – è protratto verso coloro che non hanno un posto di lavoro o che il lavoro lo hanno perso, bisogna aiutare queste persone, i disoccupati, i giovani, le donne, i padri e le mamme di famiglia, bisogna ridare assistenza ed entusiasmo ad un mondo agricolo e a quello delle attività produttive ormai dimenticato. Il nostro primo banchetto della Lega a Bojano di domenica scorsa – ha proseguito Romagnuolo – ha suscitato nella piazza principale di Bojano un notevolissimo successo da parte dei cittadini ormai stanchi e stufi delle solite promesse, stufi di credere ancora alle bugie che ripetutamente alcuni professionisti della politica locale continuano ad incensare. Il nostro primo obiettivo a Bojano – ha ancora detto Romagnuolo – è stato quello di creare da subito una eccellente squadra di attivisti e di simpatizzanti della Lega che, a dire la verità, è stata una vera e propria sorpresa, cittadini che ormai credono nella Lega di Salvini come unico baluardo di libertà e di serietà, un partito la Lega, che si impegnerà a cerare nuovi posti di lavoro insistendo sulla nascita di piccole e medie aziende di trasformazione,si impegnerà a sostenere immediatamente la Gam, mi impegnerò per far avere gratuitamente l’asilo nido a tutti, per aiutare economicamente le famiglie con figli e quelle più bisognose, ci impegneremo per il dimezzamento del bollo auto, ci impegneremo per avere maggiore sicurezza e contro l’immigrazione clandestina.

(nella foto il banchetto di Bojano di domenica 21 gennaio)

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Politica/ La Regione e la moltiplicazione dei fondi

L’attività politica regionale, si sa, vive di improvvise accelerate in prossimità delle tornate elettorali; gli uffici recuperano efficienza, le riunioni fiume si moltiplicano e tutti lavorano giorno e notte con il solo scopo di licenziare tutti i provvedimenti inevasi. I tempi di lavoro, anche quelli statuiti in forma scritta, si accorciano; tutto quello detto in precedenza alla collettività non vale più, come azzerato da norme non scritte, se non nella mente di politici, dirigenti e funzionari utili alla bisogna. E’ il vizio italico dell’improvvisazione, quello che porta tutti ad adattarsi alla situazione, cambiando e dimenticando regole comportamentali ed anche normative. Questa lunga premessa per dare una spiegazione alla corsa al finanziamento, alla gara d’appalto, al contributo, alla consulenza e, soprattutto, all’inaugurazione di strutture sul territorio che sta caratterizzando il Molise da alcune settimane. Nell’ultimo periodo sono stati avviati ambulatori sanitari ovunque (Iorio e i suoi dicono che è retaggio del loro lavoro, evidentemente non terminato in tempi utili per le elezioni precedenti) e si sentono promesse prima rinnegate o peggio ancora bocciate. Il gossip da strada narra addirittura di una riunione politica, all’interno della quale sarebbe stato detto a dei medici che adesso i reparti ospedalieri chiusi saranno riaperti: sembra una favola o la scena di una rappresentazione della commedia dell’arte e la speranza è che non sia vera, per non scatenare reazioni tra il divertito e l’irritato, con una certa propensione verso la seconda ipotesi. Dal cilindro magico della maggioranza stanno uscendo fuori i soldi che per anni si è detto che non c’erano e tutti arrivano in zona Cesarini, con esborsi anche milionari dispensati come fossero noccioline. Evito il paragone con ‘L’anno che verrà’, memorabile canzone del grande Lucio Dalla, ma il clima in Molise è quello surreale di quelle note ed i testi in un certo senso ne rievocano il ricordo. Aldilà della facilità del sorriso e della stretta di mano e della spasmodica ricerca, da parte degli amministratori pubblici, di parentele con chiunque, secondo un archivio impossibile anche alla migliore società di araldica, quello che francamente desta scalpore è la gentilezza con cui si aprono le porte degli uffici regionali, anche dove prima era difficile anche solo incrociare lo sguardo del funzionario di turno. E’ un Molise differente, la fotocopia del Bengodi o del Paese dei balocchi e tale rimarrà presumibilmente fino alla fine di aprile. Ma temo che i nostri corregionali abbiano da tempo rinunciato a credere alle favole, comprese queste di durata temporale limitata.

Stefano Manocchio

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