Sta arrivando il cambiamento: noi rispondiamo con Alfano

Secondo le previsioni il mondo, specie con l’elezione di Donald Trump, sta accelerando verso una forte fase di instabilità , con indispensabile crisi risolutiva di equilibri economici e sociali ormai superati. Purtroppo, però, quello che è assolutamente evidente analizzando le cifre e i dati disponibili diventa mistificato e capovolto dall’establishment, specie quello che si occupa di informazione. Questo accade dovunque ed accade in modo assai forte anche in Europa ed in Italia. In pratica, anziché cercare di guidare un cambiamento epocale nelle nostre società i detentori del potere si sono arroccati e narrano alla popolazione, prevalentemente attraverso televisioni e giornali (per i pochi che ancora li leggono), una realtà diversa, alternativa per usare un termine di moda. Lo stesso è avvenuto in America, con il New York Times capofila nel sostegno alla Clinton e soprattutto primo capofila della ostilità a Trump, considerato peggio del demonio, assolutamente impresentabile alla guida della prima potenza del mondo.Poi Trump ha vinto perché gli americani sono un popolo giovane ed ancora carico di energie, un popolo risoluto e attivo e quindi più difficile da prendere per il naso. Otto anni di Obama, un presidente elegante quanto inutile, hanno demolito la classe media, già in declino con Bush, l’hanno impoverita, resa meno sicura, instabile, impaurita. Qualcosa andava fatto e gli americani l’hanno fatto, scegliendo la discontinuità (oggettivamente per palati forti e cuori non deboli) anziché perseverare con chi aveva fallito. In Italia ed in Europa la situazione è ancora magmatica, perché l’Europa è diventata la trincea del vecchio potere, specie grazie a quella costruzione capotica e disfunzionale che è stata l’Unione Europea. E quindi tutte le televisioni e i giornali sparano ad alzo zero contro Trump e difendono la normalità, che normale non è, di un gruppo di grigi burocrati che governa le nostre vite, con l’obiettivo unico di farle peggiorare. Capeggiate da un signore, Juncker, che si è fatto le ossa guidando uno stato nato e prosperato sull’evasione fiscale le orde burocratiche di Bruxelles continuano imperterrite a pensare che sono loro la civiltà, il progresso, il modo corretto di gestire una società. Non è così ma intanto, grazie al baccano fatto dall’informazione di regime, si continua così, e una fetta di popolazione, più stanca, meno energetica di quella americana, ci crede pure.

Il destino è però segnato, perché contro la storia non si può andare. L’Unione Europea e quella creatura deforme che è l’euro hanno finito la loro non brillante avventura. I tedeschi, ostinati e zelanti applicatori di disastri nel corso della loro storia, prima o poi si dovranno arrendere. Ed anche in Italia nonostante le mummie incartapecorite che provano a spaventare le popolazioni si cambierà. L’unico punto è la variabile tempo: maggiore la resistenza e la persistenza, maggiore il dolore e il disagio, del tutto inutili, inflitti alla collettività. Gli americani, gente pratica e pragmatica, lo hanno capito. Noi ancora ci dilettiamo con Tusk, Merkel, Gentiloni e Alfano: si tratta di una pura sindrome masochista. (P.C.)

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