Sistema molisano della formazione professionale: la politica scelga o qualità o ancora assistenzialismo

Nello scorso mese di maggio un raggruppamento di 11 enti di formazione accreditati e operanti da tempo in Molise ha redatto e sottoscritto il documento “Sistema molisano della formazione professionale: un cambiamento possibile”, un contributo congiunto offerto al partenariato socio-economico impegnato nel dibattito per la definizione della nuova programmazione regionale 2014-2020. Una sintesi delle criticità e delle proposte per il cambiamento del sistema formativo regionale alla quale è seguito un serrato confronto con i vertici istituzionali della Regione Molise, incontrati in due diverse riunioni a fine luglio. A partire da alcune valide esperienze di formazione realizzate, e dalle numerose professionalità maturate negli anni sul nostro territorio, abbiamo posto l’attenzione sulla diverse criticità di cui ancora soffre il sistema formativo regionale e sulla necessità improcrastinabile di una sua riforma. La formazione professionale deve essere al servizio dei giovani e delle imprese locali, e deve smettere definitivamente di svolgere il ruolo “sociale” di sostegno al reddito delle persone in cerca di occupazione; occorre altresì arginare il rischio sempre presente di utilizzare la formazione come strumento di consenso elettorale di qualche amministratore. Quello vigente è un sistema uguale a se stesso da oltre un ventennio, in cui molto spesso ha prevalso la preoccupazione di salvaguardare alcuni soggetti, a discapito di una naturale concorrenza, con conseguente abbassamento del livello qualitativo dei servizi offerti e risultati spesso deludenti rispetto alle pur ingenti risorse investite. Durante l’ultimo incontro con l’Assessore Petraroia e i dirigenti dell’area formazione e programmazione abbiamo avanzato pubblicamente una nostra proposta strategica di riforma, che verte sui seguenti punti:

1. Investire su trasparenza e qualità

  • E’ necessario evitare l’eccessiva frammentazione delle risorse in una miriade di azioni che rischiano di essere scarsamente incisive e poco efficaci in termini di azioni di sistema (occupabilità, capitalizzazione delle competenze, ecc.).
  • Occorre rimettere al centro dell’intervento formativo l'”allievo” lasciando ai giovani, ai lavoratori e alle imprese la libertà di scegliere autonomamente il proprio percorso formativo professionale e di aggiornamento. Quindi, cancellando una volta per tutte l’indennità di frequenza, è essenziale promuovere l’impiego del voucher (assegno formativo) vera e propria leva del cambiamento, strumento democratico e trasparente capace di ridefinire immediatamente il nuovo sistema formativo e professionale regionale. Gli enti di formazione perdono così il ruolo di “beneficiari” dell’intervento pubblico e sono vincolati ad una positiva opera di riqualificazione della propria offerta formativa (sana concorrenza) per sostenere la competizione attraverso un ventaglio di servizi innovativi, di qualità ed

2. Riconoscere la centralità dell’impresa

  • Occorre favorire il collegamento reale tra la formazione e i fabbisogni delle imprese, premiando gli enti in grado di stabilire rapporti stabili e non occasionali con le imprese, in grado di leggere, intercettare e rispondere in modo tempestivo ed efficace alle richieste di competenze.
  • Occorre altresì adottare strumenti operativi snelli che consentano di rispondere ai fabbisogni delle aziende secondo modalità e tempi imposti dal mercato del lavoro e non da lungaggini burocratiche a volte mortificanti, che svuotano l’efficacia degli interventi stessi.

3. Rilevazione efficace dei fabbisogni formativi dei giovani

  • L’attuale sistema di rilevazione della dispersione scolastica risulta fortemente deficitario: occorre ripensare agli strumenti di rilevazione e potenziare gli interventi per combatterla: prevedere l’assegnazione dei percorsi triennali di obbligo formativo in base alle pre-iscrizioni raccolte dagli enti potrebbe da subito arginare la “corsa al bando” e premiare gli enti che hanno sviluppato una reale presenza sul territorio e una proposta formativa di qualità.
  • Occorre sostenere la formazione lungo tutto l’arco della vita del lavoratore.

4. Semplificazione burocratica

  • I meccanismi di concessione a monte, e sistemi di controllo a valle, sono spesso inutilmente farraginosi e non restituiscono indicazioni utili a valutare la qualità dell’intervento;
  • Occorrono regole chiare per l’accreditamento degli odf e semplificare le procedure amministrative per i corsi liberi.
  • Bisogna migliorare i sistemi di monitoraggio, controllo e vigilanza, analisi delle certificazioni delle competenze dei formatori.

Crediamo che la Regione Molise e l’intera classe dirigente che oggi l’amministra sia a un bivio: perpetuare la strada del passato o intraprendere quella della trasparenza e della competizione attraverso azioni di promozione della qualità, stabilità e regolarità del lavoro.

Chiediamo che il nostro lavoro venga reso più semplice e che i nostri enti non siano considerati meno di quelli che occupano gli operatori storici della formazione professionale, con tutto il rispetto per il loro lavoro quando è svolto con efficacia e qualità. Quella che reclamiamo è una vera e propria rivoluzione culturale dell’intero impianto regionale di formazione e di orientamento, che vogliamo contribuire a realizzare capitalizzando le professionalità maturate in questi anni e la passione che ancora ci spinge ogni giorno a migliorare.

 

 

ARCADIA Coop – ASEC Formazione – ASSIFORMAT – CONFCOMMERCIO Campobasso – COSMO Servizi – GAL MOLISE Verso il 2000 – ISTITUTO di MUSICA & ARTE del MOLISE – Istituto Politecnico KEPLERO

 

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