Riordino PA. Acem: gli appalti vanno revocati alle aziende corrotte

Prosegue il dissenso dell’ACEM sulla recente legge di riordino della Pubblica Amministrazione, n. 114/2014, che  è intervenuta su varie norme di disciplina degli appalti pubblici di lavori, servizi e forniture. Dopo il disappunto manifestato con lettera al Presidente del Consiglio Matteo Renzi da parte del Presidente dell’ACEM Corrado Di Niro sull’articolo 39 che prevede sanzioni in ipotesi di irregolarità delle dichiarazioni sostitutive attestanti i requisiti di affidabilità morale dei concorrenti ad una gara pubblica, l’Associazione Costruttori Edili del Molise reputa incomprensibile anche l’articolo 32 della Legge medesima riguardante le misure straordinarie di gestione, sostegno e monitoraggio di imprese nell’ambito della prevenzione della corruzione, giudicando le stesse assolutamente non sufficienti.
Secondo l’ACEM, l’attribuzione al Presidente dell’ANAC (Autorità Nazionale Anti Corruzione) del potere di proporre al Prefetto la semplice estromissione del soggetto coinvolto dall’impresa sottoposta ad inchiesta per corruzione o la gestione straordinaria e temporanea dell’impresa per la completa esecuzione del contratto di appalto, non va nella giusta direzione e non sarà sufficiente a debellare i fenomeni di corruzione negli affidamenti dei contratti pubblici.
Secondo l’Associazione degli edili molisani, se si vuole realmente combattere i fenomeni malavitosi negli appalti pubblici, va prevista la revoca degli affidamenti alle imprese corrotte e l’assegnazione degli stessi a quelle sane ed in regola, in quanto la semplice sostituzione dell’amministratore o delle persone fisiche coinvolte che rivestono cariche all’interno dell’azienda, appare facilmente aggirabile e si presta a facili tentativi di elusione che rendono infruttuosi gli intenti che sono alla base della normativa stessa.
“Nei prossimi giorni – spiega il Presidente Di Niro – inoltreremo un documento anche tramite la nostra Associazione nazionale per riformulare la legge in questione perché così come varata non va nella direzione di aiutare le imprese”.

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