Magnifico Fisascat: La cooperazione può salvare l’occupazione e rilanciare l’economia.

Le cooperative in quattro anni hanno aumentato il proprio valore aggiunto del 25% e il reddito da lavoro dipendente del 30%.
Jeremy Rifkin,economista di valore mondiale, autore del libro “La società a costo marginale zero”,parlando delle aziende cooperative,dice siete il fulcro della nuova economia partecipata ed ha esortato le cooperative italiane a espandere il loro sistema economico, in quanto in linea con uno scenario che apre le porte a forme basate più sulla condivisione che sulla proprietà privata dei beni.
Le società cooperative in Italia sono un numero considerevole tra le 55-60 mila e nel pieno della crisi economica, hanno raggiunto un volume di produzione pari a 120 miliardi, con circa duemilion di addetti, il 67% dei quali a tempo indeterminato nello stesso periodo la produzione è aumentata del 8,2%, mentre gli investimenti sono aumentati del 10,6%,ancora meglio sono riuscite a fare le cooperative sociali, che hanno aumentato la produzione del 14,1% e gli investimenti di quasi il 20%.
Le cooperative risentono meno dei momenti di recessione perché nascono con l’intento di salvare l’utile dei soci e i posti di lavoro al contrario delle Società di capitali,che sono più portate ad adottare una politica di riduzione dei costi complessivi del lavoro.
Il Governo delle coop costituisce un forte vantaggio competitivo, che si traduce in quote di mercato significative e in una situazione economico-finanziaria nettamente migliore delle società di capitali,l’80% delle cooperative si arrestano a un valore di produzione inferiore al milione di euro, è lo 0.3% che raggiunge i 50 milioni di euro, cioè che produce circa il 48% del valore di produzione complessivo.
Lo stesso fenomeno si ripropone nel caso degli investimenti: di fatto la maggioranza delle aziende cooperative rimane nella fascia di investimento inferiore ai 50 mila euro.
Le cooperative con volumi più grandi di capitale investito sono localizzate in Emilia Romagna, Trentino-Alto Adige, Veneto e Lombardia dove la coscienza cooperativa è centenaria e dove le cooperative con valore della produzione inferiore a 250 mila euro rappresentano meno del 50% delle cooperative.
Nel secondo quadrimestre 2014 il 21% delle cooperative ha dichiarato un aumento del fatturato, ed è il 48.7% delle imprese riporta un andamento stazionario. Anche se accusa colpi dovuti a difficoltà che riguardano soprattutto il ritardo dei pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni (ne lamenta il 30% delle cooperative), l’eccessiva burocrazia (dichiarazione che trova d’accordo quasi il 40% delle coop), l’inflazione (l’80% delle aziende non ha variato il prezzo della propria merce, mentre il 15% è stato costretto ad abbassarlo). Il dato dell’archivio EMENS dell’INPS fa registrare un aumento dell’occupazione dell’8% dal 2007 al 2013, testimone della difesa dei posti di lavoro.
Tanti anni fa la Hewlett & Packard Italia voleva abbandonare il mercato Italiano riuscii con accordo sindacale a far investire ai lavoratori la tredicesima mensilità in azioni aziendali con il risultato che si sentirono tutti più coinvolti nella gestione dell’azienda con abbassamento dell’assenteismo e con notevole aumento della produttività risultato i posti di lavoro furono salvati e la società rimase in Italia. Mi pongo una domanda perché quando in Molise le aziende scoppiano invece di andare alla ricerca del Barbaro di turno non si pensa ad una soluzione partecipata dei lavoratori alla gestione dell’aziende?
Immagino cosa potrebbe essere Arena, Ittierre, e le altre aziende in crisi con una autogestione dei lavoratori,penso a quali cifre siano state spese per le varie casse integrazioni e per i corsi di formazione professionali con il risultato facilmente immaginabile di posti di lavoro prodotti,ovvero un numero che si avvicina allo zero.
Perché non aprire un tavolo di Fattibilità su progetti finanziati di Attività compartecipata- lavoratori-regione- Centrali Cooperative dove invece della solita Manna chiamata Cassa integrazione non si rischia per il rilancio delle attività?In un progetto costruttivo ognuno delle parti deve e può giocare un ruolo attivo.

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