L’intervento: parla un operatore della Formazione Professionale molisana

Sono ormai 16 anni che opero nell’ambito della Formazione, professionale e non solo. Da 16 anni attraverso organismi di ispezioni internazionali provvedo a valutare i sistemi di gestione degli enti di formazione e delle scuole italiane, da 16 anni partecipo ad attività di Audit per qualificare e accreditare enti in relazione ai differenti sistemi regionali italiani, da 16 anni progetto percorsi  ed interventi formativi , finanziati e non, da 7 anni dirigo un ente di formazione professionale. Credo di aver acquisito sufficienti competenze per esprimere un parere, un opinione, un idea su quello che è stato, è e potrebbe  essere nel prossimo futuro il sistema di formazione professionale di questa piccola regione italiana.


IL PASSATO: Enti di formazione professionale legati ad associazioni di categoria, sindacati, associazioni con forte connotazione politica; quasi totalmente se non totalmente finanziati con risorse pubbliche e spesso alle dirette dipendenze dell’ amministrazione regionale e delle sue appendici.  Un sistema che ha formato tantissimi molisani, sui temi più disparati, dal come si lavora a maglia alla redazione di piani energetici, passando per la cura della persona. Ventaglio di competenze ad ampio spettro!! Risultati in termini occupazionali?? BOH!! Nessuna indagine, nessun feedback, nessun dato se non qualche sporadico report legato a progetti mirati e maggiormente strutturati. Devo tuttavia correggermi:  risultati occupazionali? Sicuramente quelli legati alla sedimentazione nel tempo dei soggetti partecipanti a quello che qualcuno ha definito, a livello nazionale, un INUTILE CARROZZONE. Si avete capito bene….UN INUTILE CARROZZONE… sul termine CARROZZONE concordo pienamente, facendo rientrare appunto nel CARROZZONE le strutture di emanazione regionale e/o di organizzazioni pubbliche locali,  nella cui denominazione sociale – sigla o acronimo identificativo –  il termine lavoro, orientamento, impiego appaiono maggiormente rivolte o riconducibili ai diretti partecipanti, per essere maggiormente esplicito e comprensibile, ai lavoratori ed ai dirigenti operanti all’interno delle stesse strutture. Tali strutture, che in alcuni casi hanno operato ed operano tuttora con una struttura societaria stabile, in altri sotto forma di associazioni temporanee, consorzi di scopo, hanno distolto ingenti somme di denaro pubblico, con modestissimi risultati. È possibile spendere più di 16 mln di euro in attività di orientamento in 5 anni? Solo 16 mln in quanto una sentenza del TAR ha di fatto interrotto l’erogazione del servizio, ripristinato successivamente a ridosso di importanti eventi politici, leggi elezioni –  Ricordo con immensa commozione quando alcuni anni fa ebbi il piacere di certificare una struttura provinciale dedita alle attività di orientamento – per inciso pochi mesi dopo fu annoverato tra i 100 migliori progetti nella PP.AA. – nella quale il servizio svolto da sei – dico sei operatori ed un dirigente – copriva per intero il servizio di orientamento di un’intera provincia – e parliamo di una delle provincie maggiormente produttive d’Italia – . La mia commozione è riferita al fatto che sebbene il dirigente da pochi giorni fossa stato colpito da un gravissimo lutto, ritenne utile e necessario incontrarmi per parlarmi e discutere del suo progetto, del piano di monitoraggio continuo delle risultanze delle attività erogate, del network creato con gli enti di formazione professionale, le associazioni di categoria le OO.SS. e gli altri soggetti interessati. IL PASSATO IN SINTESI? UNA GESTIONE DI FONDI PUBBLICI SENZA PROGRAMMAZIONE STRATEGICA E MISURAZIONE DEI RISULTATI OTTENUTI CHE DI FATTO HA REGISTRATO “OCCUPAZIONE PUBBLICA” E ASPETTATIVE IN TAL SENSO DA PARTE DI MOLTI OPERATORI DEL SETTORE.
IL PRESENTE: un sistema di accreditamento regionale figlio del passato e di una politica poco lungimirante .
L’anacronistica presenza di figure professionali che nella pratica quotidiana non trovano riscontro in relazione alle tempistiche contrattuali prescritte– se i percorsi formativi sono di fatto standardizzati da leggi che ne specificano i contenuti o da repertori delle figure professionali dove il tutto è gia definito e se la regioni e le altre stazioni appaltanti richiedono alle strutture accreditate di progettare massimo in due/tre occasioni nei sette anni di programmazione che senso ha avere un progettista impegnato per un numero notevolmente superiore di giornate?
Il voler prevedere nell’ambito dei progetti – rari abbiamo detto – analisi sui fabbisogni formativi che figure professionali interne agli enti di formazione dovrebbero in qualche modo sviluppare;  di fatto tale compito viene o comunque dovrebbe essere  assolto da funzioni e strutture  create appositamente dalle istituzioni locali.  Altrimenti risulterebbe evidente una duplicazione di attività inutile e dispendiosa.
Un sistema di orientamento composto da più enti/agenzie/soggetti che di fatto si sovrappongono, non dialogano istituzionalmente, non interagiscono con i soggetti a monte e a valle della filiera del lavoro in modo organico e strutturato, legato al solo sistema regionale e non aperto alla realta nazionale ed internazionale delle opportunità e delle possibilità concrete. Ognuno per la sua strada, ognuno senza uno straccio di valutazione sui risultati ottenuti e gli obiettivi prefissati.  UN NUOVO SISTEMA DI ORIENTAMENTO E’ NECESSARIO MA NON PER CREARE DI NUOVO OCCUPAZIONE PUBBLICA.
Un insieme eterogeneo di attori e comprimari del mondo della formazione professionale in attesa che le politiche del passato riprendano al fine di salvaguardare lo STATUS QUO –
Qui la lista degli aspetti da analizzare sarebbe lunga e dettagliata, non adeguata ai tempi ed alle modalita previste per un articolo di giornale e questo ci porta al futuro!!
IL FUTURO: Concertazione: sebbene attore del sistema non ho ricevuto alcuna convocazione in tal senso e come me tantissimi esponenti di questo variegato mondo che in Molise lavora e quotidianamente si danna l’anima per dare il massimo a chi si rivolge a noi con un filo di speranza. Sono almeno una dozzina le risorse con le quali più o meno stabilmente porto avanti questo che più che un lavoro è una passione. Penso che sebbene non rappresentati da OO.SS. abbiamo, come lavoratori del settore, le medesime aspettative dei nostri COLLEGHI. Concertazione: sono certo che non dovrò assistere, qualora interpellato ed invitato a tavoli tecnici, a non piacevoli situazioni verificatesi in passato e nelle quali dirigenti e parte politica presenziavano alle riunioni  affiancati fisicamente, in modo amichevole, quasi stucchevole, da attori ed interpreti del mondo della formazione, a  differenza di tutti noi altri che, in rispetto delle istituzioni, siedavamo di fronte consapevole di ruoli e responsabilità. Concertazione: sono certo che ci sarà maggior spazio al merito ed ai risultati che ciascun attore – Ente di formazione o singola figura professionale – dimostrerà di aver raggiunto nel rispetto delle regole. Concertazione: sono certo che la programmazione prossima, legata al FSE 2014-2020 ed agli altri fondi e finanziamenti che gli organi regionali e gli attori del sistema riusciranno a reperire, ci vedrà protagonisti con un unico obiettivo:  soddisfare il fabbisogno formativo degli abitanti di questa regione e perché no di chiunque veda nel Molise e nelle sue strutture, una possibilità seria e professionale di accrescere le proprie competenze con la possibilità di impiegarle in un futuro prossimo anche fuori regione, ovunque le stesse vengano richieste. E ove le risorse economiche vengano messe in campo dai fruitori stessi dei percorsi formativi – leggasi corsi liberi – dare invero la possibilità a chi, attraverso capacità manageriali ed imprenditoriali  vocate sempre al rispetto delle regole, mette in campo corsi e percorsi che per qualità e perché no per quantità ove si ravveda un mercato o meglio una domanda consistente, amplino in ventaglio di opportunità e benefici futuri per i veri attori del sistema: le persone da formare. Ben vengano questo proposito i controlli a tappeto sulla loro erogazione da parte degli enti preposti, garanzia per il sistema tutto di trasparenza e serietà.
CONCLUSIONI: Ho sempre pensato che questo lavoro si fa con serietà, impegno, dedizione e rispetto delle regole e dei soggetti che ne fanno parte. Scriviamo insieme queste regole, senza secondi fini, senza ripetere gli errori del passato, senza ripetere vecchie logiche e antichi ragionamenti. Il mondo cambia velocemente. Ho la fortuna di vederne una parte ogni giorno, fuori da questa regione, fuori dai confini italiani. E in un mondo che va veloce e cambia bisogna andare veloci e cambiare, anticipare i cambiamenti, fare di più e meglio degli altri, guai a rinchiudersi in vecchie torri eburnee a difesa di prassi e privilegi che non hanno ragione di esistere. IL SISTEMA VA RAZIONALIZZATO, SEMPLIFICATO, EFFICIENTATO, RESO TRASPARENTE E SBUROCRATIZZATO, NEL RISPETTO DELLE REGOLE  E DEI SOGGETTI PARTECIPANTI, ATTRAVERSO SCELTE CORAGGIOSE E LUNGIMIRANTI.  LO DOBBIAMO A CHI GUARDA A NOI CON FIDUCIA, LO DOBBIAMO AI NOSTRI FIGLI ED ALLE GENERAZIONI FUTURE.
Resto a disposizione di chiunque voglia approfondire  gli argomenti trattati in questo breve articolo, un operatore della Formazione Professionale, appassionato del proprio lavoro.

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