Non condivido e non mi piace affrontare argomenti in maniera critica, preferisco tentare di dare un giudizio e magari dare un consiglio che affronti e migliori con serenità la parte della finanziaria che affronta la tematica del lavoro.
In tema di lavoro, la manovra nel complesso coerente, la direzione manca di coraggio, e mette a disposizione risorse scarse, per poterla giudicare incidente sulle (positive) dinamiche del lavoro.
In analitico è assente una norma di rifinanziamento del fondo per la partecipazione dei lavoratori dal quale sono attinti gli incentivi disposti dagli articoli 5 e 6 della legge 76 del 2025, proposta dalla Cisl e condivisa anche da Confintesa.
L’intervento di incentivazione sui rinnovi dei Ccnl, con il tetto posto a 28.000 euro di reddito da lavoro per beneficiario (soglia fino alla quale si applica la prima aliquota Irpef), la norma non opera sugli incrementi derivati dai contratti sottoscritti nel 2024: turismo, commercio, servizi e pubblici esercizi sottoscritti in quell’anno e non nel 2025,tutti i lavoratori interessati hanno un limite reddituale al di sotto di quello previsto, mentre i metalmeccanici, che stanno affrontando una difficile e lunga negoziazione, hanno redditi medi di molto superiori alla cifra stabilita dal Governo., per cui la norma, concepita in questa maniera, escluderebbe tutti gli addetti del terziario.
Sui premi di produttività la Legge di bilancio è stata costruita attorno a due interventi miranti a contenere il cuneo fiscale per il ceto medio (taglio di due punti della seconda aliquota Irpef) e per i redditi più contenuti (sgravio fiscale per gli incrementi salariali derivanti dal rinnovo dei Ccnl, misure del tutto slegate da fattori di merito e di produttività, cronico problema del nostro mercato del lavoro.
La carenza sembra colmata dalla tassazione piatta (15%) dei turni festivi, notturni e degli straordinari fino a 1.500 euro all’anno (però per redditi fino a 40.000 euro) e, ancor più, dall’abbassamento all’1% dell’aliquota sostitutiva dei premi di produttività contrattati, il cui valore è stato elevato fino a 5.000 euro, la direzione
La direzione della norma giuridica sembra chiara e condivisibile, la tecnica utilizzata meno.
Il meccanismo dei premi di produttività o di risultato l’aliquota applicata del 5% molto bassa con il tetto imposto dalla normativa precedente (3.000 euro, superiore alla media dei premi erogati in Italia il vincolo, risale al 2012, con il Governo Monti, un’altra epoca economica! degli indicatori variabili e incrementali.
Spetta al Senato correggere le misure incapaci di generare crescita o foriere di problemi, perché possa effettivamente realizzarsi, anche in materia di lavoro, nonostante la scarsità di risorse, quella “stabilità espansiva” più volte decantata dal Governo.
Alfredo Magnifico







