La CISL Poste presenta Vademecum su Pressioni Commerciali

La Segreteria CISL Poste, visto le continue iniziative messe in campo da Poste Italiane
ha ritenuto necessario fornire risposte alla categoria con la realizzare di un Vademecum ,
validato dai nostri legali, su quello che è legittimo e quello che non è legittimo esigere o fare in merito alle sollecitazioni per la vendita di prodotti finanziari. Consapevoli

che Poste Italiane è un’azienda di servizi e come tale deve fare utili–afferma il Segretario della CISL Antonio D’Alessandro-,vogliamo che tutti i gestori e addetti operino in modo etico,responsabile e rispettoso dell’interesse del cliente, in linea con la normativa MiFID.
Vogliamo soprattutto che nei luoghi di lavoro–aggiunge Antonio D’Alessandro-sia rispettata la dignità del lavoro e siano rispettate le persone, oggi oggetto di pressionicommerciali che rendono l’ambiente di lavoro spesso invivibile. Riteniamo che ci sia un eccessivo numero di figure professionali deputate al controllo della vendita, con costirilevanti e duplicazione di ruolo. Rileviamo a questo proposito come al raggiungimento dei risultati ufficiali
si sommino ulteriori obiettivi di tutte le figure preposte, dal Responsabile dell’Area Territoriale al Responsabile Commerciale fino al Direttore dell’Ufficio Postale in
una continua gara tra strutture. Riteniamo inaccettabili minacce di trasferimento, ostruzionismo su piani ferie, minacce di demansionamento in caso di risultati economic insoddisfacenti e larvate minacce di licenziamento.Questo vademecum
–precisa Antonio D’Alessandro-vuole essere il primo passo perorganizzare una resistenza collettiva a un modo di impostare la vendita che noncondividiamo.
Come Slp Cisl riteniamo che ci siano altri modi più sostenibili per stare sul mercato con buoni risultati e per aiutare il Paese nella ripresa. Il “Protocollo in materia di proposizione commerciale” del 22 ottobre 2013 (riportato integralmente all’interno di questo manuale)rappresenta un primo importante strumento a disposizione dei lavoratori in materia, anche se purtroppo dobbiamo registrare un progressivo disimpegno da parte aziendale e soprattutto una sua non corretta applicazione a livello territoriale.
Per questo –conclude Antonio D’Alessandro-abbiamo messo in comune le esperienze e
approntato questo “manuale” di autodifesa, reputando che solo una più forte e solidale
sinergia tra l’azione del singolo lavoratore e del sindacato possa portare ad una effettiva
soluzione di questo annoso problema.
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