Inps/ 5,6 milioni di pensionati più poveri

La Circolare n. 44 del 22 marzo 2019 illustra i nuovi criteri sulla base dei quali l’Inps ha effettuato il ricalcolo dei trattamenti pensionistici a decorrere da gennaio 2019 e chiarisce che sono 5,6 milioni i profili interessati, per 2,6 milioni la riduzione media mensile del lordo è di 28 centesimi, il ricalcolo è una diretta conseguenza della manovra Finanziaria per impiegare le risorse per Quota 100.


L’inps chiederà nei prossimi mesi il conguaglio di quanto dato indebitamente nei primi mesi dell’anno in quanto la nuova perequazione andava applicata già dal primo gennaio. L’operazione di ricalcolo effettuata dall’Istituto -riguarda i trattamenti di importo complessivo lordo superiore a tre volte il trattamento minimo, ovvero, la somma di tutte le pensioni di cui un soggetto è titolare, siano esse erogate dall’Inps o da altri Enti presenti nel Casellario Centrale.


Assurdo sarà che 5,6 milioni di pensionati vedranno diminuire i propri assegni, dal prossimo primo aprile i trattamenti pensionistici superiori a tre volte il minimo (oltre i 1.522 euro al mese) verranno rivisti secondo la legge di bilancio per il 2019.


La rivalutazione sarà piena per i trattamenti fino a tre volte il minimo mentre per quelle superiori si parte da una rivalutazione al 97% per le pensioni tra le tre e le quattro volte il minimo (da 1.522 a 2.029 euro al mese), al 40% per chi supera i 4.569 euro. Le pensioni fino a 1.522 euro riceveranno il pieno adeguamento fissato in maniera provvisoria a 1,1%, mentre quelle superiori nove volte rispetto al minimo recupereranno solo 0,44%.


Dal nuovo meccanismo di rivalutazione il governo arrivera’ a recuperare dalle tasche dei pensionati 2,2 miliardi nel triennio” 2019-2021, somme che verranno sottratte a chi ha lavorato una vita e che non ha alcuna colpa, se, si sostiene che si tratta di pochi soldi che li lascino allora ai pensionati senza sottoporli all’ennesima rapina nei loro confronti”.


I sindacati annunciano l’avvio della mobilitazione dei pensionati per protestare contro la totale mancanza di attenzione nei loro confronti da parte del governo.
L’unica misura messa in campo è quella del taglio della rivalutazione, che parte dal 1° aprile, a cui si aggiunge un corposo conguaglio che i pensionati dovranno restituire nei prossimi mesi. La tanto sbandierata pensione di cittadinanza, invece, finirà per riguardare un numero molto limitato di persone e non basterà ad affrontare il tema della povertà.

Nulla è stato previsto inoltre sul fronte delle tasse, che i pensionati pagano in misura maggiore rispetto ai lavoratori dipendenti, e tanto meno sulla sanità, sull’assistenza e sulla non autosufficienza, che sono temi di straordinaria rilevanza per la vita delle persone anziane e delle loro famiglie e che avrebbero necessità quindi di interventi e di risorse.
Il governo del cambiamento diceva di voler tassare le banche, togliere i privilegi e se la prende con le pensioni da 1.500 euro.

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