In Italia cresce il lavoro nel turismo, ma il Bel Paese rimane un passo indietro sulle strategie di sviluppo

Il settore turistico italiano è una filiera che anche in Italia ha superato il momento di crisi, un settore ad alto potenziale e crescita: il 47% delle aziende assumerà nel corso di quest’anno e ben il 68% ha assunto nel 2014, allineandosi all’andamento generale delle aziende estere.È quanto emerso dalla ricerca presentata da ManpowerGroup, alla presenza di un panel di relatori d’eccezione: oltre al padrone di casa Stefano Scabbio, Presidente Area Mediterraneo ManpowerGroup, hanno partecipato alla tavola rotonda Stefano Pagani, Responsabile Ufficio Studi Ucina Genova; Paolo Doragrossa General Manager di Melia Genova; Elena Lavezzi, Marketing Manager Uber; Michelangelo Ravagnan, Founder e CEO di Antlos.
Nel dettaglio, la survey “Work in Tourism – Future Jobs Trends in the Tourism Industry” si è proposta di comprendere il mercato del lavoro nel settore turistico, analizzando strategie e investimenti futuri nell’ambito delle gestione delle risorse umane. A tal fine è stato coinvolto un campione di 700 aziende (400 italiane e 300 estere: 28% Spagna, 15% UK, 23% Francia, 16% Germania, 18% Altro: Cina, Turchia, Russia) equamente suddivise nei tre comparti del Turismo: Trasporti (33%), Strutture ricettive/Ospitalità (34%) e Servizi turistici (33%).

“L’industria turistica ha un enorme potenziale e può diventare il motore propulsore dell’economia del nostro Paese. – afferma Stefano Scabbio, Presidente Area Mediterranea ManpowerGroup – Ad oggi la contribuzione del Turismo al PIL italiano è importante, pari a circa il  10,3%. Tale valore potrebbe essere di gran lunga maggiore. Basti pensare al valore generabile dai 50 siti italiani patrimonio dell’UNESCO e alla nostra cultura culinaria e di accoglienza. E’ un settore inoltre trainante per l’occupazione giovanile (i giovani sono oltre 50% delle risorse impiegate). Dall’industria dei viaggi, con agenti e tour operator, al settore alberghiero e della ristorazione, il settore offre infatti sempre numerose opportunità per i nostri giovani. Per valorizzare tutto questo occorre lavorare sulla crescita dimensionale delle nostre imprese anche attraverso aggregazioni, sulla qualità e modernità dell’offerta non dando per scontato che il nostro patrimonio artistico sia sufficiente.”

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