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Allarme Confartigianato, manca manodopera. Paradosso con il tasso altissimo di disoccupazione giovanile

punto di domanda

Dal rapporto Confartigianato presentato alla Convention dei Giovani Imprenditori emerge che nel 2018 le imprese hanno registrato difficoltà a reperire organico per 1.198.680 persone, pari al 26,3% a causa della scarsità di candidati e la loro inadeguatezza rispetto alle mansioni da svolgere.

L’allarme, carenza manodopera, riguarda giovani sotto i 30 anni, lo scorso anno le imprese non hanno potuto assumere 352.420 unità, pari al 27,8% del fabbisogno.Pubblicità

Il problema peggiora nelle piccole imprese che nel 2018 non hanno potuto assumere 836.740 persone, di cui 245.380 giovani sotto i 30.

A scarseggiare, sul mercato del lavoro, sono le professionalità dell’ambito digitale e dell’Ict: in questi settori nel 2018 le imprese richiedevano 48.800 giovani, quasi la metà (48,1%), 23.450 sono considerate di difficile reperimento, mancano: giovani analisti, progettisti di software (difficile da trovare il 71,3%, 6.720 unità), e tecnici programmatori (il 64,2%, 6.990 unità).

Le competenze digitali sono richieste dal 60% delle imprese, requisito, difficile da soddisfare, con 236.830 posti di lavoro irreperibili per giovani under 30.

A livello regionale, la situazione più critica nel reperire manodopera si registra in Friuli-Venezia Giulia con il 37,1%, Trentino-Alto Adige (34,2%), Umbria (31,6%), Veneto (31,6%) ed Emilia-Romagna (30,5%).

Il rapporto evidenzia grande difficoltà a reperire professionalità con titolo di studio adeguato alle esigenze delle imprese; laureati in ingegneria industriale con il 55,5%, pari a 5.750, laureati in indirizzo scientifico, matematico e fisico (54,7%, pari a 3.370), ingegneri elettronici e dell’informazione (52,4%, pari a 7.480 unità) e diplomati in informatica e telecomunicazioni (50,4%, per 9.930 unità).

La causa è soprattutto la scarsa preparazione dei ragazzi al mondo del lavoro: in Italia gli under 30 occupati o in formazione sono appena il 4,2% del totale, a fronte della media del 15% nell’UE a 28, siamo terzultimi in Europa.

I piccoli imprenditori puntano sempre di più sull’innovazione,in un anno gli investimenti in ricerca e sviluppo sono aumentati del 28,9%, molti progetti rischiano di bloccarsi per carenza di personale qualificato.

Siamo al paradosso, con il tasso altissimo di disoccupazione giovanile, non si riesce a reperire giovani da inserire in azienda. Compito di scuola, politica, governo, sindacato e imprenditoria risolvere il corto circuito di due mondi che non riescono ad incontrarsi.

Alfredo Magnifico

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