A tutela del reddito dei cerealicoltori molisani Coldiretti Molise promuove gli accordi fi filiera

La situazione in cui versa il comparto cerealicolo nazionale e quello molisano in particolare continua a fare i conti con una crisi dei prezzi spaventosa. A farne le spese sono i cerealicoltori che continuano a combattere con una dinamica dei prezzi alla produzione che non riesce a decollare, prospettando realizzi che non superano nei casi più rosei i 17 euro al quintale. Tutto ciò, come Coldiretti sta denunciando ormai da sempre, è dovuto alla massiccia importazione di grano duro proveniente da ogni parte del mondo, ed in primis dal Canada; grano duro questo che spesse volte contiene residui di trattamenti non consentiti dalle normative nazionali, con conseguente pericolo per la salute pubblica, prima ancora che altrettanto conseguente drastica riduzione dei prezzi della produzione del grano duro italiano. Tale quadro negativo verrebbe ancor più compromesso qualora il Parlamento italiano dovesse ratificare l’accordo Ceta, recentemente sottoscritto tra il Canada e l’Unione Europea. Coldiretti, per far fronte a questa situazione, non solo durante la scorsa estate ha promosso una serie di manifestazioni nelle regioni a maggior vocazione cerealicola (quella di Termoli fu tra le più importanti) ma ha continuato ad interloquire con il Governo nazionale perché si organizzasse un sistema di tracciabilità obbligatoria sulla pasta italiana, affinché i consumatori potessero conoscere la provenienza del grano utilizzato.
“Per tale motivo – afferma il direttore regionale di Coldiretti Molise, Saverio Viola – abbiamo plaudito al Governo Gentiloni che già da qualche giorno ha inviato a Bruxelles una comunicazione ufficiale, firmata dai ministri Martina e Galletta, con la quale si notifica l’avvio della procedura di tracciabilità della provenienza del grano utilizzato per la pasta prodotta in Italia, procedura recentemente entrata in vigore per il comparto lattiero-caseario. Ma tutto ciò non basta – aggiunge il direttore regionale di Coldiretti – Nelle more che la comunicazione inviata a Bruxelles sortisca i propri effetti per intanto stiamo promuovendo, anche nel Molise, la stipula dei contratti di filiera, applicando in tal modo nella nostra regione un intervento approvato qualche mese fa dal Governo
nazionale per assicurare un primo intervento in favore del settore cerealicolo italiano, messo a dura prova sul piano della redditività”.
L’accordo di filiera vede impegnati gli attori principali della stessa, dall’impresa agricola alle strutture accreditate per l’ammasso e la concentrazione del grano duro (cooperative e organizzazioni di produttori operanti nel comparto e consorzi agrari) per finire con l’industria di produzione della pasta.
“Stiamo organizzando incontri sul territorio – spiega ancora Viola – per promuovere questo strumento che serve ad assicurare ai produttori cerealicoli nostri associati un primo e sia pur modesto intervento (circa 100 euro per ettaro) e, quel che più vale, una certezza di prezzo, per la campagna in corso del grano duro, in base ai previsti parametri qualitativi che non a quelli legati alla semplice dinamica dell’andamento dei prezzi decisi nelle principali borse cerealicole. Non nascondo – conclude Viola – che l’obiettivo è quello di far trovare preparata l’intera filiera al momento in cui, come tutti auspichiamo, entrerà in vigore la tracciabilità obbligatoria dell’origine del grano duro utilizzato per confezionare la pasta italiana, assolvendo quindi al sacrosanto diritto del consumatore che reclama di sapere cosa trova quotidianamente sulla propria tavola”.

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