Poste/Dipendente disabile vince causa. La soddisfazione della Cisl

La CISL SLP, esprime viva soddisfazione per la decisione assunta dal Tribunale di Roma in favore di una lavoratrice molisana che con sentenza del 17.09.2014 ha sancito, dopo una battaglia sindacale e processuale, il diritto della dipendente di scegliere la sede più vicina al proprio domicilio anche nel caso di handicap con accertato stato di gravità sopravvenuto e riconosciuto nel corso dell’attività lavorativa.   La ricorrente – riferisce il Segretario della CISL Poste Antonio D’Alessandro – era stata infatti riconosciuta dall’INPS portatrice di handicap in situazione di gravità ai sensi dell’art. 3 comma 3 della legge 5 febbraio 1992, n. 104 in epoca successiva all’assunzione a tempo indeterminato con la società Poste Italiane.
Il Giudice, di fronte al reiterato diniego di Poste Italiane al richiesto trasferimento, ha accolto la tesi difensiva – continua il Segretario Antonio D’Alessandro – il quale ha sostenuto che, pur in assenza di specifica regolamentazione della legge 104/92 sul punto, e nel rispetto dei principi costituzionali di uguaglianza e di tutela della salute, il diritto di scelta del luogo di lavoro in funzione della tutele previste dalla legge 104 “può essere esercitato dal diversamente abile oltre che al momento dell’assunzione anche successivamente a quest’ultima e, in tal caso, sia quando la situazione di handicap intervenga in corso di rapporto, sia quando essa preesista”.
Rilevata, pertanto, l’assenza di motivi ostativi e impeditivi del trasferimento della lavoratrice, il Tribunale capitolino per l’effetto ha dichiarato il diritto della lavoratrice molisana ad essere trasferita da Brescia – sede di assegnazione – alla sede di lavoro più vicina al proprio domicilio ed, in particolare, come richiesto dalla ricorrente, in una delle sedi della Regione Molise.
La lavoratrice ha accolto con sollievo la decisione in quanto l’opposto diniego avrebbe certamente comportato la rinuncia al posto di lavoro.
Ancora una volta dunque,  – commenta il Segretario della SLP CISL Antonio D’Alessandro – è stato necessario ricorrere ai sindacati, agli avvocati e ai magistrati per far valere diritti costituzionali ingiustamente negati dal datore di lavoro.

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