No al Turismo se le scelte sono parchi eolici, centrali biomasse e autostrade

E’ uscita la notizia della conclusione dei lavori, a Oporto in Portogallo, dedicati al progetto di cooperazione “Vie e Civiltà della Transumanza Patrimonio dell’Umanità”, con quattordici paesi protagonisti, per la candidatura dei tratturi  e della civiltà della transumanza a patrimonio materiale e immateriale Unesco. Quattordici Paesi con i rispettivi Gal (Gruppi di Azione Locale) e altri partner  del progetto che, una volta approvato, metterebbe il Molise al centro di un discorso storico-culturale che, per millenni, ha visto i pastori protagonisti, quali costruttori di civiltà, con i loro greggi e le loro mandrie. Un discorso che, se affrontato anni fa, avrebbe salvato gran parte dei 14 Tratturi, 70 Tratturelli, 14 Bracci e 9 posizioni di riposo, attivi fino al 1960. In particolare, i più antichi ed importanti: il Celano-Foggia, di circa 200 chilometri, il Castel di Sangro – Lucera, di 127 chilometri, ed il Pescasseroli – Candela, di 211 chilometri, con il “Tratturo del Re”, sicuramente il più rappresentativo, lungo ben 243 chilometri e largo fino a 111,6 metri che collegava L’Aquila a Foggia.
Molte parti di queste antiche vie dell’umanità sono state devastate e, ancora lo sono, (“uno scempio necessario” direbbe l’attuale assessore all’agricoltura ed all’ambiente della Regione, Vittorino Facciolla, più conosciuto come “quello delle pale eoliche”) da una cementificazione selvaggia e, ultimamente, anche dalle schifezze che chi governa attualmente il Molise sta facendo di tutto per introdurre lungo i tratturi se non sui tratturi.
A niente è servita la legge regionale su “ I parchi dei tratturi”, approvata nel 1997, a frenare lo scempio.
Siamo certi che il protagonista dello “scempio necessario”, in atto, si farà promotore di questa bella notizia che arriva da Oporto così da poter nascondere la firma della concessione di altre 24 pale eoliche, che, ancora una volta, tocca San Martino in Pensilis ,  con l’installazione di pali non lontani dal “Tratturo del Re”.
Stando così le cose, Facciolla e i suoi colleghi, sia consiglieri che componenti del governo Di Laura Frattura, non dovrebbero parlare degli effetti del  riconoscimento dei tratturi come “vie e civiltà della transumanza” e sulla promozione e valorizzazione turistica del Molise, nel momento in cui tutti (salvo i due di M5S e la recente posizione di distacco di Sel sulla Sanità)non si rendono conto che il turismo non si concilia con le scelte in atto.
Quando sentirete questi nostri governanti, e i partiti che li rappresentano, parlare di turismo – lo diciamo soprattutto agli operatori turistici e alle attività che potrebbero trovare ossigeno o nascere se ci fosse davvero il turismo – sappiate che non dicono la verità e che  nel peggiore dei casi, non sanno quello che dicono.
Non sono affatto interessati al turismo perché lo ritengono un ostacolo al furto del territorio e della sua distruzione con i pali eolici, le biomasse, l’autostrada ed altre micidiali bombe pronte a fare esplodere il Molise.
Il Turismo, oltretutto, non offre niente in cambio se non impegno per predisporre progetti e programmi.
La verità è che, con queste loro scelte, si azzera quel poco di turismo che c’è e, in modo definitivo; si completa l’esodo dai nostri piccoli centri che, si dà il caso, solo il turismo sarebbe in grado di far rivivere, a cominciare dalla promozione e valorizzazione di questo importante patrimonio: ” i tratturi” ,  che rappresenta una delle grandi potenzialità per rilanciare i centotrentasei paesi che, non dimentichiamolo mai, sono e rappresentano il Molise.

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