Festa dell’Unità a Lucera. Confronto sul libro-inchiesta di Daniela Francese “Sanità Spa”

Nella storica Piazza Duomo di una città di 40 mila abitanti che per 2 mila anni è stato il capoluogo della Capitanata e da cui si dirama una delle quattro autostrade verdi che attraversano il Molise, si sta svolgendo in questi giorni la Festa de L’Unità con confronti su temi d’attualità nazionali e locali. Sabato sera è stato presentato un libro-inchiesta della giornalista Daniela Francese dal titolo emblematico  “ SANITA’  SpA “ commentato dal primario di cardiologia degli Ospedali Riuniti di Foggia e da un ginecologo dell’Ospedale di Lucera. Il taglio del libro contesta il pensiero unico dell’ultimo ventennio, denuncia la mercificazione della tutela della salute, individua le sacche di sprechi delle baronie mediche e degli eccessivi primariati, accende i riflettori sul conflitto d’interesse del medico ospedaliero autorizzato a esercitare nella struttura pubblica e con le attrezzature pubbliche parte della propria attività privata, evidenzia le criticità del cartello delle multinazionali della farmaceutica e le distorsioni della sanità privata convenzionata. La stessa impostazione dei DRG, ovvero del pagamento della spesa per singola prestazione, ha alimentato le mostruosità disvelate della clinica Santa Rita di Milano con interventi chirurgici non necessari effettuati per riscuotere rimborsi sanitari più cospicui. La giornalista partendo da episodi concreti accaduti a Napoli, Roma, Milano e altri ospedali italiani mette a nudo il fallimento di un’impostazione privatistica che rischia di destrutturare uno dei sistemi sanitari migliori del mondo secondo le stime dell’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Tra gli altri aspetti esaminati c’è la contrazione della percentuale annua di PIL assegnata alla sanità che ci vede arretrare rispetto ad altri paesi europei, il mancato decollo della medicina territoriale, la carenza dell’educazione sanitaria e la fragilità delle attività di prevenzione oltre all’accanimento con cui si procede al taglio dei posti letto fino al 3,7 per ogni mille abitanti a fronte di un media europea del 5 per mille. L’insieme dei tagli degli ospedali, della mancanza di medicina sul territorio, degli sprechi riferiti a dirigenze non essenziali e all’esercizio di attività private in strutture pubbliche, accentua la crisi del sistema sanitario nazionale sempre più iniquo a causa di venti differenti offerte regionali. Quale relatore all’evento ho condiviso l’impianto del libro-inchiesta sottolineando il doppio fallimento del commissariamento ad acta delle regioni in piano di rientro citando il caso emblematico del Molise che sorvegliato dai Ministeri dal 30 marzo 2007 e occupato militarmente dal 29 luglio 2009 con l’esautoramento del Consiglio e della Giunta Regionale, non ha visto giovamenti né sul piano della qualità dei servizi e né su quello della diminuzione del disavanzo. Al contrario col blocco del turn over negli ospedali c’è una carenza d’organico che non agevola l’erogazione dei livelli essenziali d’assistenza determinando l’aumento della mobilità sanitaria passiva che aggiunge danno alla beffa con i cittadini costretti a recarsi fuori regione e i conti che si avvitano in una spirale negativa. Ho avuto modo di sottolineare che l’art.32 della Costituzione non è negoziabile né può subordinare il diritto alla tutela della salute a livello di singola regione o peggio sopportare un’impostazione privatistica che sul piano culturale equipara la salute ad una merce. Se non si riparte da una gestione nazionale solidale del sistema che non condanni i territori più piccoli a sopportare sperequazioni ingiuste per via di numeri modesti permarrà la discriminazione tra cittadini di aree attrezzate densamente popolate e aree interne e svantaggiate.

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