Di Clemente: sosteniamo la mobilitazione del personale delle sedi lINPS nel Molise

E’ in corso anche nelle sedi di Campobasso e Isernia dell’INPS la mobilitazione del personale in difesa dagli ulteriori spropositati drastici tagli di risorse che si paventano:  l’assemblea del personale del 2 ottobre indetta dai sindacati confederali, le mobilitazione dell’USB dal 3 ottobre, ed il 4 ottobre con ulteriore manifestazione locale. Incredibilmente la Ragioneria dello Stato ha rigettato il piano di risparmio presentato dall’INPS, che aggrediva i veri sprechi sulle consulenze e le risorse immobilizzate, ed ha riproposto i soliti tagli indiscriminati al personale ed ai fondi destinati a migliorare la produttività, dando un ulteriore colpo alla qualità ed alla quantità dei servizi destinati all’utenza.

A parte i 2,5 miliardi annui di IMU che il PDL ha ottenuto di regalare ai ceti possidenti (mischiandoli con la massa dei lavoratori  proprietari di prima casa unici da esentare giustamente), non toccano i 160 miliardi annui regalati ai banchieri per interessi sui titoli acquistati con il frutto delle loro rapine sociali, i 120 miliardi di evasione fiscale, la rapina di 8 miliardi causata dai derivati bancari, i 60 miliardi annui di corruzione, gli sprechi miliardari di regalie ai grandi gruppi imprenditoriali, gli sperperi per gli F35 o per le mega opere inutili e dannose, i “costi della casta“ e quant’altro
A regime la “legge di stabilità” prevede invece ulteriori 532 milioni di assurdi tagli al funzionamento dell’INPS, che si aggiungono a quelli passati. Si tenga conto che negli ultimi 10 anni l’INPS ha operato un drastico taglio del personale da 40 mila a 26 mila unità, combinandolo con una forte riduzione delle normali retribuzioni dei lavoratori (blocco contrattuale, riduzione drastica degli incentivi e così via). Eppure l’INPS, nel contesto europeo, pur essendo uno degli istituti previdenziali all’avanguardia e con maggiori funzioni, risulta quello con minore unità di personale; ed è, nel comparto della P.A., tra quelli che esprimono maggiore qualità ed avanzamento, anche nei progressi tecnologici ed organizzativi.
Sappiamo che ci sono tante cose da migliorare per l’utenza, da parte dell’INPS così come in ogni comparto dei servizi pubblici: tuttavia questi tagli antisociali da un lato non aggrediscono i veri sprechi,  dall’altro comportano solo un peggioramento ed una riduzione dei servizi essenziali.
Ma perché da anni si tenta di svuotare e colpire progressivamente i servizi ed il personale dell’INPS, tanto più nel Molise, dove potrebbe utilizzarsi anche l’abolizione della Provincia di Isernia come apripista a tale malsano scopo ?
La verità è che nel “lungo” periodo puntano all’ennesima privatizzazione di un settore essenziale e strategico del vivere civile nel nostro paese: per mettere la enorme massa di risorse della previdenza pubblica nelle mani di grandi gruppi finanziari e di speculatori, bramosi di conquistare nuove fette di mercato anche a fronte del fallimento della previdenza privata. Il governo PD-PDL-MONTI, come i precedenti, attua queste politiche per conto della minoranza di oligarchie bancarie ed industriali sulla pelle di milioni di lavoratori e pensionati.
Sappiamo che questa mobilitazione ovviamente crea alcuni disagi all’utenza; ma è pur vero che questa lotta è volta innanzitutto la difesa ed il miglioramento dei servizi  previdenziali ed assistenziali, soprattutto in questo periodo di acuta crisi, dove la cassa integrazione e la disoccupazione stanno raggiungendo livelli insostenibili anche nel Molise.
Solo l’unità tra lavoratori, disoccupati e pensionati con il personale in lotta nell’INPS, potrà fermare il suddetto disegno antisociale, le cui prime vittime saranno proprio i milioni di utenti destinatari dei numerosi servizi essenziali previdenziali  ed assistenziali dall’INPS.  
Per questo è necessario che questa mobilitazione messa in atto dal personale INPS, anziché le solite polemiche strumentali alimentate ad arte per “i disagi”, ottenga il sostegno da parte tutti i destinatari dei servizi INPS delle sedi di Campobasso e Isernia, cioè dai tanti lavoratori, disoccupati, precari, pensionati, diversamente abili ecc. che vivono nella nostra regione.

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