Cucina e dintorni/ La stella abbaglia troppo, ma piace

L’incremento esponenziale dei programmi televisivi di cucina ha una motivazione certa nell’espansione, anche incontrollata, del mercato gastronomico, un po’ ovunque e con particolare riferimento alla cucina di qualità e gourmet. Gli chef stellati oramai sono star al pari di attori e soubrette, aprono ristoranti sempre più ricercati e lussuosi in ogni parte del mondo. Gordon Ramsay ne gestisce a decine e propone qualunque tipo di cucina di qualità, etnica o internazionale; passa la maggior parte del tempo sugli aerei ed è costretto a studiare le materie prime di ogni Paese per essere presente nelle trasmissioni televisive e reggere il confronto con competitor agguerriti ed altrettanto prepararti. In Italia Master Chef e Top Chef si contendono fasce orarie e fiumi di spettatori, che poi tentano di replicare le pietanze dei partecipanti; sono tra quelli, quindi apprezzo questa nuova tendenza. Sembra che solo il buon Canavacciuolo sia rimasto a cucinare continuamente, nei ristoranti come in televisione; con il suo seguitissimo ‘Cucine da incubo’ contemporaneamente fa ascolti e suggerisce ricette. Poi ci sono la Parodi, la Clerici e tutti gli altri a creare questa sorta di intasamento mediatico-gastronomico, senza contare i libri e gli eventi quasi quotidiani in ogni locale pubblico che si rispetti. ‘Eatitaly’ è diventato un logo universale, orgoglio nazionale e brand mondiale e ‘Terra madre’ a breve non sarà da meno. La tendenza ha portato giovamento, non solo economico, al settore; si parla di materie prime di qualità, i condimenti sono certificati e controllati e la gente inizia a cecare il fresco, la spezia introvabile e nuovi odori e sapori. Le ‘tracchiuchelle’, purtroppo, sono relegate in campagna e le sagre di paese compaiono solo sulle televisioni locali, fatta eccezione per programmi storici sulla rete nazionale. Ma questo slancio innovativo non distruggerà la tradizione, semplicemente aprirà frontiere sempre nuove alla gastronomia; la competizione non si dovrà estremizzare e sono sicuro che riusciremo a mantenere un occhio di riguardo per il momento ludico ed aggregativo, appunto la sagra gastronomica locale, senza dimenticare di utilizzare il meglio nella nostra cucina. Ad ognuno il suo, rispettandosi. A proposito: devo andare a preparare il pranzo del sabato, che poi posterò sui ‘social’. Buon week end.

Stefano Manocchio

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