Turismo in Molise? Iniziamo dalla cartellonistica

Bei paesaggi: dal mare alla montagna, tradizioni, buon cibo e un po’ di storia. Da anni si pensa di rilanciare l’economia molisana puntando sul turismo. Ma in Molise conosciamo la geografia del territorio? Sembrerebbe di no.
Ad esempio a cinque chilometri da Sepino ed altrettanti da Altilia, in località San Pietro dei Cantoni, nei pressi di un torrente, si trova il Tempio di Mefite, anche detto “Chiesa Ritrovata”. Si tratta di uno storico edificio di culto cristiano, sul versante Matese, risalente al IV-III secolo a.C., di cui attualmente restano alcuni capitelli, basamenti e rocchi di colonne. Ma senza una guida locale, raggiungere il sito é impossibile, poiché mancano opportuni cartelli indicativi.
Stessa sorte per l’altro santuario italico conosciuto come “Pozzo di Ercole”, in agro di Campochiaro. Il tempio ha rappresentato uno dei pochi luoghi di culto dei Sanniti, situato in un percorso strategico della viabilità antica.
Sul tratturo Pescasseroli-Candela, che attraversava Bojano, il centro più importante dei Sanniti pentri, e poi Larino. A testimoniare che vi si svolgevano dei riti sacri, la presenza di un pozzo, pare di acque salutari, posto al centro del pronao. Distrutto da un terremoto agli inizi del III secolo a.C. il santuario ha subìto varie ricostruzioni, finché non fu abbandonato dai fedeli. Ebbene anche qui la segnaletica ignora l’esistenza di questi resti archeologici. E, probabilmente, l’elenco potrebbe allungarsi.
Allora qualche quesito nasce spontaneo. Possibile che fra i nostri amministratori nessuno abbia mai rilevato tale carenza? Inoltre, se già per noi molisani non risulta agevole individuare luoghi di antica memoria, come si può ipotizzare di richiamare i turisti? Non sarà il caso di iniziare proprio dai cartelli? ( foto relativa al Tempio di Melfite)
Rossella Salvatorelli

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