Sinodo giovani. Bregantini: alla ricerca del Maestro, passo dopo passo. Ogni povero è il luogo dell’incontro

“Questo incontro ha avuto la profondità e la chiarezza di messaggi ben articolati e precisi, specialmente il camminare lungo le strade e i sentieri polverosi per poter incontrare Cristo e dirgli: Tu, Maestro dove abiti? E Lui ti dirà, vi dirà, Venite e vedete”.

Intervento dell’arcivescovo Metropolita di Campobasso – Boiano a conclusione del cammino dei giovani “Per Mille Strade” in preparazione al Sinodo di ottobre promosso dall’Ufficio Nazionale di Pastorale giovanile della CEI. Un pellegrinaggio segnato dalla preparazione, dalle scelte di coraggio, dalla gioia e dall’entusiasmo tipico dei giovani; lungo il cammino numerosi sono stati i momenti che hanno favorito l’incontro, la riscoperta, la ricerca, l’esplorazione, la fatica, il dialogo, il canto, l’armonia, la preghiera. Tanti spunti per giungere all’incontro di Roma per dire Siamo Qui! assieme agli oltre 70mila giovani provenienti da tutte le diocesi d’Italia. Un Belpaese che, attraverso la freschezza del pellegrinaggio giovanile guidato dai tanti parroci e dalla religiose, fortemente sostenuto dai vescovi, si è fatto riscoprire restituendo ai giovani un messaggio di cultura passato attraverso i martiri della vita cristiana, i testimoni della odierna Fede. Ai giovani la consegna missionaria di essere “pellegrini dei sogni” come ha detto Papa Francesco in piazza San Pietro, ma di essere anche testimoni coraggiosi “alla ricerca del Maestro, passo dopo passo”

“E’ stato molto, molto bello questo momento di incontro di Roma prima ancora preceduto nelle diocesi nella realtà campobassana, poi nella realtà molisana e infine a Roma il confronto con tutti i ragazzi d’Italia. Ha attratto moltissimo la domanda “Maestro dove abiti? questa parola ha racchiuso il cammino di tutti questi giorni perché è stato un cammino di ricerca, un cammino di gioia ma un cammino anche di inquietudine: Dove abiti? la parola più bella pronunciata dai ragazzi è la parola Maestro perché la parola Maestro vuol dire “io da solo non ce la faccio” perché abbiamo bisogno di una guida, di una parola, di una correzione, di una matita rossa sui nostri compiti imperfetti. Ma anche sulla chiarezza, di incoraggiamento e di meta lucida e forte. La parola Maestro è la parola più dolce che noi possiamo rivolgere a Gesù, ben più che amico. Maestro è di più che amico perché è un amico che ti insegna, che ti accompagna. Dove abiti? E la risposta è “venite e vedete!”. Noi siamo andati e siamo stati con Lui in due modi: la diocesi ha organizzato due momenti per stare con Lui.

Prima di tutto tre giorni di esercizi spirituali sempre in numero di 20 giovani per mille ragioni. Questa convocazione non è stato molto chiassosa né molto partecipata però molto intensa, molto profonda, molto vera. La prima parte gli esercizi spirituali hanno ruotato attorno a Castelpetroso dal 4 al 6 agosto attorno alla domanda su Giovanni, il Discepolo amato! Le catechesi, gli incontri, la dinamica e la capacità comprensiva, hanno scavato nel cuore del Discepolo amato. il 7 agosto c’è stato un giorno di sosta, mentre il mattino dell’8 agosto il gruppo dei venti giovani guidato da don Francesco Labarile (direttore pastorale giovanile diocesana) e da alcuni religiosi è partito e ha camminato. Anche due seminaristi sono stati in cammino con loro. E’ stato talmente bello perché si sono toccati luoghi molisani più delicati, forse anche meno conosciuti. Le soste della sera sono state un incanto; la sera del primo giorno a Guardiaregia attorno alla domanda: “Perché Signore , tu ti fai presente nelle briciole della storia. Così ha chiesto quella mamma della Cananea. Anche i cagnolini vivono delle briciole. La parola briciole ha colpito molto i giovani perché in effetti loro vivono spesso di questi avanzi! Non viene dato un pane intero ai nostri giovani. Vengono date delle briciole e questo è molto vero, sofferto! ma vi è stata  anche capacità di dire “con poche cose possiamo costruire cose grandi”. Il giorno dopo la festa che ci ha accompagnato è quello della suora carmelitana Teresa Benedetta della Croce, vittima dei lager di Aushwitz. E questo ci ha legato a Cracovia avendo visto i lager e i forni crematori nella GMG del 2016, abbiamo potuto collegare quel gesto di allora con la tragica realtà di questa martire. E questo ci ha accompagnato per capire oggi i martiri, la fatica.

Commenti Facebook