Lettera al Direttore/ governo di Campobasso: il giocattolo è complesso e mezzo rotto, non distogliete l’attenzione da esso per dedicarvi ad altro

Riceviamo e pubblichiamo

Desideriamo esprimere un sincero in bocca al lupo per questa nuova avventura che vede protagonisti-forse inaspettatamente- gli esponenti del Movimento Cinque Stelle. Il nostro auspicio, però, si sostanzia in quanto segue.

Una nota dottoressa casertano-torinese, specializzatasi in chirurgia generale, endoscopia dell’apparato digerente e psicologia cognitiva, nonché autrice di gustosissimi libri del genere “fantasy”, ha scritto in uno dei suoi saggi: “combattere per l’ovvio comporta spese e rischi, ma ne vale la pena. Anzi. L’ovvio è quello per cui vale più la pena di battersi, perché l’ovvio è reale: chi si batte per l’ovvio, si batte per la verità. L’ovvio è che gli organi sessuali servano per la sessualità ed il tubo digerente per digerire”.
Noi aggiungeremmo: San Tommaso D’Aquino, prima di ogni sua lezione, diceva ai suoi studenti: “Questa è una mela: chi non è d’accordo, si alzi e se ne vada”.

Campobasso, come è noto, è un malato grave che a seguito di tanti anni di non intervento avrà bisogno di un miracolo per poter riacquistare un barlume di dignità: tanto in termini di decoro quanto di cultura, arte, impianti sportivi, centri aggregativi per giovani, verde pubblico, valorizzazione delle sue tradizioni e di un centro storico che, se si trovasse in Romagna, avrebbe le prime pagine nazionali.

Se si volesse mettere mano ad uno solo di questi problemi, non si riuscirebbe a dormire la notte nel tentativo di reperire i fondi, presentare progetti validi, trovare il consiglio comunale consenziente. 

Rileviamo, tuttavia, che in più di un caso vari pentastellati si lasciano sviare da temi che, in un’epoca priva di una bussola morale e spirituale, intrisa di neo-illuminismo, amante dei giochi di parole, si vuol presentare a tutti i costi come preponderanti: ci riferiamo in primis alla cultura del gender propinata dai movimenti Lgbt e da quella di morte legata all’eutanasia. Più d’una persona non ha perso un istante per schierarsi a favore di qualcosa che ci si ostina a presentare come progressista, ma che in realtà è solo sinonimo di regresso: la prima perché umilia l’uomo e la sua preziosità, la seconda perché maschera, attraverso la legge, l’omicidio, mettendosi alla stregua delle purghe staliniane piuttosto che degli eccidi nazisti.

E’a dir poco strano che persone che ostentano un certo livello culturale cadano su una buccia di banana, eppure sta accadendo, perché ci troviamo, come avrebbe detto George Orwell, nell’ora dell’inganno universale. Ed è proprio perché ci siamo dentro che dobbiamo dire la verità, quindi essere rivoluzionari!

Siamo, come avrà potuto intuire, delusi dall’adesione acritica -spesso fatta per puro spirito anticlericale, identificando la difesa dei concetti di maschio e femmina e della vita nella sola Chiesa cattolica, quando l’intera cristianità e ancor più il mondo islamico ne sono decisamente a favore- che tanti stanno avendo nei confronti di queste nuove forme di monopolio culturale, dimentichi dei fiumi di danaro che vi risiedono dietro, delle lobbies che hanno sempre secondi fini, dell’universo di odio verso l’uomo che può identificarsi nel presentarlo come uno che può -e anzi deve!- scegliere di non essere fedele, di entrare nelle “dark rooms” e di conciare bambini (sì, bambini!) come l’ultimo di Carnevale perché tanto è così che si fa, dell’utilizzo dell’utero materno come un enorme altoforno che sforna manufatti da dare in dono a chi non può produrli e vuole semplicemente soddisfare un capriccio. 


Ecco, si sta sostenendo tutto questo nel momento in cui si sfila in piazza con una fascia tricolore “in difesa dei diritti dei più indifesi”, per ripetere il cliché studiato ad hoc da associazioni che, un po’ in stile ciceroniano (l’arpinate si starà rivoltando nella tomba), hanno studiato le tecniche comunicative per presentarsi come coloro che hanno ragione, dipingendo chi non è d’accordo come il “medievale” (errore culturale, tra l’altro, nell’usare quest’aggettivo, ma tant’è, l’ignoranza è all’ordine del giorno), lo “sfigato”, il “retrogrado”, l'”oscurantista”, e ci limitiamo ad utilizzare gli aggettivi più benevoli, perché sanno tutti che spesso e volentieri, e non solo alle contromanifestazioni, vengono utilizzati epiteti vergognosi verso chi non vuole aderire a tale pensiero e denigratori nei confronti della fede: questa sarebbe la modernità? Preferiamo essere “medievali”, grazie!!
Potremmo andare avanti ancora a lungo su un argomento complesso, spesso banalizzato e dipinto in modo strumentale da certe TV, ma la lasciamo con un invito: quello di ragionare prima di sposare il pensiero unico, di chiedersi dove sia la verità. 


Gli esponenti della nuova giunta hanno girato in più di un’occasione lungo le strade della città: se solo ci si volesse soffermare su quelle del centro storico, ce ne sarebbe “da vendere e da appendere”. Altro che Cirinnà!
Buon lavoro al nuovo esecutivo
Adele Crescimbeni
Arianna Silvestri             
“Abbi buona cura del tuo corpo: è l’unico posto in cui devi vivere” (Jim Rohn)

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