Di patologie cardiache si muore sempre meno anche grazie alle nuove tecniche chirurgiche

Le nuove tecnologie in ambito Cardiochirurgico, l’approccio mini invasivo e l ‘“Heart Team”  sono stati i temi principali del convegno promosso dalla Fondazione “Giovanni Paolo II” sabato 19 novembre 2016. Nell’introdurre i lavori il dottor Carlo Mario De Filippo, Direttore Dipartimento di Malattie Cardiovascolari e promotore del corso, ha evidenziato l’importanza della collaborazione, soprattutto in ambito cardiovascolare tra diversi specialisti coinvolti.

Numerosi i partecipanti, c’è stata un’ampia rappresentanza dei Medici di Medicina generale e degli specialisti di tutti i presidi ospedalieri molisani, con cui, da tempo, si sono avviati proficui rapporti di collaborazione. Presenti anche numerosi professionisti provenienti dai più importanti centri cardiochirurgici del Paese.

Il confronto è stato molto proficuo, tra i diversi argomenti affrontati, si è data particolare importanza alle nuove tecnologie messe in campo per affrontare patologie ad alto rischio di mortalità. Il dottor Carlo Canosa, co-referente scientifico dell’evento, ha parlato della metodica Vest, una innovativa procedura praticata in pochi centri in Italia, che riuscirà a garantire nel tempo una maggiore pervietà del by pass aortocoronarico, e quindi una maggiore efficace della procedura chirurgica.

Per ridurre il trauma chirurgico ed i rischi legati all’intervento, ma soprattutto per migliorare la qualità di vita condizioni di vita dei pazienti, negli ultimi anni ci si sta orientando verso un approccio mini invasivo.  Ciò è reso possibile dalla disponibilità delle più avanzate tecnologie nel contesto operatorio. La condivisione delle procedure e degli approcci multidisciplinari, il cosiddetto ‘hybrid thinking’, ha permesso strategie sofisticate e personalizzate su pazienti affetti da patologie cardiovascolari altamente complesse. Cooperano fianco a fianco specialisti diversi: Cardiochirurghi, Chirurghi Vascolari, Cardiologi Emodinamisti ed  Elettrofisiologi, Radiologi Interventisti, coadiuvati dai Cardioanestesisti.

Il vantaggio principale dell’approccio ibrido in ambito cardiovascolare è quello di consentire l’implementazione di tecniche interventistiche in modalità mininvasiva garantendo un approccio multi specialistico in un unico atto terapeutico. La sfida attuale consiste nell’ applicare strategie ibride in interventi combinati di rivascolarizzazione miocardica (bypass aortocoronarici a cuore battente in associazione ad angioplastiche coronariche e/o stenting carotideo); è stato questo uno dei temi principali dell’evento.

Il professor Massimo Massetti, Presidente del Corso e Direttore dell’Area Cardiovascolare del Policlinico “Gemelli”, ha posto l’attenzione sull’evoluzione del percorso terapeutico per le patologie cardiovascolari. I trattamenti efficaci sono spesso il frutto di indicazioni collegiali e multidisciplinari dell’Heart Team, dove, ogni giorno si assiste al confronto tra più specialisti, che valutando i dati provenienti dai rispettivi Percorsi Clinico-Assistenziali dedicati alle patologie CardioVascolari, trovano la sintesi nell’indicazione più adeguata al singolo paziente.

L’innovazione tecnologica e il costante aggiornamento scientifico del Centro Molisano, sono il frutto dell’essere parte dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Le strategie cliniche e i percorsi clinici-assistenziali e di ricerca della Fondazione “Giovanni Paolo II”, vengono condivisi con la Fondazione Policlinico Universitario “Agostino Gemelli” di Roma, nell’ottica della formazione costante e dell’aggiornamento continuo.

Appassionata e qualificata la lectio magistralis del professor Antonio Maria Calafiore, già Primario della Cardiochirurgia dell’Ospedale di Chieti e Direttore del Centro “Prince Sultan Cardiac Center” a Riyadh in Arabia Saudita, uno dei “padri nobili” della Cardiochirgia Italia, legato anche dal punto di vista affettivo agli specialisti del Centro molisano, con cui, da sempre ci si sono stati  percorsi di collaborazione.

“I cittadini molisani” ha affermato il noto luminare “possono beneficiare, nella propria regione, di uno dei centri cardio-chirurgici più qualificati del Paese. Conosco personalmente molti degli specialisti che operano qui a Campobasso, quindi “parlo con cognizione di causa”.  In questo Centro possono essere curate, con grande professionalità, tutte le patologie cardiovascolari, comprese quelle ad alto rischio chirurgico”

Il commento pressoché unanime di tutti gli intervenuti è stato quello di definire questo appuntamento un grande successo sia per la qualità de contenuti proposti sia per l’accoglienza ricevuta.

 

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