Cultura/ Il post fascismo e le origini di una discutibile mentalità nel libro di Colabella al centro di un confronto a Ripalimosani

Un cancro del quale in realtà esistono ancora pericolose metastasi, nonostante la Costituzione italiana lo abbia messo al bando. Il fascismo, termina troppo spesso utilizzato senza vera cognizione, ha lasciato strascichi subdoli, se n’è andato in maniera lenta e subdola. Lo dicono le carte degli archivi che raccontano e denunciano scelte politiche spesso equivoche avvenute dopo il ’43 da parte di personaggi illustri nel panorama molisano di quel periodo.

“Il vischioso post fascismo” è il libro del Prof. Michele Colabella che ieri è stato presentato nel giardino del Convento San Pier Celestino V di Ripalimosani. Con l’autore hanno dialogato la Prof.ssa Maria Sollazzo e il dott. Loreto Tizzani, oltre ad un pubblico interessato che dal testo ha fatto nascere una lunga discussione. Per l’amministrazione comunale era presente il vice sindaco Annamaria Trivisonno.

Nell’opera pubblicata in tempo di piena pandemia Colabella, che ha insegnato italiano e latino al Liceo Scientifico di Campobasso e per anni è stato anche preside del Galanti, fa i nomi ed i cognomi di molti di quei ‘notabili’ che influirono sulle scelte della società del tempo. Ed analizza, proprio a partire dai postumi del fascismo, l’origine di una mentalità clientelare mai disdegnata su ogni fronte politico.

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