Corpus Domini 2019. Riflessioni e lettura di una festa dal raro fascino

Riceviamo e pubblichiamo

Cos’è questa festa per un campobassano?
Per portatori, volontari e figuranti è svegliarsi all’alba -pur essendo domenica- per rispettare l’orario del ritrovo prima della S.Messa e della vestizione. È adrenalina in circolo per le tenere creature e per i genitori di angioletti e personaggi che -al debutto o non -sono provati da un’esperienza, che lascerà il segno nei loro cuori.


È sudore e fatica per tutti i portatori, che con mirabile entusiasmo mettono al servizio della cittadinanza le loro energie e ci consentono di ammirare la sfilata degli ingegni per le principali vie di Campobasso. È goliardia dei “diavoletti” che si divertono ad intrattenere i passanti con simpatiche filastrocche. È condivisione dei bimbi che si spartiscono con gioia bon bon e caramelle offerte loro dai nostri concittadini sui balconi dei vicoli del centro storico. E’ un’emozione fortissima per il ragazzino (Daniele quest’anno),al quale i titolari del caseificio Gianfagna affidano il compito di lanciare ai diavoli l’ottimo caciocavallo.


È riconferma di impeccabile impegno e abnegazione da parte dell’associazione Misteri e Tradizioni. E’ zelante dedizione di volontari e addetti alla vestizione, che con smisurata pazienza curano ogni dettaglio, inculcano ai dolcissimi infanti -e non solo- attaccamento alla nostra terra e ad usi di inestimabile valore. E’ quasi terrore nel personale medico e paramedico che spera fino alla fine che non accada nulla di serio ad anziani e/o concittadini di ogni età. È inguaribile frenesia di fotografi e dilettanti che impugnano le loro Canon alla ricerca di scorci inediti o espressioni/ghigni particolari. Sono occhi che brillano, occhi di fanciulli ( le riserve delle varie edizioni), che pur nella loro innocenza/candore si augurano fino alla fine che il loro sogno di poter salire su di un ingegno possa divenire realtà. Sono le note del Mose’ di Rossini -per noi campuasciani- ormai emblema di questa magica giornata, note eseguite dai membri di ciascuna banda con rara maestria.


E’ scrupolo e invito al rigido rispetto delle norme da parte dei militi che in borghese o in divisa- con sguardo attento e vigile- ci tutelano e assicurano incolumità a turisti e autoctoni. È sole! Sono sorrisi autentici e sinceri. È attesa di discorsi, programmi e disegni per il futuro da un balcone o dalla strada. È raccoglimento e preghiera in tenda. È un mix piacevolissimo di colori, profumi ed idiomi. È capo chino per la benedizione e per il fausto augurio di pane, salute e serenità! È il concerto a chiusura dell’evento, concerto che è stato di livello: Luca Carboni ha confermato di avere un carisma tale da trattenere in piazza uomini e donne di ogni età… un cantante che non strilla, ma trascina e coinvolge. Ed è divertimento sano per tutti, tutti( grandi e piccini, credenti e non).


Contribuiamo a divulgare ciò che di grandioso illustri cittadini di Campobasso hanno lasciato a noi. Valorizziamo e tributiamo il giusto plauso a quanti negli anni si sono adoperati per mantenere viva questa tradizione. E urliamo il nostro grazie a ciascuna delle persone che -con sacrifici e rinunce-ci ha consentito di vivere una volta ancora un’intensa giornata di festa.
Cinzia Calabrese

Commenti Facebook