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#corpedelascunzulatavecchia/Toma, il metano e l’autarchia

Che c’entrano tutte queste cose insieme? E che ne so, a me sono venute in mente così.
Iniziamo con il dire, poi il Presidente Toma, commissario alla sanità per il Molise dovrà fare, che
alla Cattolica di Campobasso, tanto la chiamiamo tutti così, sono finiti i “gettoni” per la
radioterapia, non per un videogioco qualsiasi. E certo, la sanità italiana, la nostra salute si basa e gira intorno ai “gettoni”, anche se loro, gli edotti e potenti chiamano BUDGET. Una previsione in virtù della quale ci si organizza per gestire le spese future.

Ora, in questo momento, l’amministrazione della Cattolica ha comunicato che dal primo ottobre
non saranno più erogate prestazioni di radioterapia ai molisani. E qui viene da ridere se non fosse un dramma serio, profondo vero e proprio dramma di salute, di soldi spesi e di sacrifici per i malati oncologici ed i loro familiari.

L’ammalato oncologico che ha bisogno di cure radioterapiche sinora si è rivolto al “Gemelli
Molise”, attuale nome della “Cattolica” per ricevere le cure. La Regione Molise, successivamente, pagava le prestazioni effettuate dal “Gemelli Molise”. Finito il budget il Gemelli Molise non curerà più i molisani, che saranno obbligati ad andare fuori regione, ma solo gli extramolisani. I molisani dove andranno? Ovunque, purché fuori dal territorio molisano, pagherà le cure sempre la Regione Molise. Potremmo ridere se non ci fosse da piangere.

Quindi, per capirci, la radioterapia non la posso fare a casa mia, perché la Regione Molise non paga, ma la posso fare ovunque perché (tanto) la Regione Molise paga. Mi sembra tutto chiaramente oscuro.

Andiamo ad parlare, analizzare non è da me, di quello che è un servizio in house o in outosourcing. In house, per chi come me di inglese sa solo “the cat is on the table” , significa avere la possibilità di avere il servizio in casa, nello specifico un ospedale molisano dovrebbe erogare il servizio di radioterapia affrontando tutta l’organizzazione aziendale, strumentale e di personale addetto, atta all’erogazione del servizio. In outsourcing, invece, con gli EURI alla mano si chiede in giro a chi può “farci il servizio” e mettiamo la cosa a catalogo, pronto per i molisani. Nel campo della sanità, poi, bisogna mettere in conto anche il budget con il quale si opera ed anche chi offre il servizio: se il servizio è offerto da un privato, che lo offre per far crescere il suo conto economico, per guadagnarci, una volta finiti gli euro si chiude il rubinetto e “muoia Sansone con tutti i filistei”.

Se il servizio lo eroga il pubblico è più difficile che si resti senza. Anche se in Molise sta
succedendo anche questo ed anche di più. Succede come per lo stipendio: te lo danno una volta al mese, ma ti deve bastare per trenta giorni. E non è alle volte cosa facile. È proprio quello che è successo alla radioterapia del Gemelli Molise. Anzi nello specifico abbiamo l’aggravante di un Generale della Guardia di Finanza, per giunta medico, che ha stabilito, come commissario alla sanità, il budget, anche, per la radioterapia. Successivamente al Generale Giustini è subentrato il Presidente Toma come commissario, Presidente che, a questo punto, non ha controllato l’andamento del budget e siamo rimasti con il cerino in mano noi molisani? Ai posteri…..

La situazione è realmente complicata. Alla base c’è ancora e sempre il discorso del risanamento
della sanità molisana, purtroppo il caso assurdo ed eclatante della radioterapia è solo la punta
dell’iceberg della sanità del Molise. I reparti dell’ospedale di Temoli stanno chiudendo uno dopo
l’altro per mancanza di personale. Il direttore generale Asrem, dott. Florenzano, asserì in una
trasmissione radiofonica di qualche mese, io ero tra gli intervistatori del dottore, che la situazione dell’ospedale di Termoli si sarebbe risolta. Allora c’era l’emergenza degli anestesisti, ma si sa che se mancano gli anestesisti si blocca tutto l’ospedale. La situazione è peggiorata visto che i concorsi banditi dall’ASREM sono andati deserti o vi hanno partecipato persone che non avevano i titoli necessari e quindi, volendo pensare alla mancanza di personale derivante solo dai pensionamenti, la situazione è drammaticamente peggiorata. Ed in questa marasma generale di debiti e deficit sanitario che galleggia la nostra salute. Galleggia in attesa di una scialuppa che ci tragga in salvo.

La scialuppa, togliamocelo dalla testa, non arriva per questioni politiche e mancanza di volontà di parte dei governanti. Siamo pochi e non conviene spendere soldi in Molise per recuperare il debito sanitario. Stiamo ancora andando alla ricerca dell’outsourcing e stiamo pagano fior di quattrini ai medici di altre regioni che vengono a coprire i buchi di personale che abbiamo anche se ci hanno sbloccato il turn over. Sbloccato il turn over ma nessuno vuole venire a lavorare nella sanità molisana. Questa è la nostra drammatica situazione,veramente solo parte di essa.

Andiamo avanti nella speranza che a furia di outsourcing non facciamo la fine del metano di Putin: per risparmiare sui costi di estrazione hanno deciso di comprare il metano da Putin che costava di meno.

Aspettiamo l’inverno e speriamo di non dover utilizzare gli ospedali di fuori regione per sempre
come in una macchina del tempo che ci riportati decine di anni indietro.
Con affetto e stima, ma con il massimo del rammarico nel cuore vi saluto caldamente con il mio
classico. Statevi arrivederci.
Franco di Biase

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