#corpedelascunzulatavecchia/Rosi Bindi tiene ragione (2) seconda, ma non ultima, analisi del voto

In quel tempo era d’uso (ri)eleggere i rappresentanti del (ex) popolo per formare le aule della
capitale dove si discuteva di leggi, regolamenti ed altre amenità. In una nazione civile, tuttavia, quando si facevano operazioni del genere erano abituati a scrivere i nomi delle persone che volevano eleggere al parlamento. In Italia, la nostra povera e piccola nazione NO!
In Italia ti davano, e ti danno, una scheda con sopra i nomi dei candidati e tu li voti tracciando un segno di croce con una matita copiativa. Questo è tutto.
I nomi sulla scheda li scrivono da Roma e noi del contado di Molise non possiamo far altro che
leggerli e come è successo anche stavolta votarli. Le elezioni, noi le chiamiamo le “votazioni” in
Molise le facciamo, ma anche in tutta Italia, punendo di solito chi ha governato nei cinque anni
precedenti e favorendo l’altra parte. Non puoi fare diversamente visto che i nomi sono già scritti.

Ritornando a noi (non “a noi!!”) storia di queste ore è il vociferare di ministri tecnici all’interno del futuro governo Meloni. Sarebbe la fine comica di una politica arida ed arsa dalla mancanza di idee e di volontà di fare. In questo momento nominare dei tecnici fa sorgere la domanda del perché sia stato fatto cadere il governo Draghi. Ah ma Draghi non ha avuto più la fiducia da parte dei Cinque Stelle e Fratelli d’Italia si è repentinamente inserito in area di rigore distraendo terzini e portiere e segnando un gol classico di rapina … chess’è! D’altra parte come “disse” Rea Silvia:

VedRemo e VedRomolo perchè si sa, i figli so piezze e core.
E mentre a Roma spaziano tra gli alberghi e le sedi di partito, in attesa che il tredici ottobre siano proclamati gli eletti del nuovo parlamento, in Molise stiamo cercando di capire che fine faremo con le prossime elezioni regionali ormai alle porte.

Uno “scienziato” della politica, di cui non conosco il nome, ha proposto di far cadere la Giunta
Toma e di arrivare alle elezioni anticipate. Proprio uno scienziato di alto livello. Ma come si
permette di mettere in dubbio il futuro di venti lavoratori, anche se politici della Regione Molise?
Non gli è venuto in mente che chiudere la legislatura con tre mesi di anticipo porterebbe una
ricaduta negativa sul tutto il territorio molisano di circa un milione di euro. Tanti sarebbero i soldi che i consiglieri regionali perderebbero, tanti sarebbero i soldi che non “ricadrebbero sul territorio”.
Come dite? I consiglieri non spendono niente e tutto quello che incassano lo tengono da parte, lo “mettono a pizzo” lo introducono nel “matarazzo”? Tutte queste cose non le so, vengo dalla
campagna e non capisco molte cose. Una delle tante cose che non capisco è la politica fatta dal Presidente della Giunta Regionale del Molise, voglio ricordare che il “governatore” nella legislazione italiana non esiste. Stavo dicendo il Presidente che si è “vestito di nuovo come le brocche del biancospino” (chiedo scusa a Giovanni Pascoli) ritenendo che il risultato elettorale delle ultime politiche possa, potrà essere, riversato pari pari alle elezioni regionali. Insomma sta pensando, se ne sta convincendo da solo, che i molisani hanno votato a destra per le politiche e lo faranno anche per le regionali. Quindi perché non lui candidato alla presidenza?

Certo dal suo punto di vista questo è un ragionamento che non fa una grinza, peccato che la
coalizione lo abbia scaricato da tempo immemore ed il consiglio regionale ancora non cade per
estrema volontà dei consiglieri di portare a termine la legislatura per non far venir meno il
sostentamento economico alle loro famiglie. Il “tengo famiglia” prevale sulla ragione di stato.
Voglio spendere anche qualche parola per la politica della sinistra e del PD in particolare….per
questa volta lascio stare. Il mio amico Nicola dice sempre che scrivo troppo e lui si stanca a leggere.
Sarà per la prossima volta. Quindi, per adesso, con affetto e stima e con la speranza che non faccia troppo freddo quest’inverno: statevi arrivederci.
Franco di Biase

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