Ciao Nino/ il ricordo del collega Nino Amoroso

di Massimo Dalla Torre
Abbiamo voluto che passassero le ore prima di scrivere queste poche cose, forse senza senso, perché ci sono notizie che non vorremo mai commentare specialmente se riguardano la scomparsa di un collega. Dipartita che è arrivata inaspettata e che ti priva dell’indirizzo di chi ha condiviso con te la passione per questo lavoro.

Un qualcosa che, se non si ama profondamente, non si comprende, nonostante permette di conoscere uomini e cose e dopo un primo momento di adrenalina pura ti lascia il vuoto dentro e costringe a voltare pagina e ad andare avanti anche se con riluttanza. Una pagina che, in questo caso, se dipendesse da noi, sarebbe meglio non riempire perché le parole si affastellano nella mente tanto da non permettere di mettere nero su bianco; eppure bisogna farlo per ricordare chi ha condiviso ideali, gioie e amarezze cercando di dare una spiegazione anche alle cose più inusitate.

Questa no. Questa non volevamo scriverla: la scomparsa di Nino Amoroso uomo prima di essere un giornalista DOC che abbiamo apprezzato per la sua eleganza, signorilità, intelligenza per come si porgeva a chi si affacciava allo insidioso mondo dell’informazione. Per questo è difficile dover scrivere di lui perché significa scrivere di chi non si è mai fermato davanti a nulla anche se sapeva di attirare le critiche dei cosiddetti “opportunisti” che, nel mondo arcaico della notizia, pullulano e rendono arduo e difficile il lavoro di cronisti soprattutto di provincia.

Fortunatamente Nino si è contraddistinto dagli altri. Per anni ai vertici del giornalismo nazionale e internazionale, è stato il fautore dell’ordine dei giornalisti del Molise, affrancandoci da quello Romano, di cui è stato anche consigliere. Nino conosceva, il difficile lavoro dell’informazione tanto da mettere in risalto la notizia senza però mai varcare il limite di guardia. Questo era Nino.

Ora che non abbiamo più il privilegio di confrontarci e parlare con lui sempre munifico di consigli siamo sicuri che ha risposto senza esitazione all’ editore con la “E” maiuscola cui prima o poi dovremo dare conto per il nostro operato umano; ecco perché é difficile andare avanti anche se siamo sicuri che nella redazione in cui è ora continuerà a porre l’attenzione che metteva ogni qualvolta si chiedeva il suo parere.

Ciao Nino, grazie di averci porto il braccio e permesso a tutti noi di entrare a far parte di un qualcosa che hai costruito con pazienza e professionalità senza mai farlo pesare perché anche se sapevi che la strada che ci hai indicato era difficile da percorrere hai reso il cammino agevole e sgombro da insidie cosa che fa abbandonare la passione per il giornalismo.

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