Campobasso/ Palazzo San Giorgio, maggioranza a pezzi

Abbiamo detto ieri dei dissidi interni al centro destra regionale; ma dalla parte opposta la situazione certo non è migliore, soprattutto con riferimento al comune capoluogo di regione. A Palazzo San Giorgio s’incrociano due tipi di polemiche: un generale malessere proveniente dall’aula consiliare e lamentele che provengono da ampi strati della popolazione, ma su tutte prevale la sequela di diatribe interne alla maggioranza, con contrasti che investono di volta in volta quest’assessore o l’altro e il sindaco che risponde naturalmente per tutti. In questo clima a peggiorare la situazione le manovre di posizionamento pre elettorale in vista delle comunali del 2019. Per far fronte a questi problemi vengono lanciate periodicamente notizie su investimenti in prospettiva, che annunciano cifre importanti; così è stato reso noto il Piano triennale delle opere pubbliche 2019/2021, dove una cifra rilevante è destinata alla sicurezza nelle scuole, salvo non chiarire ancora come mai siano in ritardo i lavori di precedenti investimenti sullo stesso tema. Vogliamo capire le esigenze di programmazione, ma i venti milioni di euro previsti dovranno essere analizzati dalla futura amministrazione, approvati e casomai riprogrammati su mutate esigenze; quindi non è detto che quei lavori si faranno in quel modo e non è detto che si faranno in assoluto e di certo non possono essere messi in bilancio tra le buone pratiche di questa amministrazione.

Fatta questa lunga premessa, passiamo al gossip politico. Nell’occhio del ciclone naturalmente il PD, quale partito prevalente della coalizione di maggioranza. Il sindaco Battista, all’atto dell’insediamento, poteva contare non solo su una maggioranza certa, ma anche su un rapporto monolitico con alcune componenti interne al partito, a cominciare da quella rappresentata dall’ex-senatore Roberto Ruta, di cui in un certo senso era il figlio putativo, elettoralmente palando. Nella composizione della giunta un paletto importante fu la nomina di Alessandra Salvatore alle Politiche sociali; la giovane avvocatessa, oltre ad essere preparata sul tema e grande lavoratrice, svolgeva perfettamente il ruolo di collegamento tra sindaco e parlamentare, all’interno di una corrente che all’epoca era piuttosto solida. Da allora molte cose sono cambiate; la corrente rutiana è oramai inesistente, dilaniata dalla guerra intestina con il gruppo amico-rivale rappresentato da Paolo Di Laura Frattura. I due non si sono risparmiati bordate e alla fine sono stati ridimensionati dal partito, che ha pagato pesantemente questa guerra interna, con il calo clamoroso di consensi alle ultime elezioni regionali. Lo sconquasso che ne è seguito ha investito a cascata le amministrazioni sottostanti ad iniziare proprio dal Comune di Campobasso, dove poi si sono assommati altri problemi, che hanno generato il raffreddamento di rapporti anche tra la Salvatore e Battista.

Il sindaco, quindi, ha perso l’appoggio incondizionato dell’assessore a lui più vicino e sconta adesso anche problemi non suoi, ad esempio il fatto che nel livello regionale la rappresentanza del PD (Facciolla e Fanelli) sia quella finora sempre considerata avversa alla sua linea politica, come anche la dirigenza locale del partito stesso. Ci sono poi altre spine nel fianco, come il difficile rapporto con l’assessore Bibiana Chierchia e quello incrinato con l’assessore Francesco De Bernardo, mentre quello con Salvatore Colagiovanni non è stato idilliaco dall’inizio. Aggiungendo alla lista degli assessori quella dei consiglieri che si sono messi ‘di traverso’ e quelli già dati per partenti verso altre sigle politiche, si può dire che il primo cittadino di fatto non abbia maggioranza, ma sia contornato da un gruppo di scontenti, che manderanno avanti la legislatura fino alla fine per inerzia, ottenendo risultati probabilmente insignificanti.

Il meteo dice che il tempo in città non è male, ma a Palazzo San Giorgio sono in arrivo nuvole minacciose.

Stefano Manocchio

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