Anno (Scolastico) Nuovo, vita nuova

13 settembre, primo giorno di scuola per gli studenti molisani che, iniziano il nuovo anno scolastico con i soliti problemi di sempre: scuole non sicure, precarietà insegnanti e trasporti, ma soprattutto incognita di un futuro sempre più caratterizzato da un grosso, anzi grossissimo punto interrogativo. Un punto di domanda legato a quello che il Paese offre alle nuove generazioni che, sulla base di questi presupposti, è già invecchiato anzi in odore di quiescenza. Un punto di domanda che ogni anno s’ingigantisce sempre più per colpa delle distonie di un sistema che non si collima assolutamente con le esigenze della generazione attuale. Tecnologie avanzate e sistemi comunicativi che la nostra generazione non si sognava di avere. Sistemi di apprendimento che la scuola moderna, se di moderno si vuol parlare, non è in grado di supportare perché basata su basi, ci scusiamo per l’intreccio di parole, che somigliano a quei ponti pronti a crollare da un momento all’altro, ce ne guardiamo bene a fare riferimento a quello che è stato la tragedia di Genova, cui va il nostro massimo rispetto. Sistemi che peccano perché, allontanano “la classe attuale” da quello che è il precedente nel senso che non esiste più quella sinapsi che si era installata tra la vecchia generazione e quella attuale. Un punto di contatto costituito da fattori cognitivi legati al cartaceo prima e alla tecnologia ora. Due mondi che, sotto certi aspetti, hanno spersonalizzato la Scuola quella con la S maiuscola e soprattutto senza la q e non la c come spesso si legge sui muri dei centri metropolitani quale segno dispregiativo per la massima istituzione che dovrebbe, usiamo il condizionale, preparare al domani che, a quanto pare non avanza causando problemi e ritardi. Scuola che, ancora una volta è stata spersonalizzata e resa arida da una serie di regole e riforme poco attuabili che non permettono una compenetrazione tra insegnanti e alunni sempre più “svogliati” e poco attenti a quello che è loro impartito. Alunni che ogni anno abbandonano il percorso scolastico, non siamo noi a dirlo ma le statistiche ministeriali sono chiare, perché giudicano poco fruibili e applicabili i programmi caratterizzati da paradigmi, teoremi, fonetiche, verbi, lessici e quant’altro caratterizza il patrimonio cognitivo scolastico. Cose che aumentano le incertezze dove, la scuola non è assolutamente al passo con i tempi se non per una cosa. Elementi che non preparano ad affrontare quello che si cela dietro l’angolo costituito da un muro che, una volta scavalcato offre una visuale non facile da comprendere perché non c’è volontà di farla comprendere. Non siamo pessimisti o disfattisti ma reali; da genitori e da uomini e donne che caratterizzano la società, ci rendiamo conto che poco o nulla possiamo offrire a chi è seduto nei banchi di scuola che oggi al suonare della campanella ancora una volta metterà a dura prova, “le speranze”, che con quaderni, penne, libri, gomme, matite sono contenuti negli zainetti, ultimo baluardo di un mondo cui molti di noi guardiamo con nostalgia e non come incubo nonostante tutto…Buon anno scolastico.

di Massimo Dalla Torre

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