Anche se il Covid lo impedisce, il Natale è sempre il Natale

di Massimo Dalla Torre

Natale non è una semplice ricorrenza segnata in rosso sul calendario, colore che quest’anno prevale causa la pandemia da coronavirus ma è la festa più attesa dell’anno. Una festa che tutti aspettiamo per ricordare la natività del “divin bambino” e non per dare sfogo alla sfrenata corsa al regalo: si il natale è questo. Ma come sarà il natale 2020? La domanda potrebbe sembrare scontata, anzi banale se non addirittura inutile. Ma è necessaria, perché’ quest’anno più che mai il natale sarà all’insegna delle incertezze e dei dubbi.

Un natale in cui la precarietà domina su tutto e tutti perché la leggerezza dello status, qualora non ce ne fossimo accorti, non è incombente così sarà il natale 2020. Del resto quello che fino a questo momento abbiamo esternato è facilmente riscontrabile nei discorsi della gente, dalla scarsa affluenza nei negozi, anche se in questi ultimi giorni le vie dello shopping si sono rivitalizzate, che non invoglia ad uscire ed acquistare.

Un natale che è l’indice di una realtà in discesa libera; Non quella che si effettua in occasione delle settimane bianche altra tradizione natalizia interdetta per il dilagare dell’epidemia. Una discesa verticale che mostra il malessere che la magia bianca difficilmente può cancellare. Ma allora qual è la medicina che può riportare il sorriso e farci guardare al natale con serenità? Difficile dare la soluzione, anche perché rischieremo di sbagliare. Tuttavia, ci azzardiamo a dare un suggerimento, accettatelo così com’è; lasciate da parte le spese pazze, non fatevi tentare dal demone dell’acquisto costoso, perché non è il caso. Fate un regalo semplice, simbolico, una candela, una natività artigianale, una pallina di vetro che agitata floccula, una scatola colorata, una sciarpa, un cappello, un paio di guanti; in questo modo riscoprirete il gusto del natale, quello vero, quello schietto, quello di un tempo lontano in cui anche il pranzo o il cenone non era opulento ma neanche povero.

Un pranzo che, rispecchi quella che è la tradizione e non lo spreco. Questo è quanto ci sentiamo di consigliare, sicuri di sfondare una porta aperta. Anche perché se i pronostici della vigilia sono quelli che da molto tempo ci vengono preannunciati la bilancia nazionale natalizia non penderà positivamente, anzi metterà ancora di più in evidenza come le vicissitudini aumentano e che è sempre più difficile arrivare a fine mese. Vicissitudini che non svaniscono neanche quando tutti ci sentiamo più buoni, quando si è decisi a fare il passo più lungo della gamba. Un passo che invece dovremo ponderare altrimenti rischiamo di ruzzolare rovinosamente a terra.

Ecco perché anche se a malincuore faremo bene a prendere carta e penna, e fare un po’ di conti, quelli semplici, quelli della massaia tanto per intenderci, quelli fatti sulla carta paglierina o azzurra dei maccheroni in modo da non rimanere all’asciutto cosa non accettabile specialmente in questo periodo dell’anno. Un periodo in cui i segni meno non pendano dall’albero come addobbi ma siano pronti a volare giù dalla finestra con la speranza che non ci assillino più.

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