Amministrative Campobasso/Luigi Lanza candidato consigliere con il Centro Democratico

La parola a Lanza Luigi, classe 1991, dipendente MEF, candidato consigliere con il Centro Democratico alle prossime elezioni comunali della Città Capoluogo.

In campo con il Centro Democratico, come vi definite?

Siamo una flotta compatta, abituata al mare aperto. La nave ammiraglia è Battista.

Giovani e disoccupazione: tematiche sempre al centro di qualunque campagna elettorale, quali analisi?

Siamo consapevoli delle enormi difficoltà che trafiggono trasversalmente il tessuto socio-economico del territorio, soprattutto in tema di disoccupazione, ma siamo altrettanto consapevoli che i giovani né hanno “l’anello al naso”, né vengono da Marte: essi sanno benissimo due cose; la prima: che in moltissimi casi, essi stessi sono professionalmente migliori e più preparati di quegli eserciti che inseguono uno scranno; la seconda: che chi farcisce i propri slogan di lavoro, posti, ed improbabili sistemazioni, senza fornire ricette, o fornendone di fumose, magari strizzando l’occhio e dando una pacca sulla spalla, difficilmente frenerà l’emorragia demografica, la fuga di menti eccellenti e di valide professionalità.

Cosa occorre fare?

I Comuni non inventano posti di lavoro, ma possono e devono creare le condizioni per attirare risorse ed investimenti; per questo occorre pensare ad una più penetrante salto di qualità della macchina comunale nel suo complesso: implementare la sinergia con Comuni, Regioni, mondo imprenditoriale e della cultura, in un’ottica finalizzata ad innescare virtuosi percorsi che innanzitutto rilancino l’offerta turistica ed il relativo indotto, tutelino ancor più la filiera agroalimentare locale, guardino ai possibili finanziamenti comunitari come occasioni strutturali – e forse irripetibili – di rilancio del territorio. Ed ancora, snellire gli iter burocratici, modernizzare e lubrificare la macchina amministrativa.

Ancora sui giovani: disagio, stupefacenti, sfiducia nelle possibilità della politica di modificare un presente che in molti casi è drammatico.

Disagio, stupefacenti e sfiducia. E non dimentichiamoci l’alcol. Le tematiche, molto spesso si intrecciano e, purtroppo, più spesso ancora, drammaticamente cortocircuitano. Il territorio è ottimamente presidiato dalle forze di polizia e le cronache lo confermano. Credo che alcune argomentazioni meritino analisi e dibattito di più ampio respiro, di portata nazionale, magari nell’ambito di un tavolo di lavoro e confronto tra tutti gli attori a vario titolo: operatori sociali, investigatori, comunità, famiglie; in tal senso andrebbe forse rivisto il DPR 309/90 – probabilmente calibrato ai tempi di emanazione – ma nel frattempo, dovendo agire con la cornice normativa esistente, occorre andare avanti con la sensibilizzazione, l’inclusione sociale, la vicinanza alle fasce deboli, la lotta senza quartiere ai trafficanti di morte.

Quale messaggio si sente di lanciare?

Chiediamo fiducia, soprattutto all’elettorato giovanile. Del quale non è facile penetrarne il cuore. Un cuore troppo spesso umiliato e deluso. Ma è nostro dovere batterci per riavvicinare i giovani alla buona politica, alle buone pratiche, a quella Città moderna e sostenibile che è il nostro scopo e obiettivo.

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