Amministrative/ Alla fine rimarrà un solo grande punto interrogativo

di Massimo Dalla Torre
In attesa di vedere gli sviluppi della prossima campagna elettorale in vista delle elezioni di primavera che vede da giorni i possibili candidati prepararsi all’avvio della gara politica più incerta degli ultimi anni, anche se chi governa, è sicuro di successo. L’aria che si respira nei “palazzi” è sempre più irrespirabile.

Aria il cui connotato principe è l’incertezza che si coniuga con la non tranquillità dell’ambiente, che, è al quanto agitato anzi ingarbugliato perché non si sa bene a quale fazione far riferimento visto i collegamenti e gli agganci a tutto e tutti. Una situazione che, sotto certi aspetti, fa gioco a chi si diverte a scompigliare le cosiddette “carte”, in quanto, in caso di vittoria, può dire, anche se sa di mentire spudoratamente “grazie al mio apporto ho contribuito al raggiungimento del traguardo, anche se ho fatto violenza su me stesso scavalcando i dettami ispiratori del partito cui mio malgrado mi sono dovuto distaccare”.

Parole che lasciano un segno preoccupante perché indicano che si è giunti veramente al capolinea nel senso che la situazione è seria e l’elettore mai come questa volta è attento e accorto a quello che fa e come lo fa. Attenzioni dettate unicamente dalla necessità di chiarezza che nel Molise non c’è, perché il labirinto costruito in maniera farraginosa da chi cerca di far apparire tutto lineare, non permette di vedere l’uscita. Un dedalo in cui “l’incartamento politico” fa sì che “i personalismi” hanno occupato il posto degli ideali, sempre più distanti dal modo di fare politica, quella con la “P” maiuscola. Ideali su cui domina incontrastato solo e unicamente un grande punto interrogativo.

Un punto di domanda che non da risposte e soprattutto certezze perché, se le desse, avvallerebbe la definizione data dal Machiavelli, che aveva una considerazione massima per la politica “come forza e, che se essa non si configura come tale, è destinata all’insuccesso radicale”. Affermazione che va dritta al bersaglio perché a prevalere, è “l’illogicità” parola che nel Molise da tempo ha trovato allocazione.

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