Agromafia/in tavola da mozzarella con soda a lifting di pesce. Nei mercati di Campagna Amica cibi genuini

“Bisogna assicurarsi che tutti i prodotti che arrivano sulle nostre tavole rispettino gli stessi criteri, garantendo che dietro gli alimenti in vendita sugli scaffali o serviti al ristorante ci sia un percorso di qualità e legalità che riguarda l’ambiente, il lavoro e la salute”. Così Aniello Ascolese, direttore regionale della Coldiretti Molise, presente oggi a Palazzo Rospigliosi, sede della Confederazione Nazionale Coldiretti a Roma, per la presentazione del sesto Rapporto Agromafie sui crimini agroalimentari in Italia, elaborato da Coldiretti, Eurispes e Osservatorio sulla criminalità nell’agroalimentare.

Mozzarella sbiancata con la soda, pesce vecchio rinfrescato con un “lifting” al cafados, carne dei macelli clandestini di animali rubati, pane cotto in forni con legna tossica, nocciole turche prodotte con il lavoro dei minori e miele “tagliato” con sciroppo di riso o di mais, sono solo alcuni esempi di come la criminalità porti in tavola prodotti illegali, pericolosi per la salute dei consumatori o frutto dello sfruttamento dei lavoratori.

“Una valida alternativa contro il pericolo di incappare in cibi di dubbia provenienza e qualità – osserva Ascolese – è quella di fare acquisti nei mercati di Campagna Amica, come quello che abbiamo anche a Campobasso, dove i consumatori possono acquistare con assoluta certezza cibi a km zero e di alta qualità, controllati e garantiti dalla Fondazione Campagna Amica”.

“Il menù del crimine – spiega la Coldiretti – vede fra gli antipasti la mozzarella sbiancata con carbonato di soda e perossido di benzoile oppure le frittelle di bianchetti, conosciuti a Napoli come cicinielli, vietati dal regolamento UE 1967/2006 che ne mette fuori legge la cattura, lo stoccaggio, l’immagazzinamento e la vendita che purtroppo però ancora avviene attraverso le vie illegali”.

“Se poi si passa ai primi – sottolinea ancora la Coldiretti – sulla tavola del crimine si può trovare il riso che arriva dalla Birmania, frutto della persecuzione e del genocidio dei Rohingya. Quando poi si passa ai secondi – evidenzia la Coldiretti – si rischia di trovare nel piatto del pesce vecchio “ringiovanito” con il cafados, una miscela di acidi organici e acqua ossigenata che viene mescolata con il ghiaccio e consente di dare una freschezza apparente, oppure una bistecca che arriva da macelli clandestini senza alcun controllo sanitario sia sulla carne che sui locali nei quali viene sezionata e tantomeno sulle procedure igieniche usate dai “macellai” per il lavoro”.

Sui contorni la “tavola del crimine” propone tartine di tartufi cinesi spacciati per italiani visto che il “Tuber indicum” è simile del tartufo nero nostrano al quale assomiglia nell’aspetto senza però possederne le straordinarie qualità organolettiche e funghi porcini secchi romeni serviti come italiani. Il tutto innaffiato da vino scadente adulterato con lo zucchero, la cui aggiunta è vietata in Italia. Per condimento si rischia di imbattersi, soprattutto tra i low cost, nella frode dell’olio di semi colorato alla clorofilla al posto dell’extravergine. Un pericolo presente anche al ristorante dove ancora vengono portate in tavola vecchie oliere e bottiglie senza il tappo anti rabbocco che – spiega la Coldiretti – sono vietati da anni. Il rischio della truffa riguarda anche le formaggere dove al posto di parmigiano reggiano o grana padano dop vengono spesso spacciate imitazioni di infima qualità.

Ad accompagnare i piatti illegali c’è poi il pane cotto in forni clandestini dove si usano scarti di legna e mobili laccati contaminati da vernici e sostanze chimiche. Tra i dolci le preoccupazioni riguardano ad esempio i biscotti con il miele “tagliato” con sciroppo di riso, mais o zucchero per gonfiarne il volume con sottoprodotti che costano un decimo del vero miele. C’è anche il rischio di portare a tavola inconsapevolmente i frutti dello sfruttamento come le nocciole turche o le banane dell’Ecuador prodotte dal lavoro minorile come denunciato dal Ministero del lavoro degli Stati Uniti d’America e infine, se si vuole regalare un fiore – conclude Coldiretti – c’è sempre in agguato il circuito della vendita illegale delle rose che sfrutta manodopera straniera in generale bengalese che fa il giro di ristoranti e pizzerie per ore e ore con mazzi di fiori da vendere alle coppiette a cena.

“IL CRIMINE NEL PIATTO”
ANTIPASTI
MOZZARELLA ALLA SODA E PEROSSIDO DI BENZOILE
FRITTELLE DI BIANCHETTO VIETATO
PRIMI
RISO BIRMANIA FRUTTO DI GENOCIDIO
SECONDI
LIFTING DI PESCE CON CAFADOS
CARNE DA MACELLI CLANDESTINI
CONTORNI
TARTINE DI TARTUFI CINESI SPACCIATI PER ITALIANI
FUNGHI PORCINI ROMENI SPACCIATI PER ITALIANI
DOLCI
BISCOTTI AL MIELE TAGLIATO CON SCIROPPO DI RISO, MAIS O SACCAROSIO
FRUTTA
NOCCIOLE TURCHE CON SFRUTTAMENTO DI LAVORO BAMBINI
BANANE DALL’ECUADOR CON SFRUTTAMENTO DI LAVORO BAMBINI
CONDIMENTI
OLIO COLORATO CON CLOROFILLA
PANE ILLEGALE COTTO NEI FORNI CLANDESTINI
ALIMENTATI CON LEGNA TOSSICA
BEVANDE
VINO SCADENTE ADULTERATO CON LO ZUCCHERO
SERVIZIO A TAVOLA
OLIERA SENZA TAPPO ANTI-RABBOCCO PER OLIO ANONIMO
FORMAGGERA CON FALSO GRANA GRATTUGGIATO
OMAGGIO
ROSE DAL RACKET

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