Vicenda del presunto ricatto a Frattura: si allungano i tempi per la sentenza

Con l’udienza del 5 maggio 2016 sono terminati gli interventi delle parti civili al processo con il rito abbreviato, in corso a Bari, per la vicenda del presunto ricatto al governatore del Molise, Paolo di Laura Frattura. In aula hanno parlato i legali della Presidenza del Consiglio dei ministri e dell’ex questore Giancarlo Pozzo. Il primo ha chiesto un risarcimento di 100mila euro, il secondo di 5mila euro (da devolvere in beneficenza). All’udienza, durata più di quattro ore, erano presenti sia i due imputati, la giornalista Manuela Petescia e il magistrato Fabio Papa, che il governatore Frattura.

Si allungano intanto i tempi per la sentenza: salta l’udienza che era fissata per il prossimo 12 maggio, a causa di impegni dei legali; il giudice Antonio Diella ha fissato un nuovo calendario, con tre udienze, per il 20, 23 e 30 giugno. Saranno tutte dedicate agli avvocati difensori e parleranno, nell’ordine, Paolo Lanese, Erminio Roberto e Arturo Messere (nella difesa di Petescia, fino ad oggi affidata a Messere e Lanese, entra anche Roberto che prende il posto di Lanese).

Secondo la tesi dell’accusa, portata avanti dal procuratore aggiunto Pasquale Drago, il pm e la giornalista, nel corso di una cena, avrebbero chiesto a Frattura una legge per l’editoria e finanziamenti a sostegno di Telemolise, minacciando, in caso di rifiuto, ripercussioni giudiziarie e una campagna denigratoria contro di lui. E’ stato lo stesso Frattura a denunciare l’episodio un anno fa a Bari mentre la Petescia e Papa respingono ogni addebito. (ANSA)

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