“Venghino, signori, venghino, avanti c’è posto”

Chissà quante volte avrete sentito questo annuncio. Un annuncio che è stato fatto proprio dalla politica che, nella nostra regione, visto l’accalcarsi di pretendenti all’imbarcadero per essere traghettati nelle file di chi comanda, almeno per il momento, è sempre più pressante. Un annuncio che la dice lunga come i malesseri, anzi i “mal di pancia” sono particolarmente violenti in alcune compagini politiche molisane, nonostante si finga che tutto va a gonfie vele. Senza voler puntare il dito accusatorio nei confronti di nessuno, anche se ripetiamo ancora una volta, sarebbe nostro diritto, ma la situazione politica locale è divenuta insostenibile. Un’insostenibilità motivata soprattutto dalla non coerenza e dal non rispetto nei confronti di chi ha affidato il mandato per essere rappresentato; giacché non è possibile accedere tutti in blocco nei palazzi Istituzionali. Una situazione che non è assolutamente giustificabile perché “chi nasce tondo, non può morire quadro”, come dice un detto popolare.

Un detto che non ammette l’ignorabilità di quelli che sono i dettami che regolano la politica, quella seria e non quella “giocata” che molti usano sempre più fare. Leggendo i giornali, guardando le varie edizioni dei tg locali, ascoltando gli sproloqui e le giustificazioni di chi difende certe posizioni, i sospetti che avevamo in molti si sono palesati drammaticamente. Sospetti che ci hanno letteralmente “sbattuto in faccia” e senza alcun riguardo un imperat :“signori sciolti si balla”. Un ballo vorticoso, accompagnato da note vergate su di un pentagramma di difficile lettura. Un ballo come quello che fanno alcune comunità dell’Anatolia che mostra un gruppo di ballerini vestiti rigorosamente di bianco, con in testa una specie di cono anch’esso bianco che vertiginosamente roteando su se stessi: il tutto accompagnato dal ritmo frenetico della musica. Un vortice che si spettacolarizza grazie al rigonfiamento del lungo soprabito che, attraverso movimenti a se stanti ma armoniosi tra loro, attrae, affascina lo spettatore che al termine della danza è stordito, anche se non è stato materialmente protagonista del ballo.

Questa è la sensazione dell’attuale assetto politico molisano. Un assetto che gira, gira, gira fino a fermarsi in una posizione che non è quella di partenza e che lascia disorientati. Un disorientamento che si accentua ancora di più specialmente quando chi dovrebbe reagire, non reagisce come si deve, e se lo fa; lo fa soltanto dopo che qualcuno gli ha fatto notare che qualcosa di serio è accaduto e che la poltrona traballa vistosamente. Scossoni che evidenziano ancora di più la non affidabilità di chi si arroga il diritto di comandare senza sapere che alla fine avrà un unico ruolo: alare di un camino spento. Ecco perché è il caso di guardarsi attentamente attorno e non abbassare la testa come servi sciocchi al lato oscuro della politica sempre più distante dal cittadino elettore.

Massimo Dalla Torre

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