Usi civici e proprietà collettive, le considerazioni degli ex consiglieri regionali

Promosso dall’Associazione ex Consiglieri Regionali del Molise, d’intesa con la Regione Molise e la Provincia di Campobasso, si è tenuto nel pomeriggio del 23 settembre, presso l’Auditorium della Fondazione Molise Cultura a Campobasso, si terrà il convegno sul tema “Usi civici e proprietà collettive”. “La finalità –ha spiegato nell’introduzione dei lavori il moderatore Gaspero Di Lisa, Presidente dell’Associazione ex Consiglieri regionali-  è stata quella di concorrere a fare ancora più chiarezza sull’evoluto quadro giuridico degli usi civici, e con l’intento di promuovere un rinnovato impegno della  Regione e degli Enti Locali ad attivare le procedure previste dalla legislazione in materia. Un impegno che deve venire principalmente dai Sindaci chiamati a svolgere l’importante ruolo di custodi e promotori di crescita e sviluppo del qualificato patrimonio di boschi, pascoli e campi agricoli gravati da usi civici in Molise ”.
Nel convegno è stato quindi rilevato, con i vari interventi di esperti e Sindaci,  come la legge regionale n. 14 del 2002 evidenzia all’articolo1, comma 4, che “La Regione persegue l’obiettivo di fare delle terre civiche uno strumento produttivo primario per lo sviluppo delle popolazioni molisane, per l’incremento della forestazione e della zootecnia e per la valorizzazione ambientale”. La stessa legge definisce  terre civiche e demani collettivi “le terre possedute da Comuni, frazioni, amministrazioni separate, comunque denominate, costituite ai sensi della legge n.278/57, soggette all’esercizio degli usi civici nonché quelle derivanti da scioglimento, permuta con altre terre civiche, conciliazioni e scioglimento delle amministrazioni separate”. Per raggiungere tali finalità la norma vuole anche la costituzione di  amministrazioni separate per la gestione dei beni di uso civico. L’art. 13 quindi, in conseguenza, dispone che “i corrispettivi derivanti da alienazioni, concessioni ed affrancazioni di terre civiche sono destinati alla realizzazione di opere e di servizi pubblici, alla manutenzione ed alla gestione delle opere pubbliche, alla redazione di strumenti di pianificazione territoriale ed all’incremento dello sviluppo socio-economico del demanio civico, ivi comprese le spese per le verifiche demaniali di cui all’articolo 9. Qualora non fosse possibile il reinvestimento dei corrispettivi, i proventi non possono essere destinati ad altre finalità”.  Infine, l’art. 15, prevede che  la Giunta regionale adotti “il Piano quinquennale di utilizzazione delle terre civiche e a tal fine si avvale dei Comuni e delle Comunità montane, tenuto conto dei relativi piani di sviluppo, ove esistenti”.
48 mila ettari (18.717 Ha in provincia di Campobasso e 29.479 Ha in provincia di Isernia) , poco più del 10%, del totale dell’intero territorio del Molise, sono gravati da usi civici e considerati proprietà collettive. Un patrimonio pubblico di tutto riguardo che viene ai nostri Comuni da una storia secolare e da diverse e complesse vicissitudini. Un patrimonio che, a partire dalla legge Galasso del 1985, e con le successive evoluzioni normative di vario livello istituzionale, è arrivato ad essere oggetto di tutela costituzionale in quanto ricadente nella nozione ampia di beni ambientali. Beni importanti che dunque diventano di valore non solo del luogo sul quale tali terreni insistono, ma di interesse di tutta la collettività. Un interesse della società affichè questi beni producano dunque un reddito sia per gli Enti locali che li detengono sia quanto più possibile per la popolazione, partendo ovviamente dall’opportuna protezione delle peculiarità ambientali che conservano. Un impegno che deve vedere sicuramente in prima linea i Comuni che, insieme alle Province e Regioni e agli altri enti interessati, debbono percorre un cammino complesso, quello previsto dalle normative di riferimento, ma che potenzialmente può portare non solo alla salvaguardia e promozione del bene, ma alla crescita armonica e ordinata delle comunità in cui questo insiste.
Ha introdotto i lavori del Convegno, che sono stati moderati da Gaspare Di Lisa, il Presidente della Provincia di Campobasso, Antonio Battista, capofila degli organizzatori che ha illustrato la pubblicazione “Usi civici e proprietà collettive” del 2010. E’ seguita la relazionerà sui “profili normativi (art. 1) della LR n. 14/2002”. E’ stata quindi la volta dell’Avv. Marcello Marian che ha affrontato il tema della “Amministrazione separata beni di uso civico (art. 2)”. Poi l’Avv. Maria Athena Lorizio (Segretario Gen.le A.PRO.D.U.C. – Associazione Per la Tutela delle Proprietà Collettive e dei Diritti di Uso Civico) ha svolto una relazione sul tema “Il demanio civico molisano: utile risorsa per il superamento della crisi socio-economica”. Il Prof. Michele Filippini, Presidente della “Consulta Nazionale della proprietà collettiva”, ha parlato della “pianificazione di livello comunale e provinciale (art. 7)”. Giacomo Lombardi, infine, ha relazionato sulla “ricognizione delle superfici comunali gravate da demanio civico”. La voce delle Associazioni ambientalistiche è stata portata dalla Presidente di Legambiente Manuela Cardarelli
Si è quindi aperto il dibattito nel quale sono intervenuti vari sindaci.  Le conclusioni sono state affidate all’Assessore all’Agricoltura della Regione Molise, Vittorino Facciolla, il quale ha desunto gli elementi fondamentali del redigendo Piano Quinquennale cui alla LR 14/2002.
“Riteniamo–ha concluso Di Lisa- che gli elementi emersi dagli interessati contributi dei relatori e di chi è voluto intervenire nel dibattito, potranno essere molto utili alla Regione Molise che si appresta a varare il Piano Quinquennale voluto appunto dalla 14/2002”.

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