San Giuliano di Puglia, 14 anni dal terremoto. Frattura: Nel nostro dolore la vicinanza anche a chi soffre oggi

Di seguito l’intervento del presidente della Regione Molise, Paolo di Laura Frattura, in occasione del quattordicesimo anniversario di San Giuliano di Puglia, condiviso in consiglio regionale durante la seduta istituzionale dedicata al giorno della memoria.

” Il pensiero di quest’Aula, il pensiero degli ex consiglieri regionali, il pensiero del Molise, il pensiero di ciascuno di noi oggi anche alle migliaia di persone dell’Appennino ferito, nostri concittadini che di nuovo in questi giorni, in queste ore, stanno vivendo il terrore del terremoto. Che sono costretti, ancora adesso, a misurarsi con un sentimento, la paura, così difficile da scacciare quando la potenza della terra toglie ogni velo e scopre tutta la nostra impotenza.


Il Molise ha conosciuto la paura e ha pianto. Ha pianto l’ingiustizia e la rabbia per ogni vita spezzata. Da 14 anni nella nostra regione il 31 ottobre è la giornata del lutto e della commemorazione. Da 14 anni chiamiamo per nome, provando a vederli ancora sorridenti, bambine e bambini che non abbiamo più visto correre in strada. Ricordiamo un’insegnante a scuola, la maestra Carmela che in nessuna scuola è più tornata. Ci fermiamo di fronte a un crollo che ogni volta arresta il tempo ed esclude il futuro.
E invece anche per loro, soprattutto per loro, per le vittime del terremoto di San Giuliano di Puglia, passato e presente consideriamoli futuro. Un futuro in condizioni di sicurezza, un futuro di conoscenza e consapevolezza di ciò che è attorno a noi: territorio, case, rischio. Un futuro dove prevenzione e cura siano prassi consolidata e non più e non solo le dovute intenzioni a tragedia avvenuta. Facciamolo.
Tanti e troppi terremoti devastanti, dal Friuli al Molise, passando per il Belice, l’Irpinia, l’Umbria, l’Abruzzo, l’Emilia, il Lazio e ora di nuovo l’Umbria le Marche, ma forse soltanto adesso il necessario cambio culturale che chiede a tutti noi un contributo di valore sociale.
Un contributo di onestà, di rispetto e applicazione delle norme, di controllo. Un contributo di vigilanza e tutela dell’ambiente e del patrimonio edilizio che ogni giorno abitiamo. Un contributo di maturità che vuole che nessun segnale sia lasciato al caso o sottovalutato. Ogni ricostruzione materiale si carica di significato morale. Ogni ricostruzione non appartiene solo ai luoghi di gru e cantieri, ma è un atto collettivo, oggi più che mai nazionale. Anzi: europeo.
Nessuno va lasciato solo, per questo oggi, ricordando i 27 bambini morti sotto il crollo della scuola Jovine e la loro insegnante, offriamo la nostra vicinanza alle popolazioni del Centro Italia che nelle pietre cadute dei loro borghi riconoscono la morte e non sanno più immaginare la vita. Diamo loro coraggio, come loro lo hanno dato a noi 14 anni fa, il coraggio di guardare avanti, di pensare che si può tornare ad attraversare la piazza da sempre attraversata, si può rientrare nelle case, riaprire il negozio, guardare l’orizzonte da dove lo si è sempre guardato. I nostri paesi rinasceranno.
A San Giuliano, come a Norcia, ad Amatrice, ad Accumoli, ad Arquata e a Castelsantangelo, in tutti i posti, città e centri straziati dal sisma, alcune mani, troppe mani, non le stringeremo più, ed è, ad ogni pensiero, dolore senza consolazione. Per questo anche per loro e soprattutto per loro, per la maestra Carmela e per Umberto, Domenico, Costanza, Lorenzo, Luca, Morena, Valentina, Raffaele, Paolo, Antonella, Luigi, Maria Celeste, Sergio, Maria, Michela, Valentina, Martina, Giovanna, Maria, Antonio, Luigi, Gianni, Antonio, Gianmaria, Luca, Melissa e Giovanna, facciamo anche noi come gli studenti universitari di Camerino che indossano la maglietta “Il futuro non crolla”. Impegniamoci tutti perché sia davvero così”.

Paolo di Laura Frattura

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