MFE-GFE Isernia: “Europa, il Movimento cinque stelle dimostra tatticismo politico e volatilità di ideali”

Con un colpo di scena Beppe Grillo ieri dal suo blog ha impresso una sterzata alla politica europea del partito da lui guidato, indicendo una votazione on line nella quale ha richiesto agli attivisti del Movimento Cinque Stelle di esprimersi sul passaggio ad un altro gruppo del Parlamento Europeo.
Il 9 gennaio, alle ore 12:00, si è conclusa la votazione. Il 78.5% degli iscritti (pari a 31.914 iscritti) ha detto Sì al passaggio del Movimento 5 Stelle all’eurogruppo Alde in Europa. Alla consultazione hanno partecipato 40.654 iscritti certificati, cioè circa un terzo del totale. 6.444 iscritti hanno votato per la permanenza nell’EFDD e 2.296 hanno votato per confluire nei non iscritti.
Si è decretato dunque per il M5S la volontà di passare dagli euroscettici di EFDD, gruppo guidato dal grande protagonista della Brexit Nigel Farage, all’Alde, raggruppamento a vocazione fortemente europeista, di centro, sostenuto in questi anni da figure quali Romano Prodi e Mario Monti.
Secondo l’on. Di Maio si tratta di “una scelta tecnica” dettata non da affinità politiche. Puntualizza infatti che il M5S è contrario “agli Stati Uniti di Europa nel lungo periodo” e che vuole “subito un referendum sull’euro”.
Alla luce di queste affermazioni, il Movimento Federalista Europeo di Isernia e la sua sezione giovanile si interrogano sulle ragioni che abbiano portato Grillo e Casaleggio in primis e, successivamente, gli aderenti a votare Sì.
Non è chiaro, infatti, come si sia arrivati a questa decisione improvvisa né il motivo per cui Grillo voglia abbandonare l’EFDD né perché sia favorevole all’ALDE. Nel luglio del 2015, il gruppo europarlamentare del M5S definì il leader dell’ALDE, il belga Guy Verhofstadt, “impresentabile” e “il politico che più dentro al Parlamento europeo incarna l’euroStatocentrismo”. Un cambio di rotta repentino che avviene a distanza di poco più di un anno da quelle dichiarazioni.
Ad oggi il Movimento 5 Stelle e lo UKIP, il partito britannico nazionalista ed “euroscettico”, formano il gruppo Europa della Libertà e della Democrazia (EFDD). L’alleanza fu stretta dopo le elezioni europee del 2014, le prime a cui ha partecipato il Movimento 5 Stelle.
Di seguito un estratto delle motivazioni ufficiali che lo stesso Grillo ha fornito:
“I recenti avvenimenti europei, come la Brexit, ci portano a ripensare alla natura del gruppo EFDD. […] Rimanere in EFDD equivale ad affrontare i prossimi due anni e mezzo senza un obiettivo politico comune, insieme a una delegazione che non avrà interesse a portare a casa risultati concreti. Ci ritroviamo nelle condizioni di rimanere in Parlamento con le prerogative derivanti dall’appartenenza a un gruppo politico, ma senza la possibilità di fare il massimo per realizzare il programma del Movimento 5 Stelle in Europa”.
Le motivazioni espresse da Grillo per modificare le alleanze europee hanno lasciato scettici molti esperti e commentatori, nonché diversi parlamentari europei del M5S che hanno detto di aver appreso la decisione attraverso il blog di Grillo.
Noi del MFE e GFE di Isernia ipotizziamo che dietro la scelta possa esserci un accordo tattico tra Verhofstadt e lo stesso Grillo. Con l’apporto dei parlamentari grillini, infatti, l’ALDE diventerebbe il terzo partito al Parlamento Europeo, superando la destra conservatrice del gruppo ECR. Questo significa più fondi per entrambi partiti (i rimborsi per i gruppi sono distribuiti in proporzione al numero dei membri) e, potenzialmente, un numero maggiore di incarichi (oggi nessun esponente del Movimento 5 Stelle è presidente di commissione al Parlamento). Inoltre, non bisogna dimenticare che Verhofstadt è candidato alla presidenza del Parlamento Europeo, il cui voto si terrà il prossimo 17 gennaio. Solitamente è un’elezione che viene decisa da un accordo tra i due principali gruppi, i socialisti e i popolari, ma quest’anno l’accordo sembra più difficile ed entrambi i gruppi hanno presentato un loro candidato (sono entrambi italiani, Tajani e Pittella). Grazie ai voti di Grillo e alla divisione tra popolari e socialisti, Verhofstadt avrebbe infatti più probabilità di essere eletto presidente e, in virtù di questo sostegno, magari un europedutato del M5S potrebbe essere nominato Vice-Presidente.
Alla luce di tale scenario e valutata la “volatilità di ideali” del partito di Grillo ci auguriamo che venga accolto l’appello della giovanile dell’Alde che invita i leader del gruppo a non accettare l’accordo con Grillo.
L’Unione Europea per continuare il suo processo di integrazione e costruire un futuro nuovo ha bisogno di dedizione e di passione, e l’opportunismo politico-elettorale in questo cammino non può essere contemplato.
Per i pentastellati rimane sempre valido l’invito di Salvini. Speriamo che non venga rifiutato per il bene della nostra Europa!

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