Fondi Europei 2014-2020. Taglio di 145 milioni a danno della Regione Molise ed obbligo alla compensazione

Nel prendere atto delle Proposte della Confederazione UIL presentate al Workshop del 20 luglio scorso presso l’Università degli Studi del Molise, come da impegno assunto al termine del seminario, faccio presente  che i Fondi FESR 2007-2013 erano pari a 192 milioni di euro ed i Fondi FSE 2007-2013 erano pari a 102 milioni di euro, al cospetto di una somma complessiva del Plurifondo FESR – FSE 2014-2020 assegnata alla Regione Molise pari a 153 milioni di euro.
Come si evince  il taglio apportato supera i 142 milioni di euro a cui vanno aggiunti ulteriori 2,5 milioni di euro in meno a valere sui Fondi FSC (Fondo Sviluppo e Coesione) che per il 2007-2013 erano pari a 380 milioni ( DGR n. 242/2016) e per il 2014-2020, come è riportato nella DGR n. 221 del 20.05.2016, è pari a 378 milioni. Dalla somma dei tagli apportati dal Governo, la Regione Molise ha subito una riduzione di fondi per 145 milioni, che lo Stato si era impegnato a restituire alle regioni in regime di transizione, utilizzando il Patto per il Sud e quindi proprio i fondi FSC 2014-2020 come emerge dai verbali della Conferenza Unificata del 16 aprile 2014 .
Il mancato rispetto di questo impegno da parte del Governo priva la Regione Molise di stanziamenti preziosi che potrebbero essere utilizzati per finanziare le politiche attive del lavoro per i 3 mila lavoratori della GAM, dell’ITTIERRE e del settore metalmeccanico coinvolti dal Decreto del Ministero dello Sviluppo del 7.08.2015 sul riconoscimento dell’Area di Crisi.
Ho ritenuto utile formalizzare la documentazione inerente la legittimità della rivendicazione della Regione Molise nei confronti del Governo per ampliare costruttivamente una rete di alleanze sociali, amministrative ed istituzionali, tesa a sostenere con argomentazioni di merito inoppugnabili l’obbligo dello Stato a rispettare i contenuti dei verbali assunti nella seduta di Conferenza Unificata del 16.04.2014.
Se non si inserisce questa posta in entrata nell’Accordo di Programma sull’Area di Crisi sussiste il rischio di non disporre dei fondi essenziali per la presa in carico, la profilazione e la ricollocazione dei 3 mila lavoratori coinvolti, con l’effetto di derubricare lo strumento di programmazione negoziata a semplice bando per incentivare le imprese interessate ad investire in uno dei 60 comuni beneficiari individuati dalla Delibera di Giunta Regionale n.125 del 23.03.2016, senza alcuna ricaduta diretta a vantaggio di chi ha perso il lavoro all’ITTIERRE, alla GAM o nelle aziende del settore metalmeccanico.  Michele Petraroia

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