Egam, l’acqua molisana come bene comune è salva

Il patrimonio più importante del nostro territorio resiste, per ora, ad ogni tentativo mascherato di privatizzazione e speculazione.
L’istituzione dell’Egam (Ente di Governo dell’Ambito del Molise per il Servizio Idrico), la cui importanza, essenzialità e legittimità sono state più volte ribadite dal Presidente Frattura e dall’Assessore Nagni, una riforma contestata fin dal principio per i criteri e le modalità con cui è stata messa in atto, è stata annullata dalle sentenze nn. 5 e 6 del Tar Molise, il quale ha accolto positivamente il ricorso presentato da quindici comuni molisani, ai quali va il nostro plauso per la determinazione e la volontà portata avanti.
Eppure più volte il Presidente Frattura si era mostrato sicuro della bontà del suo operato:
⦁ “L’individuazione dell’Egam quale forma associata tra tutti i comuni del Molise è solo il primo passo verso la definizione di un quadro complessivo dell’intero sistema idrico regionale” (6 ottobre 2015);
⦁ “Il Tar ha rigettato l’istanza di sospensiva rispetto alla delibera che definisce e riorganizza il sistema idrico regionale, per cui l’Egam oggi, a tutti gli effetti, segue la legittimità di un atto di Giunta. Confermiamo con chiarezza che la delibera di Giunta (285) è valida sotto tutti i punti di vista per cui i Comuni che non dovessero aderire, saranno commissariati” (25 ottobre 2015);
⦁ “Il parere autorevole del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, oltre che di competenza tecnica, dà ragione alla nostra idea di riorganizzazione del servizio, nonché alla sua legittimità” (1 novembre 2015).
Quello che si apre oggi è uno scenario evidentemente inaspettato per chi Governa questa regione, certi atteggiamenti non pagano, così come la superficialità nell’affrontare quelle stesse tematiche impugnate dal Tar e che noi stessi avevamo portato all’attenzione del Consiglio regionale con un’apposita mozione incentrata sulla questione dell’incompetenza della Giunta regionale, poiché il nostro Statuto regionale in materia è molto chiaro: all’articolo 16, comma 2, si stabilisce che spetta al Consiglio regionale deliberare, con legge istitutiva, l’istituzione e la soppressione di Enti e Aziende dipendenti della Regione.
È quindi accaduto quanto avevamo già ipotizzato con quell’atto, rimanendo ancora una volta inascoltati. Ora è tutto da rifare? Il processo di gestione unitaria dell’acqua, previsto dalle disposizioni nazionali, andrà completamente riscritto? E con quali conseguenze?

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