Da Vasto a Bruxelles a piedi per l’affido condiviso. La battaglia del “Papi Gump” al Parlamento Europeo

Millesettecentosettantasette. Tanti sono i chilometri che separano la cittadina abruzzese di Vasto, in provincia di Chieti, da Rue Wiertz 60, sede del Parlamento Europeo a Bruxelles. Tre Paesi, decine di città: una distanza notevole, un tragitto lungo e faticoso, specie se percorso a piedi, correndo. Antonio Borromeo l’ha fatto. Partito da Vasto il 25 Aprile, dopo aver attraversato le città di Como, Lugano, Basilea e Parigi, è arrivato a Bruxelles giovedì mattina, in tempo per assistere ai lavori della plenaria e per sensibilizzare l’Eurocamera sul diritto della Bigenitorialità e sulla corretta applicazione dell’affido condiviso.
“Sono stanco ma felice, estremamente felice” – ha detto Antonio Borromeo al termine della giornata trascorsa in Parlamento. “Il mio pensiero va non solo a mio figlio che ha sofferto e soffre insieme a me ogni giorno, ma a tutti quei bambini vittime dell’egoismo dei loro stessi genitori. Sono tantissime le storie di padri che non riescono a vedere i propri figli: un’ingiustizia inaccettabile su cui non si discute abbastanza”.

Antonio Borromeo porta avanti la sua battaglia da anni, correndo su e giù per l’Italia e per l’Europa contro quella che è, a suo dire, una “sottrazione legalizzata di minori”. “Papi Gump” – così lo chiamano amici e conoscenti, in onore del celeberrimo personaggio cinematografico interpretato da Tom Hanks – ha coinvolto nella sua battaglia migliaia di genitori separati che, come lui, reclamano a gran voce la corretta applicazione della legge 54 del 2006 sull’affido condiviso della prole.

Ad accoglierlo in Parlamento Aldo Patriciello, europarlamentare del Ppe eletto nella circoscrizione Italia meridionale. “La battaglia di Antonio – ha dichiarato – è la battaglia di chi non si rassegna all’ingiustizia e chiede di poter esercitare un sacrosanto diritto, ossia quello di poter stare con i propri figli. Sono orgoglioso di poter ospitare non soltanto un amico, ma un uomo coraggioso che ha fatto del suo dolore personale un’occasione di emancipazione per centinaia di migliaia di genitori separati. La sua presenza qui, nel cuore della democrazia europea – ha spiegato Patriciello – , è un segnale di speranza e di fiducia: come rappresentanti delle istituzioni abbiamo il dovere di sostenere Antonio e la sua causa per il diritto alla Bigenitorialità”.

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